METRICA tipografica
È l'insieme delle misure che si riferiscono alla composizione tipografica e che permettono di dare a questa un assetto geometrico determinabile in precedenza. Oltre che per motivi di ordine estetico, la pagina tipografica deve essere ben proporzionata per ragioni tecniche (compattezza del composto, altezza uniforme dei caratteri, riquadratura, ecc.).
I primi tentativi volti a fissare una metrica tipografica risalgono al sec. XVII, con J. Moxon, ma solo con un'ordinanza di Luigi XV (1723) si cominciò ad adottare in Francia un'altezza uniforme per i caratteri. Seguirono le ricerche di P.-S. Fournier, di M.-D. Fertel e infine quelle di Ambroise-François Didot. Comunque una maggior consapevolezza delle esigenze metriche nell'arte tipografica non si ebbe che al principio dell'Ottocento.
La metrica tipografica si fonda ancora sul sistema duodecimale, e ha come elemento base il "punto", o "piccola unità". Dodici punti formano la "riga di corpo 12", o "grande unità". In Italia, in Francia, in Germania, in Svizzera, ecc. si usa il "punto Didot" o "punto francese", pari a mm. 0,3759; in Inghilterra e Colonie, e negli Stati Uniti d'America, si adopera il "punto inglese" (mm. 0,3527); meno usati sono il "punto Fournier" e il "punto piemontese" o "italiano". Poiché 1 metro corrisponde a 2660 punti Didot, per ridurre esattamente un numero n di millimetri in righe di corpo 12 si applica la proporzione 1000 : 2660 = n : x, e si divide poi x per 12. I caratteri tipografici sono generalmente fusi in trentaquattro "corpi", dal "corpo 4" al "corpo 144". Apposite tabelle riportate nei manuali tipografici permettono di compiere facilmente qualsiasi riduzione necessaria. Per le misurazioni di tipografia si adoperano inoltre varî strumenti: tipometri, sticometri, squadre micrometriche, calibri, dasimetri, ecc.