menare [fut. I singol. e III plur. merrò, merranno; col pronome enclitico, merrenti]
Verbo d'impiego piuttosto largo e prevalentemente poetico, usato con vari significati. Talvolta vale " trascinare con violenza ", " travolgere ": la bufera infernal... / mena [" violenter rapit et trahit ", Benvenuto] li spirti con la sua rapina (If V 32), di qua, di là, di giù, di sù li mena (v. 43, e cfr. anche XI 71: sono gli spiriti ‛ menati ' da Amore [V 78]; e anzi, come ha notato il Marcazzan in Lect. Scaligera I 153, riprendendo il Matarrese, m. è nell'episodio una parola-tema); il vento che fa menare le foglie (Cv IV XIII 11) " travolge " anche il poeta tormentato dalle pene d'amore (Rime LXVIII 22, con ovvio valore figurato). Così anche in Detto 337. Per " muovere ", " agitare ": Lo maggior corno de la fiamma antica / ... la cima qua e là menando (If XXVI 88); per la viva luce passeggiando [con lo sguardo], / menava ïo li occhi per li gradi, / mo sù, mo giù (Pd XXXI 47); If IX 83, XXXIV 63, XXXI 96 le braccia ch'el menò [che Fialte " agitò nella pugna ", Porena], già mai non move (si noti l'accostamento dei due verbi, che pone in risalto la violenza di m.). Con diversa immagine: il ragazzo aspettato dal segnorso ‛ mena ' la stregghia con la stessa rapidità ed energia con cui ciascun [dei falsari] menava... il morso / de l'unghie sopra sé, per la gran rabbia / del pizzicor (XXIX 76 e 79).
Piuttosto frequente l'uso di m. per " accompagnare ", " condurre ", spesso seguito da ‛ meco ', ‛ teco ', ecc.: Vn XIV 1 e 2 a la qual parte io fui condotto per amica persona, credendosi fare a me grande piacere, in quanto mi menava là ove... Onde io, quasi non sappiendo a che io fossi menato...; If XIII 131 Presemi allor la mia scorta per mano, / e menommi al cespuglio; Pg VII 47, XII 97, XXXI 109 e 113 (qui nella forma apocopata e col pronome enclitico, menarmi), Cv IV XXV 8, XXVII 14, Fiore CXCVI 8; Cv II I 5 Cristo... de li dodici Apostoli menò seco li tre. Analogamente, in contesto figurato: Rime XCI 23 i raggi di questi occhi belli / ... sanno il loco dove Amor lasciaro, / quando per li occhi miei dentro il menano; LXXII 3, Vn XVIII 1, XIX 14 68, Fiore L 9, LXX 10, CXXVIII 12, CLXXXIX 10 e 13 mena con seco alcuna gente, CCIII 9. Anche " condurre con un veicolo ": i' [Caronte] vegno per menarvi a l'altra riva, con la barca (If III 86); e si aggiunga Pd XXI 131 voglion quinci e quindi chi rincalzi / li moderni pastori e chi li meni, " li porti in seggetta " (Andreoli, ripreso dal Chimenz: " dubbio se in bussola o a cavallo "); ma anche " per la briglia " (Tommaseo), o, più genericamente, " guidi ", " conduca ", come intendono per lo più i commentatori moderni. Ma si può pensare anche a uno " spingere " (come si fa con gli animali; ed è un valore più vicino a quello etimologico), considerando che il passo fa parte dell'invettiva di s. Pier Damiano, che accomuna i prelati ai loro cavalli: Cuopron d'i manti loro i palafreni, / sì che due bestie van sott'una pelle, vv. 133-134. Dal valore di " condurre " è facile il passaggio a quello più specifico di " guidare ", in un gruppo di passi in cui soggetto del verbo è spesso Virgilio che per la profonda / notte menato m'ha d'i veri morti (Pg XXIII 122; così If I 133, IV 149, VIII 103, X 62, XXVIII 49; Pg XXI 33 io fui tratto fuor de l'ampia gola / d'inferno per mostrarli, e mosterrolli / oltre, quanto 'l potrà menar mia scola); con altri soggetti, in Pg VII 62, XXXIII 128, Pd XVIII 4. Il pianeta / che mena dritto altrui per ogne calle (" è duce e guida degli uomini e delle cose nella loro eistenza; cfr. Purg. XIII 16-21 ", Casini-Barbi), è il sole (If I 18). Anche in senso figurato, per lo più con soggetti astratti: Cv IV XXII 18 Le quali due operazioni [delle morali virtudi e delle intellettuali] sono vie espedite... a menare a la somma beatitudine; XVII 12 (nella forma impersonale), III XII 2; Pg XXIII 73 e 74 quella a li alberi ci mena / che menò Cristo lieto a dire ‛ Elì '; VIII 112, XXXI 23; Pd X 95 la santa greggia / che Domenico mena per cammino / u' ben s'impingua; Pg XXX 123. Ancora " guidare ", ma con diverso significato, detto del sole che il carro mena (Pg IV 120).
Affine a questo è il valore di " far arrivare ", che il verbo spesso assume, sempre in senso figurato e con soggetti astratti (ma cfr. Rime CII 23 si ch'ella [la donna petra] non mi meni col suo freddo / colà dov'io sarò di morte freddo): Rime LXV 13 lo disio che li [occhi] mena quivi è stinto; If V 114 quanti dolci pensier, quanto disio / menò costoro al doloroso passo!; XV 47 qual fortuna o destino / ... qua giù ti mena?; XXIII 51 che [colpa] ti mena a sì pungenti salse?; XXVIII 46, XXIX 111; Cv IV XVII 9 potemo avere... due felicitadi, secondo due diversi cammini... che a ciò ne menano: l'una è la vita attiva, e l'altra la contemplativa; la quale... ne mena ad ottima felicitade, e XXII 6. Cfr. ancora Rime CXVI 18, Rime dubbie XV 7, Vn XXXI 8 5, XXXIV 10 10, Cv I V 4, e, un po' diverso dagli altri passi, If IX 5 Attento si fermò com'uom ch'ascolta; / ché l'occhio nol potea menare a lunga / per l'aere nero, " condurre [a vedere] lontano di là " (Rossi). " Assegna la ragione perché usava il senso dell'udire, perché el vedere non lo serviva da lungi " (Landino).
Isolato il caso di Pd IV 66 sua malizia / non ti poria menar da me altrove, dove la locuzione vale " sviare ".
Si notino infine alcune espressioni particolari: If XXVII 77 le coperte vie / io seppi tutte, e sì menai lor arte [" esercitai così bene l'arte di usarle "], / ch'al fine de la terra il suono uscie (" Questo ‛ menare ' è proprio del condurre trattati e pratiche di tradimenti, truffe e simili lordure ", Cesari); Pd XXVI 54 m'accorsi / dove [s. Giovanni] volea menar mia professione, " cioè lo mio sapere e lo manifestamento del mio intelletto " (Buti): che cosa " voleva condurmi a dichiarare "; ‛ m. la vita ' (Fiore CLIV 11) significa " vivere "; m. ben sé (Cv I II 6) vale " comportarsi bene "; analogamente Fiore CLV 13.
Bibl. - L. Cassata, Il significato di ‛ mi mena ', in " Studi d. " XLVI (1969) 32-35.