MERLINO
. Mago e profeta leggendario, il cui nome appare per la prima volta collegato con la favola di re Artù e dei suoi cavalieri nelle opere di Goffredo di Monmouth: Prophetiae Merlini; Historia regum Britanniae; Vita Merlini (prima metà del sec. XII). Lo scrittore gallese aveva tratto partito dalla figura di "Ambrosius" dell'anonima Historia Britonum: e non è provato che le analoghe leggende sopra un bardo celtico Myrddin siano anteriori all'Historia di Goffredo. Sul principio del sec. XIII, Robert de Boron pose la figura di M. al centro della sua trilogia sul Graal; il suo poema francese, Merlin, non ci è rimasto intero, ma ne conosciamo la riduzione e le continuazioni in prosa, ch'ebbero fortuna e stabilirono la leggenda di M. nelle linee più significative.
M. è figlio del diavolo, procreato da lui per combattere la fede, ma il suo dono di preveggenza lo rende amico e alleato dei cristiani, maestro di Artù, ispiratore di nobili e mistiche imprese; innamorato della Donna del Lago (o Viviana), prepara un sepolcro incantato e inviolabile, che avrebbe dovuto accogliere i loro corpi; ma la donna vi chiude per inganno l'amante ancor vivo, il quale non potrà più uscirne fino al giorno del Giudizio. M. appariva una figura ricca di contrasti, per la predestinazione al male ch'essa reca nel proprio sangue, e ch'è vinto da uno spirito più forte di bontà e d'intelligenza, per l'ingenuo abbandono che l'offusca mentr'è sotto il dominio della passione; e all'interesse romanzesco ch'essa veniva così a suscitare s'aggiunge la curiosità per le profezie, strane, argute, e talvolta satiriche, ch'ebbero anche uno sviluppo separato nel ciclo del M. silvestre, (o di Lailoken). In Italia, e a Venezia (o da un veneziano), furono composte fra il 1274 e il 1279 le Prophecies de Merlin, vasta compilazione che intreccia alle profezie la storia del mago e degli altri eroi bretoni; dalle Prophecies derivano in parte la Storia di M. di Paolino Pieri e l'anonima Historia di M., l'una e l'altra del sec. XIV; e il nome e la favola appaiono di frequente nella letteratura italiana, soprattutto nei romanzi cavallereschi; l'Ariosto attribuì al "vivo spirto" di M., chiuso nella tomba per il tradimento. della Donna del Lago, le predizioni sugli Estensi nel 3° canto dell'Orlando Furioso. M. è ricordato in un episodio del Don Chisciotte del Cervantes e il suo nome designò a lungo nei racconti popolari la figura tipica del mago. Nel romanzo Merlin l'Enchanteur (1860), Edgar Quinet volle simboleggiare la storia di tutto un popolo in quel connubio d'aspirazioni divine e d'impurità sataniche, che gli appariva come l'essenza romantica della leggenda.
Bibl.: F. Lot, Études sur M., in Annales de Bretagne, XV (1900) e Nouvelles études sur le cycle arthurien, in Romania, XLV (1918-1919); J. Douglas Bruce, The evolution of Arthurian Romance from the Beginnings down to the Year 1300, Gottinga 1923, voll. 2 (2ª ed., con supplem. di A. Hilka, 1928); E. Faral, La Légende arthurienne: Études et documents, parte 1ª: Les plus anciens textes, Parigi 1929, voll. 3; P. Pieri, La storia di M., Bergamo 1898; Les Prophecies de M., edited from Ms. 593 in the Bibl. Munic. of Rennes, a cura di L. Allen Paton, New York 1926, voll. 2; E. G. Gardner, The Arthurian Legend in Italian Lit., Londra 1930; J. Boulenger, l'Hist. de M. l'enchanteur, Parigi 1922, con prefaz. di J. Bédier (ammodernamento sui varî testi).