PALÁGYI, Menghért (Melchiorre)
Filosofo ungherese, nato a Paks il 26 dicembre 1859, morto il 14 luglio 1924. Dapprima professore nel ginnasio di Kolozsvár (Cluj), poi docente di filosofia delle scienze in quell'università, seguì nella sua speculazione un indirizzo platonico-leibniziano. In contrasto con H. Driesch, con A. Kirschmann, con A. Drews, difese la concezione vitalistica ed energetica come base della psicologia. Prese parte alle questioni dibattute in Germania intorno alla logica tra psicologisti e logicisti; incline a questi ultimi, affermò che la scienza del conoscere è la scienza fondamentale della filosofia. Le sue dottrine si risolvono in un monismo gnoseologico.
Opere: Le più importanti sono nella raccolta Auserwählte Werke, Lipsia 1925, voll. 3. Particolarmente notevoli sono: Neue Theorie d. Raumes u. d. Zeit, Lipsia 1901; D. Streit d. Psychologisten u. Formalisten in d. mod. Logik, Lipsia 1902; Kant u. Bolzano, Halle 1902; Die Logik auf dem Schweidewege, Berlino 1903; Theorie der phantasie, Charlottenburg 1908; Naturph. Vorles. üb. d. Grundprobleme d. Bew. u. d. Lebens, Lipsia 1908; 2ª ed., 1924; Begründung des Vitalismus, Berlino 1908; D. Relativitätstheorie in der modernen Physik, Berlino 1914.
Bibl.: G. Uphues, Zur Krisis in der Logik, Berlino 1903.