mendico
Ricorre una volta, con valore predicativo, in Vn VIII 9 7 s'io di grazia ti voi far mendica, unito a un complemento di relazione (‛ m. di grazia ', cioè " detestata ", " odiata ", detto della morte), secondo un uso non infrequente in poesia: " ten l'om de gioi d'amor sempre mendico " (Guittone Ai! bona donna 64); " Se fosse di bontà tutto mendico " (Monte Più soferir non posso 72); " Amor, mendico del più degno senso " (Lapo Gianni Amor nova ed antica vanitade 27).
Sostantivo in Pd XVII 90 cambiando condizion ricchi e mendici (v. MENDICARE). per il concetto, la parola richiama i poveri giusti di XII 89; altre volte d. adopera poverello (If XXI 68). L'espressione ricorda Luc. 1, 53 " esurientes implevit bonis et divites dimisit inanes ".