mercare
Due volte ricorre in rima (solo con cerca e noverca: sono le uniche rime in -erca, che nelle Rime non compaiono mai). In Pd XVI 61 è usato intransitivamente e significa " esercitare la mercatura ": tal fatto è fiorentino e cambia e merca, dove si vuol mettere soprattutto in rilievo che gente del contado si è inserita nelle arti maggiori.
Come transitivo, con il ‛ si ' passivante e il senso di " fare oggetto di commercio ", in Pd XVII 51 là dove Cristo tutto dì si merca, " cioè in quello luogo, nel quale Cristo si vende e di lui si fa baratto, come de le mercanzie; cioè ne la corte di Roma: però che quine s'ordinò lo trattato di cacciare li bianchi di Fiorenza " (Buti, che legge Laddove Cristo tutto si commerca). L'espressione icastica ha forse la sua prima radice nell'episodio dei mercanti nel tempio (Marc. 11, 15 ss.; Luc. 19, 45 ss.; ecc.).
Anche in Fiore CLXXIV 14 quel che ti sarà assai costato / ... caro il ti terrai, / con tutto n'aggie tu ben mal mercato, " per quanto tu ci abbia fatto un cattivo affare " (Petronio).