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esaustione, metodo di

Enciclopedia della Matematica (2013)
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esaustione, metodo di


esaustione, metodo di tecnica usata dagli antichi geometri greci, in particolare da Eudosso di Cnido e da Archimede, per risolvere problemi geometrici quali la determinazione di aree di figure piane e volumi di solidi a contorni curvilinei o, meglio, per convalidare, dimostrandola, la soluzione proposta. Tale tecnica equivale dal punto di vista logico a un passaggio al limite, ma non fa mai uso di procedimenti infiniti. Ci si limita infatti a dimostrare che la grandezza da determinare non può essere né minore né maggiore di una data grandezza, mediante una riduzione all’assurdo. Per esempio, volendo dimostrare che una certa area (o volume) ha un determinato valore, si suppone che abbia invece un valore minore o maggiore e, considerando una successione di figure inscritte o circoscritte a quella in esame, si dimostra che da entrambe le ipotesi seguirebbe un assurdo. Il metodo consiste sostanzialmente nell’esaurire lo spazio compreso tra le figure interne all’area che si considera e quelle esterne all’area stessa. La tecnica dunque non è costruttiva, ma dimostrativa: bisogna conoscere preventivamente il risultato, ottenuto magari per intuizione o con metodi considerati non ortodossi (per esempio, nel caso di Archimede, mediante il principio della leva, come se le figure fossero composte da bastoncini).

Per esempio, dato un segmento di parabola delimitato da una corda AB, perpendicolare all’asse della parabola, di punto medio H, si considerano le corde parallele ad AB, e si mostra che esse sono tutte bisecate da un diametro VH, essendo V il vertice della parabola. La tangente alla parabola in V è parallela ad AB e con le parallele a VH condotte per A e B determina un rettangolo circoscritto, la cui area è P. Allora per dimostrare che il segmento di parabola dato ha area S pari ai 2/3 di P, Archimede procede così:

• parte dalla constatazione che S è certamente minore di P e maggiore dell’area del triangolo VAB inscritto, che è T = P/2. Dunque la differenza S − T è minore di T;

• mostra poi che, inscrivendo nei due segmenti parabolici restanti, di basi VA e VB, due altri triangoli, la loro area complessiva è uguale a 1/4 di T, e che quindi S > S1 = T + T /4, ma anche S − S1 < T /4;

• inscrivendo altri quattro triangoli nei segmenti restanti, mostra che si copre un’ulteriore area pari aT /16; perciò S > S2 = T + T /4 + T /16, con S − S2 < T /16, e così via;

• mostra poi che, data una progressione geometrica di ragione 1/4, del tipo q0, q1 = q0/4, …, la somma dei primi n termini aumentata di 1/3 dell’ultimo addendo qn uguaglia i 4/3 del primo termine q0, cioè che q0 + q1 + … + qn + qn /3 = (4/3)q0; nel caso in esame, Sn + (1/3)(T /4n) = (4/3)T;

• ma la quantità Rn = (1/3)(T /4n) decresce in proporzione geometrica, e mostra, mediante l’assioma di → Eudosso-Archimede, che per n abbastanza grande essa diventa minore di un’area σ presa ad arbitrio;

• a questo punto può dichiarare che l’area del segmento è proprio S = (4/3)T: se infatti assumesse un valore S′ < (4/3)T, si potrebbe trovare n tale che (4/3)T − Sn = Rn < σ = (4/3)T − S′, assurdo perché è sempre Sn < S′;

• analogamente, l’area non può assumere un valore S″ > (4/3)T, perché la differenza S″ − Sn è minore di Rn, ma ciò è incompatibile con il fatto che Sn < (4/3)T implica che S″ − Sn non è mai minore di σ = S″ − (4/3)T;

• non potendo essere l’area né minore né maggiore di (4/3)T, deve valere necessariamente S = (4/3)T.

Il metodo dunque fornisce la dimostrazione di un risultato noto all’autore. Applicato invece al caso dell’area del cerchio, esso permette di ottenere delle stime di π tra cui la famosa 3 + 10/71 < π < 3 + 1/7 (→ Archimede, metodo di (per pi greco)).

Il metodo di esaustione fu così denominato nel 1647 dal matematico fiammingo Grégoire de Saint-Vincent (1584-1667) nel volume Opus geometricum quadraturae circuli et sectionum coni (Opera geometrica della quadratura del cerchio e delle sezioni del cono, 1647), che ebbe larga risonanza nel Seicento.

Vedi anche
Archimède Matematico e fisico siracusano (Siracusa 287 - ivi 212 a. C.). È stato uno dei più grandi matematici dell'antichità. Probabilmente allievo di Euclide, compì forse un viaggio in Egitto, studiando ad Alessandria; tornò poi a Siracusa, dove scrisse la maggior parte delle sue opere. Ivi morì, ucciso, si ... Eudòsso di Cnido Geometra e astronomo greco (attivo nella prima metà del 4º sec. a. C.). Contemporaneo e amico di Platone, fu discepolo dell'Accademia. Dopo lunghi viaggi scientifici, fondò a Cizico nella Propontide una scuola, che divenne presto famosa, quindi insegnò ad Atene. Fu uno dei grandi scienziati dell'antichità. ... Evangelista Torricèlli Fisico e matematico (Faenza o Modigliana 1608 - Firenze 1647). Succeduto a G. Galilei nell'incarico di matematico e filosofo del granduca di Toscana (1641), dimostrò la possibilità del vuoto in natura, scoprì e misurò la pressione atmosferica con uno strumento chiamato inizialmente tubo di T. e poi barometro. Formatosi ... serie Successione ordinata e continua di elementi, concreti e astratti, dello stesso genere. Ecologia Successione delle comunità che si sostituiscono l’una all’altra in una regione. Le comunità di transizione sono dette stadi seriali, quella terminale stabile è chiamata climax (➔). Poiché il climax varia ...
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  • GRÉGOIRE DE SAINT-VINCENT
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  • METODO DI ESAUSTIONE
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    Enciclopedia on line
    Schema di ragionamento matematico (per assurdo), che permette di evitare l’uso dell’infinito, o comunque di procedimenti infinitesimali, nelle questioni relative alle aree e ai volumi. Fu introdotto, o per lo meno valorizzato, da Eudosso di Cnido (4° sec. a.C.). Metodo perfettamente rigoroso, giacché ...
Vocabolario
eṡaustióne
esaustione eṡaustióne s. f. [dal lat. tardo exhaustio -onis «atto di esaurire», der. di exhaustus, part. pass. di exhaurire «esaurire»]. – Propr., l’esaurire, esaurimento. Più in partic., riduzione all’assurdo, nella locuz. metodo di e.,...
mètodo
metodo mètodo s. m. [dal lat. methŏdus f., gr. μέϑοδος f., «ricerca, indagine, investigazione», e anche «il modo della ricerca», comp. di μετα- che include qui l’idea del perseguire, del tener dietro, e ὁδός «via», quindi, letteralmente...
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