mese
Con il termine m. si possono indicare due diversi periodi di tempo corrispondenti rispettivamente al m. lunare o al m. del calendario, che è il periodo in cui viene suddiviso l'anno civile.
Il m. lunare può essere sidereo, corrispondente al tempo che la luna impiega ad allinearsi con una stessa stella (giorni 27,5 circa), oppure sinodico, corrispondente al tempo che la luna impiega a ricongiungersi col sole (giorni 29,5). Quest'ultimo viene detto anche ‛ lunazione ' e comprende le quattro fasi della luna, alle quali è connessa la misura della settimana. Il m. del calendario è una misura convenzionale, non corrispondente, nelle sue variazioni (31, 30, 29 o 28 giorni), ad alcun movimento reale dei corpi celesti.
D. talvolta designa il tempo con le lunazioni, come nella predizione di Farinata (If X 79-81) o nella rievocazione di Ulisse (XXVI 130-132). Da notare che la lunazione va da novilunio a novilunio (Pg XXIX 52-54), mentre nel passo di Farinata si parte dal plenilunio, perché quello è il dato attuale (nella settimana del viaggio di D. la luna è piena: cfr. If XX 124-129, Pg XXIII 118-121).
Nell'episodio del conte Ugolino le lunazioni sono denominate lune: più lune già, If XXXIII 26; in Pg XXII 36 sono chiamate lunari, ossia " periodi lunari " (m.): migliaia di lunari hanno punita.
Altre volte D. ricorre al m. del calendario e usa esplicitamente la parola m.: Un mese e poco più (Pg XIX 103), da tre mesi (II 98), e ancora in Vn V 4, Cv Il XII 7, XIV 17, Rime LXXIII 6.
In Cv III V 17 si fa riferimento alla zona del polo sud dove il sole rimane sopra l'orizzonte per sei m. l'anno; D. poteva ricavare la nozione da Alfragano, Liber de aggregationibus VII " Quare annus totus illic est dies unus, cuius dies est sex menses et nox eius semper sex menses ". In Vn XXIX 1, D. cita l'usanza araba di calcolare il giorno a partire dal tramonto precedente (v. ISLAM), in base alla quale Beatrice sarebbe morta ne la prima ora del nono giorno del mese, e ancora fa riferimento al calendario siriaco secondo cui il m. della morte di Beatrice (giugno) corrisponderebbe al nono mese de l'anno, però che lo primo mese è ivi Tirisin primo, lo quale a noi è Ottobre.
In Pd XXV 102, per descrivere la luminosità dello spirito di s. Giovanni Evangelista tra i beati del Cielo stellato, D. afferma che, se la costellazione del Cancro (v.) comprendesse in sé una stella di luce pari allo spirito di s. Giovanni, l'inverno avrebbe un mese d'un sol dì. Durante il m. invernale compreso tra il 21 dicembre e il 21 gennaio il sole è in congiunzione col Capricorno e la notte, che opposita a lui cerchia, è in congiunzione col Cancro. Se questa costellazione comprendesse in sé una stella così luminosa, ci sarebbe ininterrottamente luce per un mese intero, in quanto ogni giorno avrebbe 12 ore di sole e 12 ore di Cancro. Il termine ricorre ancora in Fiore III 1, LVI 7, CXLIX 3.