mercato efficiente
Concetto che sintetizza la capacità dei mercati ‒ strutture nelle quali si negoziano attività finanziarie, beni, servizi e fattori di produzione ‒ di offrire il miglior servizio atteso dagli agenti economici che a esso partecipano. Si distinguono diversi tipi di efficienza: allocativa, tecnica e informativa.
Si ha quando il funzionamento del m. è tale da generare sempre una situazione in cui non si possono migliorare le condizioni di alcuni soggetti senza peggiorare quelle di altri.
È la capacità di offrire un servizio che consenta la più ampia partecipazione degli operatori interessati, in modo tale che questi trovino rapidamente e a basso costo risposte alle proprie esigenze.
Tipica dei m. finanziari, fa riferimento alla relazione fra prezzi di mercato degli asset (➔) negoziati, valori degli stessi e informazioni disponibili. L’informazione riveste un ruolo chiave e se ne distinguono 3 gradi: la più ampia possibile include ogni informazione pubblica e privata accessibile; una intermedia che considera solo l’informazione pubblica; una più ristretta che comprende soltanto quella derivante dai prezzi di m. presenti e passati. Un m. si definisce e. rispetto a uno specifico grado di informazione se il prezzo di ogni asset ivi negoziato è uno stimatore non distorto del valore reale dell’asset stesso. In termini formali, indicando con s e t (s<t) due epoche e con E* l’operatore valore atteso, aggiustato per tenere conto del compenso per il tempo e il rischio (altrimenti detto valore attuale atteso in un mondo neutrale al rischio), se P(s)=E*(P(t/I(s)), cioè se il prezzo corrente all’epoca s è il valore atteso, condizionato all’informazione corrente I(s), del prezzo futuro, si dice che l’evoluzione dei prezzi è descritta da un processo di submartingala finanziaria (aggiustata al rischio; ➔ martingala). Se l’informazione è ampia, si ha efficienza forte, se intermedia semiforte, se ristretta debole. In un m. e. non esistono strategie di negoziazione vincenti basate sull’informazione esistente. Per strategie vincenti si intendono quelle che, sfruttando solo le conoscenze disponibili, generano mediamente un rendimento in eccesso rispetto a quello ottenuto dal mercato. Per es., un m. è debolmente e. se non esistono strategie basate esclusivamente sui prezzi passati e presenti che producano in media un rendimento in eccesso rispetto a quello di mercato. I soggetti che fondano i propri piani di negoziazione sui prezzi sono detti chartisti o graficisti. Se i m. fossero e. (anche solo debolmente) i graficisti non realizzerebbero guadagni migliori di quelli dati dal mercato. In un m. e. in senso semiforte nemmeno strategie basate su analisi di altre informazioni pubbliche sulle caratteristiche dell’impresa e del mondo in cui è immersa (la cosiddetta analisi fondamentale) risulterebbero vincenti. Le uniche possibilità di extra rendimenti derivebbero, in tale cornice, dall’acquisizione tempestiva di informazioni riservate e dal loro utilizzo in strategie di negoziazione. Infine, se il m. è caratterizzato da efficienza forte, nemmeno pianificazioni basate su informazioni riservate determinano extra rendimenti e non ha quindi senso cercare di procurarsele. I risultati sistematicamente migliori di alcuni investitori sono talvolta spiegati con la loro tempestività (market timing) nell’assumere posizioni lunghe o corte in risposta all’arrivo di informazioni pubbliche; ciò smentirebbe l’ipotesi di efficienza semiforte. Altri critici dell’EMH (Efficient Market Hypothesis) si concentrano su caratteristiche psicologiche degli investitori, che tenderebbero a reagire in maniera gregaria alle informazioni, dando luogo in tal modo a bolle e crolli dei mercati. Soggetti più accorti potrebbero approfittare di queste condizioni assumendo posizioni corte nei momenti di euforia collettiva e lunghe nel panico. I risultati delle indagini empiriche su tali questioni sono controversi. Alcuni studi sembrano supportare l’ipotesi dell’efficienza debole, altri quella dell’efficienza semiforte, ma nulla di conclusivo è emerso e prevale la sensazione che l’efficienza nelle sue varie forme possa essere meglio descritta come una caratteristica prevalente solo in alcuni periodi di tempo e in alcuni specifici mercati.