MESSICO (XXII, p. 958; App. I, p. 836; II, 11, p. 288)
Governo e amministrazione. - Secondo gli ultimi emendamenti della Costituzione (1952) le donne sono parificate in tutti i diritti civili ed elettorali agli uomini: sono ammessi all'elettorato attivo tutti coloro che abbiano compiuti i 18 anni se maritati, i 21 anni se celibi o nubili.
Condizioni demografiche. - Il censimento del giugno 1950 aveva fatto rilevare una popolazione totale di 25.791.017 ab., saliti poi a 32.348.000 circa secondo i risultati di una stima globale del giugno 1958, e a 34.625.903 secondo i dati ufficiali dell'ultimo censimento, eseguito il 7 giugno 1960. Ma poiché di questo si conosce per ora solo tale risultato complessivo, la tabella seguente fornisce i dati statistici fondamentali relativi ancora al censimento precedente.
L'aumento della popolazione è stato, negli ultimi anni, molto cospicuo: esso è dovuto all'elevata cifra delle nascite (45-47‰ l'anno) e alla diminuita mortalità (13‰; nel 1932 ancora il doppioi). L'immigrazione non incide largamente: di fronte a 600-750.000 immigrati annui si hanno 570-670.000 emigrati. Nel 1957 la popolazione classificata come urbana sommava al 44,4%; gli abitanti economicamente attivi rappresentavano circa il 32,5% del totale; la maggioranza (57% della popolazione attiva) era occupata nell'agricoltura (comprese caccia, pesca ed occupazioni forestali). La capitale, Città di Messico, supera (1959) i 3.000.000 di ab. Dalla tabella qui riportata risulta che l'incremento demografico è stato molto diverso nei diversi stati: spettacolare quello del nuovo stato di Bassa California nord, che in sette anni ha più che raddoppiato la popolazione; la sua capitale, Mexicali, un centro del tutto recente, ha raggiunto 196.569 ab. (nel 1959).
Economia. - Nonostante che l'area effettivamente sottoposta a coltura occupi poco più del 10% dell'intero territorio, l'agricoltura è ancora alla base dell'economia messicana. Ma al mais e al frumento, entrambi in grande incremento nel periodo postbellico (1957: mais 5.395.000 ha e 45 milioni di q; frumento 958.000 ha e 13,8 milioni di q), si associano legumi, ortaggi, frutta (agrumi, banane). Tra le piante industriali il caffè, il cacao, la canna, il tabacco, l'agave sisalana (Yucatán). Una stima del bestiame (1957) dà 23,7 milioni di bovini (più del doppio del 1940), 5,2 milioni di pecore, 9,6 milioni di suini, 7,2 milioni di capre, 4,5 milioni di cavalli, ecc. La pesca ha modesta importanza: i centri maggiori sono nella California.
Per quanto riguarda le risorse del sottosuolo, il M. mantiene il primato mondiale nella produzione dell'argento (con il 57%), seguito dagli S. U. A. e poi dall'URSS; la produzione è in lieve incremento allineandosi alle richieste del momento. Nella produzione di altri minerali, che, come è noto, il M. possiede con grandissima varietà e molto dispersi nel suo ricco sottosuolo, non vi sono novità di grande rilievo: è peraltro da notare che rame, piombo e zinco si estraggono in quantità tali da alimentare correnti cospicue di esportazione. Rilevante è l'incremento della produzione petrolifera: più di 13,5 milioni estratti nel 1959 in confronto a poco più di 7 nel 1946. Solo la metà del prodotto è raffinato in paese: una rete di circa 5500 km di oleodotti distribuisce il greggio alle raffinerie (grandiosa quella di Città di Messico) o ai porti d'imbarco. Scarseggia, come in passato, il carbon fossile, mentre in notevole incremento è lo sfruttamento dell'energia idroelettrica (2,7 milioni di kW, comprese però due centrali termiche).
Le industrie si vanno sviluppando, ma lentamente: le più attive sono le tessili, le metallurgico-meccaniche e talune chimiche (fibre sintetiche, vetro, gomma, fertilizzanti), il cementificio, l'industria del caucciù.
L'esportazione messicana è sostenuta principalmente dal cotone, dal caffè, dal petrolio, da minerali metallici (rame, piombo, zinco), da prodotti della pesca. Ma le importazioni superano notevolmente le esportazioni, anzi lo sbilancio tende a crescere (media del quadriennio 1954-57: importazioni 12,1 milioni di pesos; esportazioni 9,1). Principali clienti e fornitori sono gli Stati Uniti; seguono Germania Occidentale, Gran Bretagna, Italia, Canada, ecc.
La rete ferroviaria messicana, ormai tutta nazionalizzata, somma a 23.500 km; gli uffici postelegrafonici sono 1450. La flotta oceanica (circa 650.000 t) è modesta; rilevante la flotta petroliera (230.000 t di peso morto). Il M. ha eccellenti servizî aerei: tutti gli stati hanno uno o più aeroporti in efficienza. Grandioso l'aeroporto internazionale di Città di Messico. Una quarantina di compagnie mantengono servizî regolari con gli Stati Uniti, gli stati dell'America Centrale e Meridionale, il Canada e l'Europa.
Finanze. - Alle cospicue prospettive che la ricchezza e la varietà delle materie prime accessibili offrono allo sviluppo industriale del M. sono collegati gli apporti di capitali esteri (in particolare dai vicini S. U. A.) con cui il M. ha potuto provvedere al finanziamento del disavanzo della sua bilancia dei pagamenti. Il sistema bancario si distingue in due settori: quello privato e quello pubblico. Quest'ultimo è formato in particolare da istituti di credito speciale (fra cui il più importante è la Nacional Financiera), creati dallo stato per provvedere al finanziamento delle attività agricole, delle transazioni con l'estero, dei lavori pubblici, delle medie e piccole industrie, ecc. Il peso è stato svalutato una prima volta nel settembre 1949 e ancora nell'aprile 1954. La parità ufficiale con il dollaro S. U. A. è rimasta, da allora in poi, a 12,50 pesos.
Storia. - Il presidente Miguel Alemán (1946-52) continuò la politica economica del suo predecessore Manuel Ávila Camacho e potenziò al massimo l'agricoltura e lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Lo sforzo maggiore, tuttavia, fu concentrato nella creazione di nuove industrie mediante gli aiuti della Nacional Financiera, ciò che permise la fondazione di oltre 50.000 nuovi stabilimenti. Anche l'istruzione ricevette un notevole impulso e va ricordata, in particolare, la costruzione della Città universitaria di Città di Messico. Il bilancio del periodo presidenziale di Miguel Alemán è considerato nettamente positivo. Il 1° dicembre 1952 veniva insediato il nuovo presidente eletto Adolfo Ruiz Cortínez (1952-58), appartenente al Partido Revolucionario Institucional, che seguì la stessa politica di Alemán. Egli dovette però combattere contro una forte opposizione rappresentata dal cattolico Partido de Acción Nacional e da una Federación de Partidos del Pueblo; dovette pure affrontare, ricorrendo anche alla forza, una serie di scioperi promossi da studenti e da varie categorie di lavoratori. Durante l'amministrazione di Ruiz Cortínez il sindacalista Fidel Velázquez portò a un milione e mezzo gli iscritti alla C.T.M. ed organizzò un fronte del lavoro per rafforzare il controllo governativo in tale settore e per impedire l'infiltrazione comunista. Alla X Conferenza interamericana di Caracas (1-28 marzo 1954) il M., assieme all'Argentina, si astenne dal votare la risoluzione contro il comunismo proposta dagli S. U. A. in seguito agli avvenimenti del Guatemala. La vecchia questione dell'entrata illegale dei braccianti messicani (wetbacks) negli S. U. A. venne risolta mediante un accordo fra i due paesi (4 gennaio 1955).
Le elezioni del 1958, alle quali parteciparono per la prima volta le donne, videro la netta vittoria del candidato del Partido Revolucionario Institucional Adolfo López Mateos, uomo di notevole esperienza politica, che appena insediato (1° dicembre) dovette far fronte ad una serie di scioperi provocati in particolare dai ferrovieri e dagli studenti. L'energica reazione governativa portò all'arresto di sindacalisti e di comunisti e all'espulsione di due diplomatici sovietici (30 marzo 1959) accusati di aver fomentato gli scioperi. Anche nelle campagne si verificarono gravi disordini ed il governo cercò di porvi riparo con una ripresa del programma di riforma agraria, con una maggiore espansione dei servizî sociali e con l'eliminazione nella provincia dei caciques, capi politici locali, veri residui anacronistici delle dittature. Nonostante la persistente inflazione e lo scontento delle masse per l'alto costo della vita, López Mateos continua a riscuotere la fiducia della maggioranza della popolazione e segue la linea tradizionale del suo partito con accentuata tendenza a sinistra. L'opposizione dal canto suo, finora, non è stata in grado d'influire sull'atteggiamento dell'elettorato pur presentando un programma allettante: fine delle nazionalizzazioni, revisione della riforma agraria, ampie facoltà agli istituti confessionali, introduzione di un regime concordatario col Vaticano. La visita del presidente Eisenhower nel Messico (19-20 febbraio 1959) e quella di López Mateos negli S. U. A. (9-12 ottobre) hanno dimostrato la saldezza dei buoni rapporti fra i due Stati vicini. Una riprova degli sforzi di penetrazione economica sovietica nell'America latina si ebbe con la visita nel M. (18-28 novembre) del vice primo ministro A. Mikoian, che inaugurò a Città di Messico l'esposizione economica, scientifica e culturale dell'URSS. Nel mese di gennaio del 1960 il presidente López Mateos intraprese un lungo viaggio attraverso Venezuela, Brasile, Argentina, Cile, Bolivia, Perù, nell'intento di rafforzare i legami fra questi paesi ed il M. la cui tendenza, in passato, era stata di curare esclusivamente i rapporti con gli Stati Uniti. Il M. fa parte della zona di libero scambio latino-americana creata il 17 febbraio 1960 col trattato di Montevideo. Dal 5 al 17 agosto 1960 ha preso parte alla conferenza interamericana di Punta del Este (v. panamericanismo, in questa App.).
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