Merovingi
È la dinastia che regnò sui Franchi, nella Gallia ex-romana, dalla fine del sec. V al 751. Così chiamata da Meroveo, del quale non si sa praticamente nulla, si affermò in modo definitivo con Clodoveo (481-511), che si convertì al cattolicesimo e riuscì a unificare il paese. Ultimo sovrano della serie fu Childerico III, deposto nel 751 dal ‛ maestro di palazzo ' Pipino il Breve (il primo dei sovrani Carolingi) e da lui relegato nel monastero di Saint-Omer, dove morì nel 755.
In alcuni dizionari danteschi (e anche nell'indice Casella della '21) troviamo registrato il lemma M.; talvolta anche Childerico III. Ma D. non ricorda né gli uni né l'altro. L'inclusione di tali lemmi riflette solo un'ipotesi che è stata avanzata per risolvere una ‛ crux ', non poi così grave, di Pg XX 52-54 Figliuol fu' io d'un beccaio di Parigi: / quando li regi antichi venner meno / tutti, fuor ch'un renduto in panni bigi, / trova'mi stretto, ecc.: è Ugo Capeto che parla, e li regi antichi sono dunque i sovrani della dinastia che ha regnato in Francia immediatamente prima di quella inaugurata da lui; Carolingi gli antichi sovrani del paese, Capetingi quelli per cui novellamente è Francia retta (v. 51). Ma poiché non risulta che l'ultimo rampollo della dinastia spodestata (v. CARLO DI LORENA) sia stato rinchiuso in un monastero (fu invece imprigionato), si è supposto che D., poco informato com'era in genere sulla storia altomedievale, abbia scambiato il destino di Carlo di Lorena con quello di Childerico III, ultimo dei M., trattandosi dopotutto, sia in un caso che nell'altro, del passaggio da una dinastia a un'altra, in Francia.
Anche se plausibile, la spiegazione appare però sproporzionata all'entità della difficoltà da risolvere. Pur ammettendo che davvero Carlo di Lorena non abbia terminato i suoi giorni in un monastero come risultava a D., e che nessuna fonte fornisse questa versione dei fatti del 991, va tenuto presente che non il solo Childerico III ma molti altri sovrani deposti erano finiti così, tanto da lasciare aperta la possibilità che il renduto in panni bigi, detto di un sovrano, non sia che il riecheggiamento di un diffuso luogo comune.
Con riferimento piuttosto a quella che resta la vera difficoltà di questo passo dal punto di vista della corrispondenza con la realtà storica, va infine osservato che, come Ugo Capeto non era affatto l'uomo nuovo (figlio di un beccaio!), radice de la mala pianta capetingia, che D. vorrebbe, ma aveva già alle spalle una più che secolare storia dinastica (v. CAPETINGI), anche Pipino, il soppiantatore di Childerico III, non si sarebbe proprio potuto dire fatto da sé, dal momento che la carica di ‛ maestro di palazzo ' di Austrasia era ereditaria nella sua famiglia almeno dai tempi del suo trisavolo Pipino di Landen, morto nel 639.
Bibl. - Toynbee, Dictionary 172, 443.