mercato dei beni
Nella teoria macroeconomica, insieme dei beni concepito come aggregato unico, tralasciando di considerare i diversi m. in cui ciascun b. viene scambiato. In particolare, si ipotizza che esista un unico b. omogeneo (Y) (ossia un b. composito che rappresenta tutti quelli del sistema economico, noto come prodotto interno lordo) e pertanto esiste un solo m. dei beni. Inoltre, date le semplificazioni precedenti, esiste anche un unico prezzo (P) a cui il b. viene acquistato e venduto. Tale prezzo è abitualmente l’indice dei prezzi. Il b. omogeneo può avere diverse destinazioni di uso, per es. il consumo privato da parte delle famiglie o il consumo collettivo rappresentato dalla spesa pubblica e la spesa per investimenti da parte delle imprese.
L’interazione tra m. dei b. e altri m. macroeconomici può essere colta attraverso la legge di Walras (➔ Walras, legge di), secondo la quale la somma degli eccessi di offerta di tutti i m. è nulla. Per costruire gli eccessi di domanda occorre partire dai vincoli di bilancio degli operatori. Nell’ipotesi che questi siano soltanto imprese e lavoratori si ha la seguente relazione:
che esprime l’uguaglianza tra il totale delle risorse (ricavi dalle vendite + interessi per l’emissione di titoli di debito + moneta detenuta in portafoglio) e il totale degli impieghi (spesa per investimenti + costo del lavoro + profitti distribuiti + moneta domandata). Il vincolo di bilancio delle famiglie è rappresentato dalla relazione:
ossia il totale delle risorse (reddito da lavoro + profitti dalle imprese + moneta detenuta in portafoglio) uguaglia la somma degli impieghi (spesa per consumi + costo del debito + domanda di moneta). Indicando con MS=MSH+MSF l’offerta complessiva di moneta e con MD=MDH+MDF la domanda complessiva di moneta e sommando le due equazioni membro a membro, si ottiene la legge di Walras:
Ciascuna parentesi rappresenta l’eccesso di offerta su un m.: quello dei b., quello dei titoli, quello del lavoro e quello della moneta. I prezzi sono 3: il salario reale (W∕P), il tasso di interesse reale (r) e il prezzo dei beni (P). La conseguenza della legge di Walras è che l’equilibrio su 3 dei 4 m. comporterà l’equilibrio anche sul quarto e che se uno dei m. non è in equilibrio, ne dovrà essere almeno un altro che non lo è. ● Si può dimostrare che anche in un mondo a prezzi e salari fissi, come quello descritto dal modello IS-LM (➔ IS-LM, modello), la relazione tra i vari m. aggregati è esprimibile tramite la legge di Walras, anche se in questo caso sul m. del lavoro il livello di occupazione sarà sempre determinato dal ‘lato corto’ del m., cioè dalla minore tra la domanda e l’offerta, senza che variazioni dei salari reali (dato che i salari monetari e i prezzi sono fissi) possano ricondurlo all’equilibrio. In questo caso, dunque, la legge di Walras sarà espressa da:
La legge di Walras, nel modello IS-LM, permette di modellare esplicitamente solo il m. dei b. e quello della moneta, dal momento che se questi sono in equilibrio lo sarà anche quello dei titoli, mentre sul mercato del lavoro potrà esservi disoccupazione.