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Newton, metodo di

Enciclopedia della Matematica (2013)
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Newton, metodo di


Newton, metodo di (delle tangenti per la risoluzione di equazioni) metodo numerico per la ricerca degli zeri di una funzione y = ƒ(x) attraverso l’uso di funzioni lineari. Il metodo è utilizzato per la ricerca di una radice dell’equazione ƒ(x) = 0 quando non sia possibile individuarla utilizzando opportune formule (si veda anche → approssimazione (di una soluzione)).

Per comprendere il metodo si individui un intervallo [a, b] in cui y = ƒ(x) sia continua e assuma valori di segno opposto agli estremi (cioè ƒ(a) ⋅ ƒ(b) < 0) e si supponga che la derivata seconda ƒ″ (x) abbia segno costante in tutti i punti interni all’intervallo: tali condizioni sono sufficienti a dimostrare che lo zero di ƒ(x) nell’intervallo considerato esiste ed è unico. Poiché ƒ(x) assume valori di segno opposto agli estremi dell’intervallo, in uno di questi estremi avrà lo stesso segno di ƒ″ (x): si assuma questo estremo come punto iniziale x0 di un metodo iterativo. Si supponga per esempio che sia ƒ″ (x) > 0 e ƒ(b) > 0; il punto iniziale sarà quindi l’estremo b. L’equazione della tangente alla curva nel punto di ascissa x0 è y − ƒ(x0) = ƒ′(x0)(x − x0). Il punto di intersezione di tale retta con l’asse x, indicato con x1, si ottiene ponendo y = 0 nell’equazione precedente:

formula

Iterando il procedimento, si calcola quindi la tangente in (x1, ƒ(x1)) ricavando x2 e così via. Si ottiene alla fine una successione di valori {x0, x1, x2, ..., xn} convergente al valore dello zero della funzione.

Il metodo di Newton si applica in tutti i casi in cui la funzione assume valori di segno opposto agli estremi dell’intervallo e la derivata seconda ha segno costante in esso. Per esempio, se ƒ″ (x) < 0 (la curva volge la concavità verso le ordinate negative) e ƒ(a) < 0, si ottiene ugualmente una sequenza di rette tangenti che permette di avvicinarsi progressivamente allo zero della funzione. La condizione di arresto può essere scritta nella forma |xi − xi−1| < ε, stabilendo di terminare il procedimento quando la differenza tra due approssimazioni successive è sufficientemente piccola; alternativamente, la medesima condizione può essere data sotto la forma |ƒ(xi)| < ε, in cui il valore che la funzione assume nel punto xi è in valore assoluto sufficientemente vicino allo zero. Più che l’errore assoluto in questo metodo è interessante considerare l’errore relativo. Infatti, non disponendo del valore esatto della soluzione, si ricorre alla stima dell’errore tramite il rapporto:

formula

È la stessa modalità attuata anche nel metodo delle secanti, sempre per la ricerca di una radice di un’equazione; in entrambi i metodi l’errore decresce piuttosto rapidamente. In particolare, nel metodo di Newton l’errore è all’incirca proporzionale al quadrato dell’errore del passo precedente: ciò significa che il numero di cifre decimali esatte raddoppia a ogni iterazione. Questa caratteristica è detta convergenza quadratica dell’algoritmo. Se nell’intervallo [a, b] esiste una sola soluzione, individuabile graficamente e la cui esistenza è assicurata dalla costanza del segno di ƒ′ (x), ma la derivata seconda non ha segno costante, il metodo di Newton può non convergere e la soluzione approssimata oscilla intorno a un punto di massimo relativo della funzione.

METODO DI NEWTON PER LA RISOLUZIONE DI UNA EQUAZIONE
METODO DI NEWTON PER LA RISOLUZIONE DI UNA EQUAZIONE

Vedi anche
approssimazione In matematica, si chiamano metodi, o procedimenti di a. o, semplicemente, a., procedure alle quali si ricorre per rappresentare enti matematici (numeri, misure, funzioni ecc.) in modo non esatto, ma sufficientemente accurato per gli scopi perseguiti, in genere mediante enti più semplici. Così, per es., ... tangente In geometria, si dice di ente (retta, linea, superficie ecc.) che abbia un particolare rapporto spaziale con altro ente della stessa natura, definito caso per caso e che riguarda comunque l’intersezione dei due enti considerati (che si dicono anche tra loro t.). In particolare, retta t. a una curva in ... caratteristica In matematica, il termine è usato con diversi significati. In algebra la c. di un corpo K sia lo zero oppure un numero primo, p, a seconda che il sottocorpo fondamentale di K sia il campo razionale, o il campo finito di p elementi (campo formato dalle p classi-resto rispetto a un numero primo p). C. ... algoritmo Matematica Termine, derivato dall’appellativo al-Khuwārizmī («originario della Corasmia») del matematico Muḥammad ibn Mūsa del 9° sec., che designa qualunque schema o procedimento sistematico di calcolo (per es. l’a. euclideo, delle divisioni successive, l’a. algebrico, insieme delle regole del calcolo ...
Tag
  • METODO DELLE SECANTI
  • METODO DI NEWTON
  • DERIVATA SECONDA
  • METODO ITERATIVO
  • FUNZIONI LINEARI
Vocabolario
unità
unita unità s. f. [dal lat. unĭtas -atis, der. di unus «uno»; in alcuni dei sign. concreti, ha risentito l’influenza dell’ingl. unit (che in inglese è distinto da unity)]. – 1. a. Il fatto, la condizione e la caratteristica di essere uno,...
quadrato²
quadrato2 quadrato2 s. m. [lat. quadratum, neutro sostantivato dell’agg. quadratus (v. la voce prec.)]. – 1. In geometria, figura piana, quadrilatero avente i quattro lati, e così pure i quattro angoli, fra loro uguali: tracciare, disegnare...
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