METANO (XXIII, p. 56)
Sotto il nome di metano si designano comunemente i gas naturali ricchi di metano che provengono da orizzonti petroliferi o dalla decomposizione di torbe o altri residui palustri. Le sorgenti di metano di origine petrolifera - che in generale si differenzia dal metano di altre origini per un certo contenuto di idrocarburi superiori - sono più potenti e durature. In Italia la produzione era salita da 15 milioni di mc. nel 1935 a 28 milioni nel 1940. Questa produzione è esigua rispetto a quella dei paesi petroliferi (Romania 349 milioni di mc. nel 1937, Stati Uniti circa 70 miliardi), ma notevole rispetto alla produzione del petrolio. Nel 1946 la produzione è stata di 64 milioni di mc. ed ha raggiunto i 120 milioni nel 1948. Le zone di maggiore produzione sono le provincie di Parma (Fontevivo, Salsomaggiore), Piacenza (Podenzano, San Giorgio), Milano (Lodi), Ferrara e Rovigo e l'Appennino tra Bologna e Firenze (Pietramala, Baragazza). Non mancano sorgenti nell'Italia centrale e meridionale: Ripi (provincia di Frosinone), l'alveo del Fucino, Penna S. Giovanni (Macerata), Tramutola (Potenza), e in Sicilia: Gioitto (Catania). Una rete di metanodotti, che misura complessivamente circa 600 km. porta a Milano il gas estratto dai pozzi dell'Emilia occidentale (che corrisponde al 30% della produzione italiana); a Padova e a Verona quello prodotto nella regione del delta del Po (65%); a Firenze quello di Pietramala (5%).
Oltre all'impiego come carburante (v. carburanti, App. I, p. 365) il metano viene impiegato anche in Italia, come già negli Stati Uniti, in Russia e Romania, per usi domestici e industriali, facilitati dai gasdotti che portano il metano dai centri di produzione a quelli di consumo. I vantaggi che l'impiego di gas naturali presenta rispetto agli altri combustibili, e che permettono un prezzo maggiore della caloria-metano rispetto alla caloria-nafta e caloria-carbone, sono i seguenti: eliminazione dei depositi e dei serbatoi di nafta, in quanto l'utente preleva dal gasdotto il combustibile di mano in mano che ne ha bisogno; pagamento del combustibile dopo che è stato consumato; facilità di regolazione della combustione, elasticità dell'impiego, pulizia, possibilità di raggiungere temperature elevate e localizzate, efficace ricupero di calore. Poiché nei gasdotti il metano si trova spesso a pressione elevata, occorre disporre di un'apparecchiatura di riduzione della pressione, comprendente oltre al riduttore di pressione, generalmente in due stadî, un filtro e un riscaldatore per evitare la formazione di ghiaccio dovuta all'umidità del gas e all'abbassamento di temperatura causato dall'espansione.
Metano biologico. - Nella fermentazione anaerobica di residui organici varî, in determinate condizioni di temperatura e di ambiente, si forma metano in miscuglio, all'incirca in parti uguali, con anidride carbonica. Questa fermentazione ha luogo nella depurazione delle acque luride con il processo dei fanghi attivati. Anche dalla spazzatura si può ottenere metano, sottoponendola, dopo la cernita, alla fermentazione. Si può calcolare su una produzione di l. 50 di metano per kg. di spazzatura cernita. La fermentazione avviene in digestori mantenuti a 300, dove la spazzatura viene immessa triturata e mista ad acqua. Per ogni q. di spazzatura che si carica giomnalmente occorre prevedere un volume di digestione di almeno 10 mc. I fanghi che si estraggono dal digestore sono simili a quelli provenienti dai digestori impiegati per la fermentazione nella depurazione delle acque luride. Un impianto per il trattamento della spazzatura fu costruito durante la seconda Guerra mondiale presso Roma, ma la guerra impedì che venisse messo in funzione.
Bibl.: Atti del Convegno del metano, Bologna 1940-41; M. Medici, in Metano, 1947 e 1948; id., in Tecnica Italiana, 1948.