OPPENHEIM, Meret
Pittrice e scultrice svizzera, nata a Berlino il 6 ottobre 1913, morta a Basilea il 15 novembre 1985. Trascorsa l'infanzia in Svizzera e in Germania, frequentò la Kunstgewerbeschule di Basilea (1929-30), interessandosi alle teorie psicanalitiche di C.G. Jung e dipingendo i suoi primi acquerelli (Immagine votiva, 1931) ispirati a P. Klee e alcuni disegni-collages con predilezione per le immagini archetipe dell'inconscio e della natura primordiale (Il quaderno di uno scolaro, 1930, coll. A. Breton; Venere primitiva, 1933). Stabilitasi a Parigi nel 1932, s'iscrisse all'Académie de la Grande Chaumière, e prese a frequentare le gallerie d'arte e il Café du Dôme, dove incontrò A. Giacometti che la introdusse al gruppo surrealista ispirandole anche i suoi primi oggetti surrealisti (Orecchio di Giacometti, 1933; Ma gouvernante, my nurse, mein Kindermädchen, 1936, Stoccolma, Moderna Museet).
In stretto contatto con S. Taeuber, H. Arp, M. Ernst e Man Ray (per il quale posò per alcune celebri fotografie di nudo), nel 1933 O. partecipò al Salon des Surindépendants proponendo alcuni dipinti caratterizzati dalla presenza di oggetti reali incollati sulla superficie del quadro (Anatomia di una donna morta, 1934; Un minuto senza pericolo, 1934) e, nel 1936, alla mostra Fantastic Art, Dada and Surrealism con Colazione in pelliccia (tazza con piattino e cucchiaio ricoperti di pelliccia, New York, Museum of Modern Art), opera che la rese rapidamente celebre. Pur mantenendo i contatti con l'ambiente parigino (nel 1939 partecipò alla mostra dedicata ai Mobili fantastici e poetici dalla Galerie Drouin di Parigi e dalla Leo Castelli Gallery di New York presentando il Tavolo dalle zampe di uccello), dal 1936 visse a Basilea dove M. Ernst presentò la sua prima mostra personale alla galleria Schultess (1936). Iscrittasi nuovamente alla Kunstgewerbeschule (1938-40), O. continuò a dipingere (Guerra e pace, 1943, Basilea, Kunstmuseum) nonostante la condizione d'isolamento dovuta a una crisi psichica risolta definitivamente solo nel 1954.
Autrice anche di disegni per maschere e costumi teatrali (Le désir attrappé par la queue di D. Spoerri, 1956, Basilea), dalla seconda metà degli anni Cinquanta O. riprese l'attività di scultrice con opere in legno e in pietra (Fiore mascherato, 1958, Zurigo, Kunsthaus), ispirate talvolta a progetti degli anni Trenta (Orecchio di Giacometti, 1959; Ricordo della tazza di pelliccia, 1972), e realizzò un grande rilievo per la scuola di Monbijou (1965). Per l'Exhibition Internationale de Surréalisme, allestita dalla Galerie Cordier di Parigi nel 1959, ideò il Festin cannibale, imbandendo sul corpo di una donna nuda il banchetto inaugurale della manifestazione, e partecipò inoltre alla rassegna Dada, Surrealism and their Heritage organizzata dal Museum of Modern Art di New York nel 1968 e a Documenta 7 presso il Museum Fridericianum a Kassel nel 1982, ottenendo importanti riconoscimenti internazionali tra i quali il Premio di Basilea nel 1974 e il Gran Premio di Berlino nel 1982.
Bibl.: A. Breton, P. Eluard, M. Ray, Photographies 1920-1934, Parigi 1934; A. Barr, Fantastic art. Dada and Surrealism, New York 1936; Almanach neuer Kunst in der Schweiz, Zurigo 1939; M. Nadeau, Histoire du Surréalisme: documents surréalistes, Parigi 1948; R. Benayoun, Erotique du Surréalisme, ivi 1965; W. Chadwick, Women artists and the Surrealist movement, Londra 1985; C. Meyer-Thoss, Meret Oppenheim: Aufzeichnungen, 1928-1985: Träume, Berna 1986. Cataloghi di mostre: A.P. de Madiargues, Meret Oppenheim, Milano 1960; M. Ray e altri, Meret Oppenheim, Stoccolma 1967; A. Kamber, Meret Oppenheim, Solothurn, Winterthur, Duisburg 1974, 1975; J. Glaesemer, Meret Oppenheim: Arbeiten von 1930-1978, Amburgo 1978; J. Helfenstein, Meret Oppenheim: Legat an das Kunstmuseum Bern, Berna 1987.