MENISCO
. Varie statue arcaiche femminili o maschili, rinvenute sull'Acropoli ateniese e in altre località della Grecia, presentano brevi appendici di bronzo o di ferro, ritorte e ossidate dal tempo, incastrate in piccoli buchi praticati sulla cervice. Si è molto discusso sulla loro funzione. P. Kabbadías pensò, per primo, al sostegno di una specie di ombrellino atto a riparare dal sole le statue policromate; e H. Lechat credette che tali oggetti metallici, posti sulle statue che venivano dedicate quali ex-voto nei recinti dei templi, fossero delle protezioni contro le possibili lordure degli uccelli. In verità, pur ammettendone l'esistenza, non si è in grado di formarsi un'idea della forma di questi menischi. F. Studniczka, nella sua ricostruzione della kore di Antenore, gli diede la forma del fiore di loto che si allarga al di sopra della testa, e che bene poteva adattarsi a una statua votiva; E. Petersen pensò a un disco rotondo sostenuto da un'asticciola a tridente, come ne sono state trovate a Norma, a Nemi e a Cerveteri, e posto orizzontalmente sulla testa; e il Lechat lo ideò come una mezzaluna (il nome μνίσκοςη "crescente lunare" bene risponderebbe a questa forma) o più semplicemente come un'asta di metallo, costituente da sola tutto l'apparecchio. Nulla però si può dire di veramente sicuro. È da supporre solo che tali appendici abbiano avuto forme diverse. Tali oggetti furono usati per coprire inoltre gli acroterî e le antefisse dei templi, ma nel sec. V a. C., certo per la loro forma antiestetica, erano già poco usati e tendevano a scomparire rapidamente.
Bibl.: O. Rayet, Monum. de l'art ant., Parigi 1883, I, p. 3, tav. xviii; P. Kabbadias, in 'Εϕημ. ἀρ., 1886, p. 76; F. Studniczka, in Jahrb. arch. Inst., II (1887), p. 140; W. Helbig, in Röm. Mitth., 1887, p. 149; E. Petersen, in Ath. Mitth., XIV (1889), p. 233; H. Lechat, in Bull. Corr. Hell., XIV (1890), p. 337; M. Collignon, Hist. de la sculpt. grecque, I, Parigi 1892, p. 350 e tav. i; G. Perrot e, Ch. Chipiez, Hist. de l'art, VIII, Parigi 1903, p. 606; per i menischi di Nemi, Mon. Lincei, XIII, coll. 327 seg., 331 seg.