menomare
Verbo usato solo nel Convivio, contrapposto al suo contrario, rispettivamente ‛ crescere ', ‛ ingrossare ', ‛ essere di soperchio '.
Nel primo esempio (queste ore si fanno picciole e grandi nel dì e ne la notte, secondo che il dì e la notte cresce e menoma, III VI 2; e ugualmente al § 3 secondo che cresce e menoma lo die e la notte) ha il significato di " diminuire " quantitativamente, ed è intransitivo. ancora con senso quantitativo: IV XXIV 5 però che lo caldo naturale è menomato, ossia " scemato "; in XXVII 18 forze non ci menomano, anzi ne sono a noi di soperchio, il senso del verbo è " mancare ", " difettare ", come nel testo ovidiano di cui il passo è traduzione: " Rebora non desunt " (Met. VII 510). È invece usato transitivamente, e vale " diminuire " in senso morale, in III X 7 vergogna crescerebbe al suo amico quello ammonendo o menomerebbe suo onore.