MESSENE (Μεσσήνη, Messene)
Nome della nuova capitale della Messenia fondata da Epaminonda dopo Leuttra, nel 369 a. C., attorno all'antica fortezza di Itome (v.); ad abitarla furono chiamati in parte i discendenti dei primitivi abitanti cacciati definitivamente in esilio dagli Spartani dopo i loro sfortunati tentativi di ritorno durante la guerra del Peloponneso, in parte gli abitanti di luoghi vicini, e la città, munita di un'ampia e formidabile cinta di mura, fu destinata, insieme con Megalopoli, Mantinea e Argo, a formare un infrangibile argine contro l'espansione spartana. Sembra però che il territorio sottoposto alla città in quest'epoca fosse di molto ridotto rispetto all'intera provincia delle antiche guerre messeniche; ingrandito tale territorio da Filippo di Macedonia dopo Cheronea (338 a. C.), Messene non ebbe tuttavia la forza di mantenerlo, e, a poco a poco, il suo dominio andò sgretolandosi: oggetto di contestazione fu sempre soprattutto la regione Denteliatide, verso l'estremità sud-orientale della Messenia al confine con la Laconia. Tale regione fu presa dalla Laconia verso la metà del sec. III; verso il 220 la costa occidentale della Messenia fu saccheggiata da Demetrio di Faro, che nel 214 invano assediò Messene stessa; nel 201 a. C. la città fu salvata dall'assedio di Nabide per l'intervento dello stratego acheo Filopemene. Entrata Messene per costrizione nella Lega achea nel 191 a. C., sollevatasi nel 182 per istigazione del demagogo Dinocrate, fece prigioniero e condannò alla cicuta il suo antico liberatore Filopemene, però tosto vendicato dal suo successore Licorta, che costrinse Messene a rientrare di nuovo nella Lega achea; dopo questa sconfitta, e altre successive defezioni di città soggette, il territorio della Messenia veniva a ridursi quasi esclusivamente a quello della città. Ancora una volta questa ebbe gran parte del suo antico territorio da Lucio Mummio dopo la sconfitta della Lega achea del 146 a. C., ma anche posteriormente abbiamo sentore di varî conflitti con le diverse città confinanti, e soprattutto della contesa con Sparta per la regione Denteliatide, risolta più volte con alterna fortuna. In epoca imperiale varie città messeniche, come Turia, Corone, Colonide, Asine, Motone, Ciparissia, pare abbiano avuto una relativa indipendenza dalla capitale, avendo diritto di battere monete proprie. Era Messene tuttavia una città ancora importante all'epoca di Pausania. Ha dato i natali allo scultore Damofonte.
Al contrario degl'imponenti ruderi della sua cinta, rimasta a noi come un modello dell'architettura militare dell'età ellenistica - cinta di cui si può ricordare, p. es., la famosa porta d'Arcadia sul lato nord-ovest dell'Itome, assai scarse e poco investigate sono le rovine della città, presso l'attuale località di Mauromáti. Venendo da settentrione si riconoscono i resti d'un teatro, d'un grande tempio (forse lo Ierotisio, dove fu eretta la statua bronzea di Epaminonda), quelli dello stadio e quelli dell'agorà, nel cui angolo nord-orientale si sono messe in luce le fondamenta del sinedrio dove sedeva l'assemblea messenica, e più sotto quelle della fontana Arsinoe. Alla medesima epoca della costruzione della cinta di Epaminonda risalgono verosimilmente varie fortificazioni avanzate, di cui si conservano ruderi più o meno visibili tutto attorno al territorio della città, nelle località odierne di Psoriari, Manganiako, Sphendamos, ecc.
Bibl.: E. Curtius, Peloponnesos, II, Gotha 1852, p. 136 segg.; St. Oikonomakis, Τα σωϕομενα Ιυωμθς, Μεσσθνθς και των πιριγι, Calamata 1879; D. Doukakis, Μεσσηνιακά, Atene 1906; G. Oikonomos, in Πραχτικα, 1909, p. 201 segg.; M.N. Valmin, Études topogr. sur la Messénie ancienne, Lund 1930.
Sulle rovine della Μεσσήνη classica, sorse più tardi, e si mantiene, il villaggio di Mauromáti (il nome allude alla presenza di una sorgente), piccolo aggregato rurale di 578 ab., nel cui comune è compresa anche la frazione di Simitsa (374 ab.), che segna l'estremità meridionale del vecchio centro. Questo, sorgendo sul tramezzo roccioso (870 m. s. m.) che il Pamiso intaglia per passare dal suo bacino superiore alla bassa pianura che orla il golfo di Calamata, veniva in realtà a dominare tuito il paese che costituiva il nucleo dell'antica Messenia.
L'antico nome di Μεσσήνη è attribuito oggi a uno dei principali centri abitati della Messenia, sulla destra del basso Pamiso, a poca distanza dalla foce, che ha dunque tutt'altra ubicazione dell'antica Μεσοήνη. La località è meglio conosciuta sul luogo come Νήσιον, o Nisi, capoluogo d'una delle eparchie del nomós: contava 5569 ab. nel 1920 e 6725 nel 1928.