metastasi
Tumori secondari che si formano per localizzazione a distanza di cellule che si distaccano dal tumore primitivo e migrano in altra sede. In questo processo sono coinvolte diverse proteine, comprese molecole che regolano le aderenze tra cellula e cellula, proteine che legano le cellule a matrici extracellulari, le integrine, e proteasi extracellulari. Nelle cellule cancerogene, l’alterazione più frequentemente osservata nella relazione tra cellula e condizioni ambientali riguarda una molecola denominata caderina E. Infatti, la funzione inibitrice della crescita della caderina E va persa nella maggior parte dei tumori epiteliali, mentre l’espressione forzata della caderina E nelle cellule cancerogene coltivate inibisce il loro potenziale invasivo e metastatico. Un ulteriore fattore che rende il processo più complesso è rappresentato dal ruolo dei diversi tipi di cellule implicate nell’espressione delle proteasi. In molti tipi di cancro, per es., le proteasi capaci di degradare la matrice cellulare sono rilasciate non da cellule tumorali bensì dal coinvolgimento delle cellule stromali e infiammatorie circostanti. La riproduzione per metastasi può avvenire con diverse modalità: per effetto della disseminazione delle cellule tumorali in una grande cavità sierosa, cavo pleurico o peritoneale, oppure, ed è l’eventualità più frequente, per la loro penetrazione in canali preformati, principalmente in vasi linfatici o capillari sanguigni. Per motivi strutturali la via linfatica è seguita prevalentemente dai tumori epiteliali, la via ematica dai tumori delle due serie, l’epiteliale e la connettivale; le caratteristiche anatomiche dei distretti circolatori impegnati spiegano la localizzazione preferenziale dei singoli tumori in stazioni linfatiche e organi determinati. Nella maggior parte dei tumori sono le metastasi diffuse ai diversi organi a determinare la severità della prognosi. (*)