MERTOLA
MÉRTOLA (lat. Myrtilis, Myrtilis Iulia; Mārtola nei docc. medievali)
Cittadina del Portogallo meridionale, nel distretto e nella diocesi di Beja, nel territorio dell'Alentejo, posta su di una piccola collina sulla riva destra del fiume Guadiana, in prossimità del punto di confluenza del fiume Oeiras.Secondo Tolomeo (Geographia, II, 5, 4) l'origine degli oppida di Myrtilis e di Pax Iulia (Beja) sarebbe da porre in connessione con l'azione dei Turdetani (Sousa Soares, 1957). Dopo la conquista della penisola iberica da parte dei Romani e la successiva pacificazione, Myrtilis venne inclusa nella provincia di Lusitania, come parte del conventus Pacensis (Alarcão, 1974). M., centro agricolo e minerario, ricevette notevole impulso come porto e nodo commerciale dalla navigabilità del Guadiana. Da M. passava inoltre la via romana che collegava le regioni settentrionali intorno a Beja, capoluogo del conventus, con quelle meridionali circostanti Castro Marim (Baesuris), nell'Algarve.Durante la dominazione romana, M., oltre a essere cinta di mura, sarebbe stata dotata di un foro, di un criptoportico - utilizzato come cisterna in epoca islamica -, di un tempio, di una basilica e di un castellum (Figueiredo Torres, Oliveira, 1987; Figueiredo Torres, Alves da Silva, 1989). Una casa di epoca romana, rinvenuta nel corso di lavori di risistemazione urbana, è stata trasformata nel Mus. Romano e in essa si conservano una statua acefala di un personaggio togato (sec. 1°), lapidi, epigrafi, armi, ceramica e monete, alcune delle quali coniate nella stessa M. (Del Rivero, 1923; Figueiredo Torres, Alves da Silva, 1989). Fuori delle mura si conservano i resti di due necropoli romane, una situata in prossimità della via che si dirigeva a Beja, e rimasta in uso fino al sec. 5°, e una seconda posta nella Achada de São Sebastião (Figueiredo Torres, Macias, 1993).Secondo quanto riferisce il Chronicon di Idazio (sec. 5°), a M. ebbe luogo la vittoria del re svevo Rechila (m. nel 447) sul corpo di spedizione romano guidato da Censorio, nel 440, un anno dopo la conquista sveva di Mérida, capitale della Lusitania. Del periodo visigoto (secc. 5°-8°) si conservano a M. importanti resti archeologici che sono ancora in corso di studio. Tra di essi emergono la navatella settentrionale e parte della navata centrale di una basilica situata nel Rossio do Carmo (od. Mus. Visigótico), al di fuori delle mura della città antica, che servì a sua volta da recinto funerario. La sua pianta doveva essere a tre navate scandite da colonne e articolate in sette campate, con due absidi semicircolari affrontate, di cui quella occidentale appare interpretabile come martyrium (Estacio da Veiga, 1880; Bandeira Ferrira, 1965). La facciata meridionale dovette subire un ampliamento in epoca successiva, probabilmente con l'addossamento di un portico, utilizzato anche come spazio per nuove sepolture. Probabilmente l'edificio disponeva anche di un coro, posto sul lato orientale (Macias, 1992; Figueiredo Torres, Macias, 1993). Dentro e fuori la chiesa sono state rinvenute numerose sepolture scavate nella roccia, generalmente coperte da lastre di ardesia, mentre le più importanti iscrizioni - in greco e in latino - si ritrovano su lapidi di marmo. Queste ultime fanno riferimento tra l'altro a otto presbiteri, a un ostiarius, a un princeps cantorum (Andrea, m. nel 525), a un lettore di origine greca e a una religiosa (Rufina, m. nel 587; Correia, 1928; Vives, 1942). L'iscrizione più antica, conservata a Lisbona (Mus. Nac. de Arqueologia), risale al 462. Questa basilica dovette essere costruita intorno alla metà del sec. 5° e rimase officiata per il culto e il servizio funerario fino agli inizi del sec. 8° (Figueiredo Torres, Macias, 1993). Nei pressi del fiume, dove fu in seguito edificata la cappella di Santo Antonio, sono stati rinvenuti i resti di un'altra probabile chiesa paleocristiana (Figueiredo Torres, Macias, 1993).Dopo l'occupazione islamica, M. fu per due volte, nei secc. 11° e 12°, capitale di uno dei regni di Taifas (Miranda, 1963, p. 20). Sotto il dominio almohade (seconda metà del sec. 12°) furono realizzate opere nell'area dell'Alcazaba, la città venne cinta di nuove mura e fu costruita o riedificata una moschea; le fonti attestano che nel 1171 Abū Ḥafṣ ordinò di restaurare la fortezza di M. e di migliorarla aggiungendovi una torre (Miranda, 1963).A quest'epoca dovrebbe risalire anche la costruzione o la risistemazione del complesso della porta d'accesso al castello, dotata di un torrione a pianta semicircolare. Della moschea del sec. 12°, trasformata in seguito nella chiesa principale dedicata a Nostra Signora dell'Assunzione e molto rimaneggiata agli inizi del sec. 16°, all'epoca del re Emanuele I (1495-1521), si conserva ancora la pianta primitiva a cinque navate. Delle sette campate originarie ne rimangono solo quattro e, in seguito ai restauri, sono stati riportati alla luce il miḥrāb, il minbar, quattro porte con arco a ferro di cavallo e relativo alfiz, realizzate con una tecnica muraria in pietra da taglio e laterizi di tradizione bizantina, nonché alcuni contrafforti esterni (Igreja Matriz, 1953; Ewert, 1965). Ogni navata era coperta da un tetto a due spioventi, la cui armatura in legno poggiava a sua volta su trabeazioni sorrette da sei colonne. Il miḥrāb, a pianta poligonale, è articolato su due livelli, di cui quello superiore è decorato in gesso con motivi ad archi ciechi spezzati (Ferreira de Almeida, 1986). In un disegno degli inizi del sec. 16°, opera di Duarte d'Armas (Livro das Fortalezas), si nota come all'epoca la moschea possedesse ancora i cinque tetti a due spioventi e un minareto.Nel quartiere almohade, che era situato tra il castello e la moschea, sono stati riportati alla luce i resti di un'abitazione di epoca islamica la cui costruzione risale agli inizi del 13° secolo. Nel museo installato provvisoriamente nella chiesa della Misericordia si conserva un'importante collezione di ceramiche islamiche, la cui cronologia si estende fino alla prima metà del sec. 13° (Figueiredo Torres, 1987).Nel 1238 la città di M. passò definitivamente sotto il controllo cristiano e un anno dopo il re Sancio II la donò all'Ordine di Santiago della Spada, il cui commendatore era Payo Peres Correia, che nel 1254 le concesse lo statuto cittadino (Lisbona, Arq. Nac. Torre do Tombo, Chancaleria Alonso III, I, cc. 147r-148r).Un'iscrizione collocata nel castello, sull'ingresso della torre dell'homenaje, riporta che questa fu costruita nel 1292 per incarico di João Fernandes, gran maestro dell'Ordine di Santiago. Dalla torre si accede alla sala d'armi, coperta da una volta gotica; al centro della sala si trova una cisterna (sec. 14°), voltata a botte e sostenuta da tre arconi trasversi. Alla fine del sec. 13° l'altare principale della chiesa installatasi all'interno della moschea venne collocato verso la parete nord (Lisbona, Arq. Nac. Torre do Tombo, Corporaçŏes Religiosas Orden de S. Tiago, 228, Livro da visitação de Mértola, 1° aprile 1482).
Bibl.:
Fonti. - Tolomeo, Geographia, a cura di C. Müller, 2 voll., Paris 1883-1901: I, pp. 133-134; Idazio, Chronicon, a cura di A. Tranoy, in SC, CCXVIII-CCXIX, 1974 (ed. a cura di J. Cardoso, Braga 1982, p. 25); Duarte d'Armas, Livro das Fortalezas, a cura di M. Da Silva Castelo, Lisboa 1990.
Letteratura critica. - S. Estacio da Veiga, Memória das antiguidades de Mértola, Lisboa 1880; J. Leite de Vasconcelos, Excursão archeologica da Lusitania a Bética, Lisboa 1900; P.A. de Azevedo, Auto de entregua da fortaleza de Mertolla, O Archeologo Português 6, 1901, pp. 206-208; J. Leite de Vasconcelos, Inscripção christã de Mértola do século VI, ivi, 7, 1902, pp. 144-145; B. Antonio de Sá, Explorações archeológicas em Mértola, ivi, 10, 1905, pp. 95-100; C.M. Del Rivero, La colección de monedas ibéricas del Museo Arqueológico Nacional, I, Madrid 1923; V. Correia, Arte visigótica, in História de Portugal, a cura di D. Peres, I, Barcelos 1928, pp. 362-388; M. de Oliveira, Epigrafia cristã em Mértola, Lisboa 1941; J. Vives, Inscripciones cristianas de la España romana y visigoda, Barcelona 1942 (19692); R. Dos Santos, O Estilo Manuelino, Lisboa 1952; Igreja Matriz de Mértola, Boletim da Direcção geral dos edifícios e monumentos nacionais. Monumentos 71, 1953; M. Tavares Chicó, A arquitectura gótica em Portugal, Lisboa 1954 (1981⁴); M. Saa, As grandes vias da Lusitânia. O itinerário de Antonino Pio, 6 voll., Lisboa 1956-1967; T. de Sousa Soares, Reflexões sobre a origem e a formação de Portugal, Revista portuguesa da história 7, 1957, pp. 193-Bibl.: 333; F. de Almeida, Arte visigótica em Portugal, O Archeologo Português, n.s., 4, 1962, pp. 5-278; H. Miranda, Nuevos fragmentos almorávides y almohades, I, Valencia 1963; F. Bandeira Ferrira, Uma planta arqueológica do Rossio do Carmo em Mértola, Revista de Guimarães 75, 1965, pp. 59-72; C. Ewert, La Mezquita de Mértola (Portugal), Cuadernos de la Alhambra 9, 1965, pp. 3-36; M. Maia, Primeira campanha de escavações realizada no Cerro do Castelo de Manuel Galo (Mértola), "Actas de las Jornadas arqueológicas, Lisboa 1972", Lisboa 1972, I, pp. 139-155; id., Fortaleza romana do monte Manuel Galo, "Actas do 3. Congresso nacional de arqueología, Porto 1973", Porto 1974, I, pp. 325-332; J. Alarcão, Portugal romano, Lisboa 1974; C. Torres Rodriguez, El reino de los Suevos, La Coruña 1977; C.A. Ferreira de Almeida, História da arte em Portugal, II, Arte da Alta Idade Média, Lisboa 1986; J.C. Garcia, O espaço medieval da Reconquista no sudoeste da Península Ibérica, Lisboa 1986; C. Figueiredo Torres, Cerâmica islâmica portuguesa, Mértola 1987; C. Figueiredo Torres, J.C. Oliveira, O criptopórtico-cisterna da Alcaçova de Mértola, "II Congreso de arqueología medieval española, Madrid 1987", Madrid 1987, II, pp. 617-626; C. Figueiredo Torres, L. Alves da Silva, Mértola. Vila Museu, Mértola 1989; J.C. Garcia, Alfajar de Pena. Reconquista e repovoamento no andevalo do século XIII, "Actas das II Jornadas luso-espanholas de história medieval, Porto 1987", III, Porto 1989, pp. 907-925; Museu de Mértola. I. Núcleo do Castelo, Mértola 1991; C. Figueiredo Torres, A Sé catedral de Idanha, Arqueología medieval 1, 1992, pp. 169-178; id., Povoamento antigo no Baixo Alentejo. Alguns problemas de topografia histórica, ivi, pp. 189-202; A. Goulart, Ibn Oasi, rei de Mértola e Mahdi luso-muçulmano, ivi, pp. 209-216; S. Macias, A basílica paleocristã e as necrópoles paleocristã e islâmica de Mértola: aspectos e problemas, CARB 39, 1992, pp. 401-434; C. Figueiredo Torres, S. Macias, Museu de Mértola-basílica paleocristã, Mértola 1993.M.J. Pérez Homem de Almeida