meta-televisivo
(meta televisivo), agg. Che va oltre la televisione come mezzo e fenomeno comunicativo, rielaborandone le esperienze e il linguaggio.
• Il calcio che guarda se stesso dentro uno schermo, allo stadio, e dentro lo schermo c’è lo stadio. Di più: in alcune inquadrature, nello schermo ci sono i tifosi che stanno guardando loro stessi dentro lo schermo. Si riconoscono, si sbracciano e il cortocircuito è completo. Sembra un gioco di parole, ma in realtà non è più neppure un gioco. È la nuova dimensione televisiva del pallone, o forse «meta televisiva», perché il maxischermo è più vicino al cinema e ai grandi concerti, a loro volta ripresi nello stesso luogo in cui si svolgono dal vivo. Così i due mondi si sovrappongono, realtà «reale» e virtuale si fondono. (M. Cr., Repubblica, 29 giugno 2008, p. 47, Sport) • Questa sera, ore 21,15, è previsto un incontro con Enrico Ghezzi, uno dei più influenti critici cinematografici italiani, co-creatore di «Blob», fortunato esperimento meta-televisivo. (Elena Del Santo, Stampa, 11 giugno 2010, p. 84, In Città) • Una formula classica della narrativa per l’infanzia, un bambino accompagnato da un animale amico, è trasformata e modernizzata in modo originale e creativo, con storie spesso surreali e al limite del nonsense, in cui si avverte l’influenza di un ricco filone di animazione per adulti, da «I Simpson» a «Futurama», soprattutto grazie alle frequenti citazioni tratte dalla cultura pop, tra cinema, musica, fumetti e molti riferimenti meta-televisivi. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 1° dicembre 2016, p. 55).
- Derivato dall’agg. televisivo con l’aggiunta del prefisso meta-.
- Già attestato nella Repubblica del 31 marzo 1992, p. 33, Televisione (Beniamino Placido), nella variante grafica metatelevisivo.