METAPONTO (XXIII, p. 56)
In seguito ai nuovi scavi sono stati ottenuti risultati attinenti alla pianta urbana, ai monumenti sacri del santuario, ai monumenti pubblici, alla vita artistica e, infine, attinenti al territorio della colonia. Per quanto concerne le fortificazioni, le nuove ricerche hanno confermato l'arcaicità di esse, almeno sul lato occidentale, mentre sugli altri lati sono stati riscontrati rifacimenti databili al 4° e 3° secolo a. Cristo. Gli ultimi rifacimenti, come il restringimento della porta settentrionale o il rialzo dello stesso lato della fortificazione, scendono fino ai primi decenni del 3° secolo a. Cristo. Gli stessi scavi hanno chiarito meglio anche il tessuto urbano, che può essere ora assegnato alla metà del 6° secolo a. Cristo. Le plateiai conservano sempre la larghezza di m 16 mentre quella degli stenopoi oscilla tra m 5,50 e 5,95. Per mezzo dello studio della foto aerea e di quello geofisico si è riusciti ad avere nuovi elementi per la distribuzione delle arterie maggiori e minori della città. Si è infine constatato che la vita del castrum metapontino ha continuato fino al 5°-6° secolo d. Cristo.
Durante gli scavi del santuario di Apollo, inizialmente distinto come tale dalla presenza degli argoi lithoi, sono venuti in luce nuovi elementi riguardanti il tempio C: il sacello arcaico, decorato con un fregio ionico dei primi decenni del 6° secolo, è stato inglobato in un altro tempio, la cui decorazione era in marmo, databile alla prima metà del 5° secolo a. Cristo. Sul lato settentrionale del santuario è stato individuato e parzialmente scavato un altro monumento sacro, il tempio D. Di questo monumento non rimane che poco delle fondazioni e poco anche dell'alzato; le sue dimensioni sono state calcolate piuttosto in base al negativo delle trincee di fondazione ancora ben conservate. Il tempio D sorge in un'area occupata prima da un sacello con la stessa decorazione formata da fregio ionico raffigurante una ierogamia, come nel tempio C, databile agli stessi primi decenni del 6° secolo a. Cristo. Durante la prima metà del 5° secolo a.C. sorge il vero tempio D di ordine ionico, rifatto poi nella seconda metà del 4° secolo a. Cristo. Della prima fase si conservano molti elementi architettonici, tra cui anche tre capitelli ionici e altri frammenti della trabeazione. A un altro tempietto ancora non scavato appartengono altri elementi di terrecotte architettoniche di tipo siceliota. Finora quindi al santuario di Apollo appartengono quattro grandi templi e qualche piccolo sacello. Il santuario era ben delimitato dalla fortificazione settentrionale, da uno stenopos e dalla grande cloaca sul lato occidentale e dalla plateia che lo separa dai quartieri abitati sul lato meridionale, dove di solito veniva ubicata, erroneamente, l'agorà.
I più importanti documenti d'arte fino a oggi noti a M. provengono dalla zona del santuario: frammenti di statuaria in marmo e pietra tenera appartenenti rispettivamente al tempio C e al tempio A, facenti parte della decorazione metopale, tre teste femminili in marmo di cui una di stile severo può essere attribuita, come gli altri documenti, a un maestro locale. Non meno importante per la conoscenza della plastica arcaica metapontina sono la grande coroplastica arcaica e le statuette fittili di tipo dedalico e post-dedalico. A questa produzione arcaica si aggiungono anche gli esemplari del fregio ionico. Non manca la documentazione per periodi arcaici e posteriori e specialmente per la fine del 5°, inizio del 4° secolo a.C., periodo nel quale operano a M. i pittori di Dario di Anabates, di Creusa e Dolone le cui officine sono state trovate nel kerameikos, situato a ridosso della fortificazione settentrionale. L'attività delle officine locali continua nella seconda metà del 4° secolo a.C., officine che si spostano nella zona occidentale del santuario, nella stessa area che viene occupata, in età imperiale, dalle necropoli. Tra i monumenti pubblici più importanti, degna di nota è la scoperta del teatro situato a E del santuario della cui esistenza si aveva notizia in Pausania (VI, 19, 11). Il posto occupato dal teatro di età ellenistica era stato occupato in precedenza da un altro edificio di tipo teatrale con un orientamento diverso da quello che gli si è sovrapposto.
Per quanto concerne il territorio, questo, prima di essere conquistato dai Metapontini e diviso nei ben noti lotti, è stato sede di numerosi villaggi enotri su cui si sono stabiliti piccoli centri greci, come sulla collina di Incoronata, sul finire dell'8°, inizio del 7° secolo a. Cristo. In questo insediamento, in cui è stata scoperta anche una coppa del medio geometrico, sono state individuate diverse abitazioni contenenti numerosi grandi recipienti nonché vasi d'importazione del mondo insulare e micrasiatico e vasi di produzione locale. Nella seconda metà del 7° secolo a.C., quando sparisce questo centro, sorge, nello stesso territorio, il santuario di Zeus Aglaios e Afrodite a San Biagio della Venella, ricchissimo in terrecotte figurate dedaliche e arcaiche nonché in thymiateria svariatamente decorati. A uno dei sacelli del santuario appartiene un fregio ionico più antico e più elegante di quello del santuario di Apollo, mentre alla prima metà del 5° secolo a.C. appartiene una splendida decorazione architettonica a rilievo dipinto. Il santuario, come quello di Apollo, in città, finisce la sua vita verso la fine del 4° secolo a. Cristo. Al suo posto, in età repubblicana, sorge una fattoria che vive fino al 2° secolo d.C.: il territorio diventa ora saltus Metapontinus. Vedi tav. f. t.
Bibl.: F. C. Lo Porto, Metaponto. Scavi e ricerche archeologiche, in Not. Scavi, 1966, pp. 136-231; D. Adamesteanu, 'Αρηοὶ λίϑοι, in Adriatica, Zagabria 1970, pp. 307-32; id., L'agorà di Metaponto, in Scritti di archeologia ed arte in onore di C. M. Lerici, Stoccolma 1970, pp. 39-44; id., Metaponto, Napoli 1973; id., La Basilicata antica: storia e monumenti, Cava dei Tirreni 1974.