MÉRIDA (A. T., 148)
Capitale dello stato di Yucatán nel Messico sud-orientale, a più di 30 km. a S. di Progreso, suo porto, sulla costa del Golfo del Messico. Nel 1930 aveva 91.130 ab. Sede del governo dello stato, di un comando di zona militare e di un vescovo, deve la sua importanza al fatto che in essa si accentrano i prodotti agricoli dello Yucatán, i quali affluiscono per mezzo delle linee ferroviarie che allacciano alla città tutti i centri principali della zona coltivata, nonché i porti di Progreso e di Campeche.
Mérida sorge su una larga pianura aperta verso il nord, in mezzo a un territorio calcareo il quale assorbe rapidamente l'acqua piovana ed è quindi poco adatto alla coltura in genere, ma straordinariamente propizio allo saluppo del maguey, la pianta che fornisce l'henequén o fibra di sisal. La produzione e il commercio dell'henequén ha il suo centro in Mérida, che ne ha tratto grandi vantaggi economici: di qui deriva il recente rinnovamento e sviluppo cittadino. Attualmente Mérida è una delle città più progredite del Messico, con strade ben tracciate e ben pavimentate, frequentate da una pittoresca folla di yucatecos bianco vestiti, frammisti a numerosi rappresentanti dell'antica razza maya. Possiede molti edifici pubblici notevoli, tra cui l'imponente cattedrale del sec. XVI, che sorge sulla piazza principale accanto al palazzo vescovile e quello del governo; il teatro Peón Contreras, la biblioteca pubblica, il museo con interessanti oggetti della civiltà maya, l'università, che comprende le facoltà di legge, di medicina e di farmacia e il seminario vescovile. Mérida è importante centro letterario e culturale e insieme industriale e commerciale; vi sono fabbriche di cappelli di paglia, di amache, di sapone, cotonifici, ecc.; esporta sisal, pelli, zucchero, rum, chicle, ecc. Celebre era una volta per il fasto dei suoi carnevali e per il lusso dei grandi proprietarî, grazie ai forti guadagni per la produzione dell'henequén.
Storia. - Fondata il 6 gennaio 1542 da Francesco di Montejo sul posto delle rovine dell'antica città maya di Tan-Hò, dopo essere stata sotto l'amministrazione delle giunte de los Confines (1544), di Messico (1548) e di Guatemala (1552), passò nel 1562 alla dipendenza diretta della Spagna, pur facendo parte del viceregno del Messico. Soffrì delle incursioni dei pirati fin dal 1571; organizzò fra il 1724 e il 1797 delle spedizioni contro i coloni di Belice. Proclamò la sua indipendenza dalla Spagna il 15 settembre 1821, e decise di unirsi col Messico; tuttavia si separò varie volte dal Messico, fino a che, devastato nel 1848 lo Yucatán da una terribile ribellione dei Maya, vi si riunì definitivamente.
Bibl.: E. Ancona, Historia de Yucatán, Mérida 1878-80; V. Riva Palacio, El Virreinato de México a través de los siglos, II, Messico-Barcellona 1885; A. Leduc e L. Lara Pardo, Diccionario de Geografia, Historia y Biografia Mexicanas, Messico 1910.