Meteoropatia
Con il termine meteoropatia si indica quel complesso di sintomi o reazioni patologiche che si manifestano in stretta e abituale correlazione cronologica e causale con la variazione graduale o repentina di uno o di gran parte dei fattori meteorologici agenti su un dato territorio, come temperatura, umidità relativa, vento, pressione atmosferica, precipitazioni, ionizzazione dell’aria, stato elettrico, turbolenza ecc. Gli effetti sull’organismo umano sono tanto più evidenti quanto più numerosi sono i fattori atmosferici coinvolti e quanto più la loro variazione, nell’unità di tempo, è repentina.
1. Classificazione
Affinché uno stato patologico possa essere definito meteoropatia devono essere soddisfatti alcuni criteri: l’insorgenza deve essere acuta e chiaramente legata al variare di uno o di molti fattori atmosferici; deve verificarsi un sensibile miglioramento dopo il ristabilimento di condizioni atmosferiche normali; i sintomi si devono presentare in modo quasi eguale, nello stesso periodo di tempo, in tutti quei soggetti con spiccata neurolabilità, costituzionale o acquisita, e pertanto affetti anche da un’evidente meteorolabilità; il complesso dei sintomi si deve ripresentare tutte le volte che le condizioni atmosferiche variano più o meno nello stesso modo (per es., all’arrivo di una nuova perturbazione a carattere di fronte freddo), a meno che nel frattempo non si sia instaurata un’adeguata terapia sintomatica.
Nella classificazione delle meteoropatie, termini come baropatie (v. pressione atmosferica), igropatie, anemopatie e ionopatie sono usati per definire tutto il complesso dei sintomi legati alla variazione, lenta o repentina, di un singolo fattore atmosferico; con frontopatia, invece, si intende la sintomatologia legata alla variazione in toto di tutti gli elementi atmosferici considerati. Le frontopatie vengono a loro volta distinte in base alla temperatura del fronte in transito. Inoltre, varianti delle frontopatie sono considerate le patologie la cui sintomatologia è dovuta alla presenza di sistemi perturbati in quota, come nel caso della ‘goccia di aria fredda’, oppure della ‘cupola di aria calda’, conformazione caratteristica di un periodo di tempo bello stabile (v. oltre). I sistemi in quota, all’altezza di 5500 m circa, sono sempre molto attivi e di norma persistono nel tempo più a lungo rispetto al passaggio di sistemi frontali al suolo, dando così luogo a una serie di sintomi caratteristici a carico dell’organismo, che possono presentarsi anche per molti giorni di seguito.
Non tutte le persone soffrono della variazione dei fattori atmosferici: i cosiddetti meteorostabili infatti vi rimangono quasi del tutto indifferenti. Questi soggetti sono naturalmente dotati di un buon equilibrio e controllo psicofisico e sono pertanto definibili come neurostabili. Coloro invece che risentono delle variazioni dei fattori atmosferici possono essere definiti meteorolabili e si collocano tra i neurolabili, cioè tra coloro che tendono a sviluppare sindromi ansiosodepressive e presentano turbe evidenti a carico del sistema neurovegetativo. Di norma il neurolabile è contraddistinto da habitus longilineo e astenico, parola rapida e scattante, e spesso da sintomi di ipertiroidismo e ipersurrenalismo; in ultima analisi si tratta di soggetti poco adattabili, sia nel fisico sia nella psiche, alle situazioni ambientali poco favorevoli o avverse.
2. Meteoropatie legate a singoli fenomeni atmosferici
a) Igropatie. Si tratta di un complesso di sintomi associati alla presenza di un forte tasso di umidità nell’aria, a volte prossimo al 100%, che agisce sull’organismo umano rallentando o bloccando la traspirazione e l’evaporazione a livello epidermico. Non è perfettamente chiaro in che misura i climi molto umidi, come per es. quelli tropicali estivi, possano influire sulle forme artroreumatiche. A questo proposito, bisogna distinguere il grado di umidità relativa dell’aria da quello del suolo. Quest’ultimo può essere infatti maggiore in presenza di vegetazione lussureggiante, che riduce la radiazione solare, in modo particolare nel campo dell’infrarosso. L’atmosfera ambiente caratterizzata da un alto tasso di umidità appare comunque particolarmente favorevole alla riacutizzazione delle forme artroreumatiche, che si verifica specialmente nei soggetti anziani per ridotta capacità di termoregolazione delle articolazioni. L’umidità dell’aria, inoltre, specie se associata a periodi di caldo o di freddo intenso, favorisce e accresce l’azione patogena degli altri fattori meteorologici, come la temperatura, il vento, le piogge intense e prolungate. Infine determina la formazione di nebbie che, soprattutto nelle grandi città, favoriscono l’instaurarsi di smog, causa di vari disturbi, in particolare a carico dell’albero respiratorio.
b) Anemopatie. Sono sindromi molto diffuse, che si presentano in relazione a venti particolari. Le più analizzate sono quelle collegate ai ‘venti di caduta’, che soffiano, a volte impetuosamente, quando una corrente d’aria, in relazione a una situazione barica, è costretta a superare una catena montuosa. Questi venti prendono nomi diversi a seconda delle località in cui si presentano: il Föhn in Italia settentrionale soffia da nord e nelle vallate svizzere e austriache da sud; il vent du Midi arriva da sud nelle regioni di Montpellier e Lione ecc. Essi presentano le stesse caratteristiche: sono spesso a raffiche, anche forti, data la notevole turbolenza dell’aria, sono caldi ed estremamente secchi, dato che perdono tutta l’umidità ‘sopravento’ alle catene montuose e arricchiscono l’atmosfera di ioni positivi. La sindrome da Föhn è caratteristica e, naturalmente, molto più evidente nei bambini, negli anziani e nei soggetti debilitati e meteorolabili. Si presenta con rilassamento generale psicofisico, ipotensione arteriosa, poliuria, stato d’ansia, irrequietezza, diminuzione dell’attenzione e della concentrazione (che può comportare un aumento degli infortuni stradali e sul lavoro), riacutizzazione di nevralgie o nevriti e, nei soggetti predisposti, anche ictus, infarti, trombosi, accessi asmatici, coliche addominali, epatiche e renali.
c) Ionopatie. Prendono il nome di ionopatie tutte quelle sindromi che sono legate alla rapida variazione della ionizzazione dell’aria, da positiva a negativa, durante il passaggio di una perturbazione temporalesca a carattere di fronte freddo, oppure da negativa a positiva prima e durante il passaggio di un fronte caldo (v. oltre).
3. Frontopatie
a) Frontopatie da fronte caldo. Si presentano in corrispondenza dell’arrivo di una perturbazione a carattere di fronte caldo su una data regione, come per es. una perturbazione dall’Atlantico sul continente europeo durante i mesi invernali. Poiché il continente è molto più freddo dell’oceano, ogni perturbazione proveniente dall’Atlantico trascina con sé aria mite, la quale, all’arrivo sul continente, scorre al di sopra dell’aria fredda stagnante al suolo, determinando intensi annuvolamenti stratificati con precipitazioni leggere e continue, aumento graduale della temperatura, diminuzione lenta e continua della pressione atmosferica, banchi di nebbia sparsi, venti deboli, umidità relativa elevata con ionizzazione positiva dell’aria. Questo complesso cambiamento dei fattori atmosferici può determinare sull’organismo umano una sintomatologia variabile che si evidenzia con depressione psicofisica, facile stancabilità, astenia, abulia, ipotensione, cefalea ingravescente o crisi emicraniche, aumento dei dolori reumatici, muscolari e articolari, sensazione di ‘respiro corto’, senso di peso all’epigastrio, riacutizzazione delle sindromi nevralgiche, palpitazioni, cardiopalmo, dolorabilità retrosternale. La sintomatologia si può presentare circa 48 ore prima dell’arrivo del fronte caldo, può permanere fino a 12-24 ore dopo il suo allontanamento ed è molto più avvertita se il fronte di perturbazione giunge dopo un periodo di tempo bello stabile anticiclonico.
b) Frontopatie da fronte freddo. Si presentano con particolare intensità durante il passaggio del fronte perturbato su un dato territorio, poiché il cambiamento dei fattori atmosferici è molto brusco e repentino, particolarmente nel periodo estivo. Infatti in estate il continente europeo si presenta molto più caldo dell’oceano e pertanto le perturbazioni fredde, che di norma seguono un tragitto da nord-ovest verso sud-est, giungono molto veloci e attive. L’aria fredda, pesando di più dell’aria calda preesistente, si insinua, a grande velocità, sotto di essa, favorendo veloci correnti ascendenti le quali formano grandi nubi a sviluppo verticale, dette cumulonembi. Essi possono raggiungere e superare i 12 km di altezza. Dai cumulonembi cadono violenti scrosci di pioggia che a volte possono essere accompagnati da grandine, mentre il vento cambia direzione e soffia a raffiche anche intense. Al contempo si producono: forte diminuzione della temperatura; scariche elettriche, a volte molto numerose; passaggio della ionizzazione dell’aria da positiva a negativa; umidità atmosferica molto elevata e prossima alla saturazione; rapido aumento della pressione atmosferica. Passata la perturbazione, l’aria diventa limpida e tersa, il cielo luminoso, la radiazione solare intensa, l’umidità relativa piuttosto bassa e il vento a regime di brezza. Questo tipo di perturbazione determina reazioni particolari, in modo specifico nei meteorolabili, che prima dell’arrivo del fronte avvertono tutti i sintomi descritti per il fronte caldo, come astenia, abulia, depressione ecc. Essi cessano istantaneamente con il mutare del tempo, dando luogo a euforia, distensione, normalizzazione della pressione, diminuzione o cessazione dei dolori articolari, muscolari o reumatici, respirazione normale. Tale stato di benessere permane se si instaura sul territorio una zona di alta pressione con tempo stabile, a meno che la temperatura non diventi troppo elevata o comunque al di sopra di 30 °C all’ombra.
c) Meteoropatie da ‘cupola d’aria calda’ e da ‘goccia di aria fredda’ in quota. Con l’avvento dei satelliti meteorologici geostazionari o in orbita e dei sondaggi dei parametri atmosferici in quota, si è notato come, in determinate situazioni, si formino, anche sul bacino del Mediterraneo, interessanti figure isobariche in quota, in modo particolare, ma non certo esclusivo, a 5500 m circa. Quando si forma una zona di alta pressione si parla di cupola d’aria calda, in quanto, anche nelle stagioni fredde, essa è sempre costituita di aria calda. Il contrario avviene quando si forma una zona di bassa pressione, denominata goccia di aria fredda perché composta, anche durante il periodo estivo, di aria a bassa temperatura. Queste due significative configurazioni isobariche possono perdurare molto a lungo, a volte anche per più di 10 giorni, dando al tempo atmosferico caratteristiche particolari, che naturalmente possono influire sull’organismo umano, in modo specifico sui meteorolabili. La cupola d’aria calda si manifesta con un aumento anomalo della temperatura atmosferica. I sintomi che si accompagnano a questa condizione meteorologica sono rappresentati da astenia, abulia, senso di peso retrosternale, respiro corto, sindromi depressive ecc., e, non raramente, da episodi di collasso da caldo o di colpo di calore. Le gocce d’aria fredda, invece, determinano periodi alquanto perturbati con piogge torrenziali e temperature relativamente basse, anche in piena estate. Tali condizioni atmosferiche possono provocare numerosi tipi di reazioni avverse, come, per es., l’aumento degli episodi di infarto miocardico, affezioni dell’albero respiratorio, in particolare accessi asmatici, coliche epatiche e renali in portatori di calcolosi, e riacutizzazione prematura delle ulcere gastriche e duodenali.
4. Terapia
La terapia delle sindromi meteoropatiche è rivolta per il momento più a combattere i sintomi che non ad agire sulle cause prime, del resto ancora molto difficili da individuare. Dato però che i meteorolabili sono anche neurolabili si consigliano dei blandi sedativi vegetali, utili in modo particolare all’arrivo di un fronte freddo, accompagnati ad antiallergici, importanti per combattere la componente allergopatica che è quasi sempre associata. Nei casi di giornate afose, con temperatura e umidità relativa molto elevata, sono utili anche sali minerali di potassio, calcio, magnesio, selenio, rame, ecc. associati ad alcuni tonici per migliorare le funzioni del sistema cardiocircolatorio.
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