MERCHANT ADVENTURERS
. Fra i diversi gruppi di mercanti inglesi che, alla fine del Medioevo, cominciarono a esportare i prodotti nazionali in paesi stranieri, primeggiarono i merchant adventurers, i quali raggiunsero, dopo i primi del Cinquecento, importanza commerciale assai grande. Originariamente essi erano conosciuti col nome di confraternita di S. Tommaso di Canterbury, e in epoca abbastanza remota ottennero una posizione privilegiata, ch'essi facevano anzi risalire a una carta del 1216. Nel 1296 il duca di Brabante concedeva un privilegio, confermato e ampliato nel 1305, ai mercanti inglesi di Anversa, organizzati sotto il loro mayor, capitano o console. I re d' Inghilterra riconobbero e confermarono, almeno dopo il 1360, quei privilegi, e li estesero ai mercanti inglesi che frequentavano le coste dei paesi scandinavi e del Baltico.
I privilegi dei merchant adventurers furono notevolmente ampliati, nel 1807, dal re Enrico VII, al tempo del quale si crea nella sua forma definitiva l'organizzazione di quella che d'allora in poi è sempre designata col nome di Compagnia dei Merchant Adventurers, col suo governatore e 24 assessori, che hanno la competenza di decidere tutte le liti e controversie civili e di esercitare un'autorità disciplinare su tutti i membri della Compagnia.
Questo nome non deve fare supporre che si tratti di una vera società commerciale. In realtà si tratta di una corporazione privilegiata, alla quale devono appartenere tutti coloro che vogliono esercitare il commercio di esportazione dei panni e di pochissimi altri prodotti inglesi (a eccezione della lana greggia, riservata ad altra compagnia privilegiata). I singoli membri, o individualmente o riuniti in società, esercitano il commercio per proprio conto, riconoscendo soltanto l'autorità disciplinare e giurisdizionale dei capi della compagnia, che ne tutelano anche gl'interessi nei rapporti con le città e gli stati esteri, dov'essi esplicano la loro attività. Alla compagnia appartengono mercanti di Londra, di York, Norwich, Newcastle e altre città. Alla fine del Cinquecento il numero dei merchant avventurers sarebbe salito a 3500, di cui la maggior parte avevano la loro sede abituale a Londra; gli altri, che appartenevano alle città minori, costituivano spesso, entro la compagnia, gruppi distinti e molte volte in gara col gruppo maggiore. Entro la sua sfera d'influenza, che si estendeva sulle coste dei Paesi Bassi e della Germania, la compagnia godeva di un assoluto monopolio del commercio.
Nell'esercizio della loro attività di esportatori sull'opposta sponda del Mare del Nord i merchant adventurers incontrarono un gravissimo ostacolo nella posizione privilegiata di cui godevano da lungo tempo i mercanti tedeschi della Lega anseatica. Iniziata già nel sec. XIV, la lotta si acuisce nel sec. XVI, quando i merchant adventurers riescono a ottenere da Edoardo VI (1553) che egli subordini il mantenimento dei vecchi privilegi all'Ansa di Londra, alla condizione che le città della lega assicurino un trattamento di piena reciprocità ai mercanti inglesi che le frequentano per ragione di commercio. Mentre infatti fino a quel tempo la sede principale dell'attività dei merchant adventurers sul continente era stata Anversa, appunto allora essa, per le difficoltà suscitate dai mercanti locali e, più tardi, dalla situazione politica, cominciava a spostarsi verso le città tedesche, dapprima a Emden, poi ad Amburgo. Nel 1567 fu stipulato tra l'amministrazione di questa città e la compagnia un accordo, per la durata di I0 anni, per cui numerosi privilegi erano accordati in Amburgo ai suoi membri, i quali in compenso s'impegnavano a concentrarvi tutto il loro traffico con la Germania. Le altre città della lega protestarono contro l'accordo, e alla scadenza ne proibirono la conferma, provocando in tal modo un periodo di reciproche rappresaglie, di cui però era facile prevedere il risultato, perché ormai la maggior parte degli stati dell'Europa centrale e orientale non poteva rinunciare al rifornimento delle stoffe inglesi; e i merchant adventurers trovarono sempre, pure attraverso gravi difficoltà, la possibilità di continuare il loro traffico valendosi dei porti minori della costa tedesca più occidentale (Emden o Stade) e dei porti olandesi Miaddelburg e Dordrecht).
Ma se in quell'epoca la compagnia con la sua vittoria nella lunga lotta contro gli anseatici si poté considerare all'apice della sua potenza, appunto allora si manifestano i primi segni della decadenza, perché s'inizia contro di essa l'opposizione all'interno sia da parte di quei mercanti inglesi che, non potendo entrare in essa o non volendo sottostare al suo controllo, si vedono esclusi dal commercio con l'estero, sia nel seno stesso della compagnia da parte dei gruppi delle città minori che insorgono contro il predominio dei mercanti di Londra. La lunga lotta, favorita dal rapido sviluppo del commercio inglese dopo la prima rivoluzione, finisce col trionfo degli oppositori. Un atto del 1689 concede a qualsiasi persona "di esportare panni in ogni parte del mondo". Dopo quel decreto la compagnia seguitò ancora a vivere sino ai primi anni del sec. XIX.
Bibl.: I. Wheeler, A Treatise of Commerce (1601), ristampato con introduzione e note da G. Burton Hotchkiss, New York 1931; G. v. Schanz, Englische Handelspolitik gegen Ende des Mittelalter, Lipsia 1881; G. v. Brakel, Die Entwicklung und Organisation der Merchant Adventurers, in Vierteljahrschrift für Sozial- und Wirtschaftsgeschichte, V (1908); E. Lipson, The economic history of England, Londra 1929-1931.