MESSICO
. La Repubblica messicana (XXII, p. 958). - Con l'assunzione alla presidenza della repubblica, il 30 novembre 1934, del generale Lázaro Cárdenas gli Stati Uniti del Messico sono entrati in una nuova fase della loro storia. E ciò perché anche se il Cárdenas salì al potere come un esponente del partito nazionale rivoluzionario, dietro il quale stava il generale Plutarco Elías Calles (che fu presidente della repubblica dal 1924 al 1928 e l'arbitro della vita politica messicana dal 1928 al 1934, durante le presidenze provvisorie di Emilio Portes Gil, di P. Ortiz Rubio e di Abelardo Rodríguez), egli poi troncò definitivamente il sistema di corruzione politica e di favoritismi personali che il Calles era venuto instaurando; e di conseguenza iniziò una politica che nelle sue linee essenziali si stacca dal facile opportunismo che il Calles, specialmente negli ultimi anni, aveva prediletto. Ed è particolarmente interessante constatare che questo rivolgimento avvenne entro gli schemi della vecchia organizzazione politica, entro il programma dello stesso partito nazionale rivoluzionario. In special modo il Cárdenas portò innanzi la realizzazione del Plan Sexennal del Partido Nacional Revolucionario secondo le linee concepite anteriormente alla sua ascesa al potere, in quanto il piano sessennale costituì il programma economico sociale del partito suddetto per la legislazione presidenziale dal 1934 al 1940, che doveva mirare alla realizzazione della "grandeza económica de Mexico bajo el amparo de la justicia social".
L'ideologia di questo partito è nettamente caratterizzata nei suoi tratti esteriori dalla parentela con una predicazione marxista approssimativa e di seconda mano (ciò che spiega gli atteggiamenti rosseggianti della politica messicana negli ultimi anni) mentre nel concreto persegue una politica di stretta rigenerazione nazionale, a tinte fortemente nazionaliste e autarchiche. Questo partito ha una funzione importante nella vita dello stato messicano, in quanto, attualmente, il Messico si pone per la sua fisionomia costituzionale nel quadro degli stati a partito unico, e, a un dipresso, la posizione del partito nazionale rivoluzionario messicano si configura identica per le sue attribuzioni a quella del partito nazionale fascista in Italia e del partito nazionalsocialista in Germania.
Il Cárdenas prima della sua elezione, in accordo con le direttive del partito, preconizzava il promovimento del nazionalismo, della democrazia politica, della riforma agraria, della educazione popolare e la limitazione dei poteri della Chiesa. Durante l'amministrazione del Cárdenas questi indirizzi tendenziali non sono rimasti lettera morta e hanno portato a trasformazioni abbastanza radicali della vita economica e sociale messicana, tanto che essi caratterizzano in modo abbastanza preciso la posizione attuale della politica messicana e le sue tendenze di sviluppo.
Il settore nel quale il Cárdenas ha agito con maggiore decisione e nel quale egli ha portato le maggiori modificazioni è stato il settore agricolo, con la prosecuzione della riforma agraria.
La quale trova le sue basi legislative nella costituzione del 1917, che contiene disposizioni precise per il frazionamento del latifondo in piccole proprietà del coltivatore diretto o per la costituzione degli ejidos, cioè delle proprietà collettive di villaggio. Sino alla fine del 1934 erano stati distribuiti alle comunità contadine 8.197.023 ettari di terreno e 806.058 capifamiglia ne erano stati beneficiati. Allora si calcolava che ancora 1.200.000 capifamiglia rurali dovessero beneficiare della disposizione della legge, cosicché quanto era stato fatto appariva assai poco nei confronti di quanto restava da fare. Trovatosi perciò a continuare, secondo le promesse elettorali del partito, la riforma agraria, il Cárdenas invece che il sistema della distribuzione diretta della terra ai contadini seguì il sistema dell'ejido, il quale si differenzia sostanzialmente da quello delle piccola proprietà. Infatti il titolo di proprietà dell'ejido non appartiene al capofamiglia coltivatore ma al villaggio da cui egli dipende e la terra è inalienabile. La porzione fertile del territorio del villaggio è divisa in piccoli appezzamenti, approssimativamente eguali, che sono assegnati a tutti i capifamiglia lavoranti agricoli, i quali vengono chiamati gli ejidatarios. L'ejidatario ha la facoltà di conservare il suo lotto vita naturale durante e di trasmetterlo agli eredi alla sua morte, ma egli vi perde ogni diritto quando ne abbandoni la coltivazione per due anni di seguito. Egli non ha il diritto di contrarre ipoteche né di trasferirne in nessun modo il possesso. Tra il 1935 e il 1936 sono stati distribuiti 6.334.266 ettari di terreni a 412.798 capifamiglia, cioè in due anni il regime Cárdenas ha distribuito tre quarti di terreni di quanti ne sono stati distribuiti in venti anni dai governi precedenti. Parallelamente a quest'opera di trasformazione sociale (che nel 1937 ha continuato in misura più accentuata) il governo ha intrapreso la costruzione di grandi lavori pubblici di bonifica agraria, soprattutto per la diffusione dei sistemi di irrigazione: infatti negli ultimi anni sono stati costruiti 37 laghi artificiali, fra cui la grande diga di El Palmito, per l'irrigazione di 250.000 ettari di terreni granarî. E al fine di agevolare la realizzazione positiva della grande riforma intrapresa, il governo ha stimolato la formazione di cooperative agricole di produzione e di consumo ed ha aiutato la formazione di un adeguato sistema di credito agricolo. A tale scopo serviranno la Banca del credito agricolo, che è stata trasformata entro le linee delle nuove tendenze sociali, e la Banca nazionale di credito degli ejidos, che per la sua complessa organizzazione dovrebbe potere adempire alla funzione di anticipare i necessarî mezzi di sostentamento agli ejidatarios prima dei raccolti.
Negli altri settori dell'economia il governo di Cárdenas favorisce la formazione di un socialismo di stato. Esso ha creato a questo fine le necessarie basi legislative.
Ad esempio, è stata radicalmente mutata la legge sulle espropriazioni che rimontava al 1857; con la legge del 23 novembre 1936 invece di parlare del motivo di "pubblica necessità" per la giustificazione dell'espropriazione, è stata adottata una formula molto più larga che riconosce il motivo di espropriazione nella considerazione del motivo di "benessere pubblico e sociale". È stato in base alle disposizioni di questa nuova legge che il 23 giugno 1937 un decreto presidenziale ha ordinato la nazionalizzazione delle ferrovie. E, sempre nel giugno 1937, un altro decreto presidenziale ha posto le premesse per una regolamentazione governativa della produzione, distribuzione e vendita dei prodotti agricoli e industriali. A tal fine ha disposto la costituzione obbligatoria di associazioni nazionali e locali di produzione (per ciascuno dei rami) e attraverso queste associazioni il governo si ripromette d'intervenire per la disciplina della produzione e del consumo secondo le necessità dell'economia nazionale.
Ma il punto d'incontro delle esigenze sociali e di quelle politiche nazionaliste del regime Cárdenas lo si è potuto constatare nel suo atteggiamento nei confronti delle società petrolifere straniere. La nazionalizzazione delle miniere di petrolio è prevista dall'art. 27 della costituzione del 1917, ma la realizzazione di questo caposaldo della legge fondamentale dello stato è stata rimandata per le pressioni degli stati esteri interessati, in particolare per quella degli Stati Uniti. E fu proprio in conseguenza della pressione dell'ambasciatore degli Stati Uniti, che una legge del 1925, che per avvicinarsi all'attuazione di quel postulato disponeva il limite di 50 anni alle concessioni petrolifere, venne abrogata da una legge del Calles del 1928. Nel novembre del 1937 alcune facilitazioni del Cárdenas alla Mexican Eagle Company fecero presumere un indirizzo più liberale del suo govemo verso le società petrolifere straniere, e anzi in quell'occasione il Cárdenas dichiarò che dei maggiori introiti delle concessioni petrolifere egli avrebbe fatto uso per la rapida realizzazione del programma di ricostruzione economica nazionale. Giunse perciò piuttosto inaspettata la notizia che con un provvedimento del 19 marzo 1938 il Cárdenas si era deciso ad espropriare le compagnie concessionarie di giacimenti petroliferi.
Il motivo della espropriazione fu considerato il rifiuto delle compagnie petrolifere a sottostare alle decisioni della Junta de Conciliación y de Arbitrage la quale a proposito di una vertenza tra gli addetti a questa industria e le società concessionarie aveva emesso sentenza che condannava le società al pagamento degli arretrati, ad adottare orario settimanale di 40 ore e altre provvidenze a favore dei lavoratori. Il decreto di espropriazione stabilisce il diritto delle società all'indennizzo che sarà loro liquidato in 10 annualità.
L'amministrazione di questa industria è stata affidata alla Confederazione dei lavoratori messicani, la quale ha celebrato con una giornata di giubilo nazionale la decisione presidenziale. Corrisponde del resto al programma di Cárdenas la valorizzazione delle organizzazioni sindacali operaie e il loro inserimento nella vita nazionale, come è pure uno degli aspetti essenziali della sua politica quello di tendere all'approvazione e al favore di vaste cerchie sociali, invece che dei politicanti isolati. Infatti egli ha mirato a conquistarsi le masse agricole, con l'applicazione della legge sulla riforma agraria, quelle operaie, con particolari provvidenze legislative e con le leggi di nazionalizzazione, e l'esercito con un miglioramento delle paghe e degli stipendî e con una radicalizzazione dell'ordinamento militare.
Nel settore dell'educazione popolare il governo Cárdenas ha continuato la lotta contro l'analfabetismo, che ancora nel 1930 era del 59 per cento. A tal fine egli ha aumentato la dotazione di bilancio del Ministero dell'istruzione e ha stimolato la costruzione di nuove scuole (10.000 nel 1935, 11.000 nel 1936, 13.600 nel 1937).
Nei riguardi della politica religiosa e del contrasto tra Chiesa e Stato il Cárdenas ha, in un certo senso, attenuato le linee intransigenti della politica laica del Calles, o per lo meno ha attenuato il carattere demagogico della stessa, poiché ora si ritiene che il Calles si servisse della lotta antireligiosa per soddisfare gl'istinti rivoluzionarî delle masse e distrarre la loro attenzione dai problemi economico-sociali che egli preferiva lasciare insoluti. Che questa tendenza più elastica del Cárdenas corrisponda alla realtà delle cose lo conferma in un certo senso anche la lettera apostolica alla Chiesa messicana di Pio XI del 28 marzo 1937 la quale, pur condannando la politica del governo messicano, ha fatto intravvedere certe possibilità di conciliazione. Nella politica interna, nel maggio 1938 Cárdenas ha vigorosamente agito contro il gen. Cedillo che s'era ribellato nello stato di San Luis Potosí.
Nel campo dei rapporti internazionali, la posizione del Messico negli ultimi anni è stata contrassegnata dalla politica di "buon vicinato" con gli Stati Uniti d'America (i quali assorbono la maggior parte delle esportazioni messicane) e da manifestazioni di societarismo e filosovietismo acceso nei rapporti con gli altri stati (in particolare nella questione etiopica e in quella spagnola). L'auspicata "messicanizzazione" dell'economia, che si ritorce in pieno contro il capitale straniero colà impiegato e, in particolare, l'accennata nazionalizzazione delle risorse petrolifere hanno suscitato le proteste degli stati maggiormente interessati, Gran Bretagna e Stati Uniti, e hanno posto in luce i motivi di un dissidio che non sarà tanto facile appianare, perché i governi interessati appaiono determinati a portare sino in fondo l'opera di difesa degl'interessi dei loro cittadini. La politica di "buon vicinato" con gli Stati Uniti è stata in un certo modo compromessa; quanto all'Inghilterra, la situazione si è notevolmente aggravata per la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, avvenuta per iniziativa del Messico che il 14 maggio ha richiamato il suo rappresentante a Londra (il governo inglese ha risposto, il 26, col richiamo del suo rappresentante a Messico). Bisognerà vedere se sarà possibile ancora una formula di compromesso e di intesa, tenendo presente la convenienza strategica per l'Inghilterra dell'approvvigionamento in petrolî messicani.
Tutto questo lavoro di riforme strutturali dell'economia, le agitate lotte sociali e l'indirizzo oltranzista della politica interna ed estera pare siano serviti a serrare più completamente attorno all'idea della reconquista il popolo messicano, ma hanno avuto ancora pochi risultati per quanto riguarda uno stimolo alla produzione agricola e industriale. Indubbiamente la riforma agraria costituisce un provvedimento assai complesso di cui non è ancora possibile discernere gli sviluppi, essendo essa ancora in fase di attuazione. Essa ha sconvolto le linee dell'economia messicana ha portato lo scompiglio nella produzione agricola. Anche le altre modificazioni sociali hanno avuto un risultato disturbante, cosicché la sola constatazione di carattere reale che è possibile fare è che la capacità produttiva messicana è migliorata assai leggermente. La popolazione, invece, stando alle stime ufficiali che non possono essere molto precise per la arretratezza dei servizî statistici, risulterebbe aumentata, tra il 1931 (data dell'ultimo censimento) e il giugno 1936, di 2.321.000 unità, cioè l'aumento di questo quinquennio sarebbe stato superiore a quello del decennio 1921-31. Bisogna tenere anche presente che il Messico sta perseguendo una politica di pronunciata autarchia, in modo che il riscontrato deficiente miglioramento di certi rami della produzione trova il suo compenso nel miglioramento di altri nuovi. Durante la fase di ripresa dell'economia mondiale, tra il 1934 e il 1937, il Messico è stato favorito dagli alti prezzi di talune materie prime, specialmente metalli, che hanno compensato le deficienze della produzione. La bilancia commerciale ha perciò dimostrato una soddisfacente tendenza all'aumento come si può rilevare dai dati seguenti (in milioni di pesos):
Finanze (p. 978). - Diamo qui di seguito le cifre, in milioni di pesos, dei bilanci dal 1932.
Al 31 dicembre 1936 il debito estero ammontava a 892 milioni e quello interno a 434.
Nel luglio 1933 il peso fu ancorato al dollaro al tasso di 3,55 pesos per 1 dollaro; ai primi del 1938 il cambio era però di 4,28 pesos per 1 dollaro. In connessione con la politica nordamericana il 25 aprile 1935 fu decretata la smonetizzazione dell'argento. Un'importante riforma monetario-bancaria è stata poi attuata il 28 agosto 1936 con due decreti che hanno provveduto l'uno a conferire potere liberatorio illimitato ai nuovi biglietti della Banca del Messico (divenuta unica banca di emissione) e ai certificati monetarî del valore di 5 dollari, rappresentativi di monete e barre di argento, e a fissarne il massimo dell'emissione (non oltre 50 pesos di biglietti e impegni a vista per abitante) e il minimo legale della riserva (25% di cui 4/5 in oro e divise e 1/5 in argento), l'altro a precisare la figura di banca centrale della Banca del Messico (che dal 1932 aveva cessato ogni attività bancaria privata) e a disciplinare il credito. Il 1° settembre 1936 le monete d'argento sono state rimesse in circolazione.
Al 30 novembre 1937 i biglietti in circolazione ammontavano a 288 milioni e al 31 agosto la riserva aurea era di 51 milioni.
Marina militare (p. 978). - Nuove unità: Cannoniere: 2 (Durango, Zacatecas) costruite nel 1934-35 in Spagna, da 1600 t. e 19 nodi, armate con 2/102 e varie armi antiaeree, capaci di trasportare 500 uomini e 80 quadrupedi; 3 (Potosí, Querétaro, Guanajuato) costruite nel 1934-35 in Spagna, da 1300 t. e 19 nodi. armate con 3/102 e varie armi antiaeree, capaci di trasportare 250 uomini e 20 quadrupedi.
Guardacoste: 10 (G. 20- G. 29) costruiti nel 1934-36 in Spagna, da 160 t. e 26 nodi, armati con 2/25 antiaerei e 4 mitragliere.
Marina mercantile (p. 977). La marina mercantile era costituita al 30 giugno 1937 da 54 navi per tonn. 41.371, principalmente a vapore. Il cabotaggio è riservato alla bandiera, ma è stato aperto, in via temporanea, di naviglio estero data la deficienza di navi nazionali.
Bibl.: Annuario di politica internazionale 1937, Milano 1938; A. Teja Zabre, Guide de l'Histoire du Mexique, Messico 1935; Eyler N. Simpson, The Ejido-Mexico's Way Out, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1937, e i seguenti fascicoli dei Foreign Policy Reports della Foreign Policy Association di New York: 3 luglio 1935. Earle K. James, Church and State in Mexico; 1° agosto 1937, Charles A. Thomson, Mexico's Social Revolution, e 15 agosto 1937; id., Mexico's Challenge to Foreign Capital. Inoltre, le pubblicaz. periodiche della Società delle nazioni, specie l'annuario.