MEZZADRIA (XXIII, p. 147; App. II, 11, p. 306; III, 11, p. 99)
Da lungo tempo si parla di crisi della mezzadria. Non è nuovo il fenomeno del diffuso disinteresse dei concedenti alla direzione dell'impresa mezzadrile, che di fatto snatura il rapporto sino ad assimilarlo a un affitto con canone parziario, e della correlativa insofferenza dei mezzadri, specie quando raggiungono un buon grado di capacità tecnico-economica, verso una controparte che, in luogo di dare un serio apporto di attività e di capitali all'impresa, spesso tiene un comportamento paralizzante con grave danno per l'impresa comune. A tale fenomeno si sono aggiunti, nell'ultimo trentennio, profondi mutamenti della struttura sociale e delle tecniche di coltivazione, in virtù dei quali da un lato non si riscontra più, nelle campagne, l'antico tipo di famiglia patriarcale, i cui numerosi componenti erano di regola stabilmente dediti all'agricoltura, e dall'altro la coltivazione del podere mezzadrile richiede assai più capitali e assai meno mano d'opera che in passato, e consente quindi un nuovo e diverso equilibrio fra fabbisogno di lavoro del fondo e capacità lavorativa della famiglia mezzadrile.
La valutazione negativa della m., soprattutto con riguardo al diffuso assenteismo dei concedenti, trovò espressione principalmente in scritti di M. Bandini e R. Battistella, ai quali vivacemente replicò E. Betti. Soprattutto dopo gli scritti di Bandini e di Battistella si agitò anche in sede politica il problema del superamento della mezzadria. La necessità di tale superamento venne affermata nelle Conclusioni e proposte presentate alla Conferenza nazionale del mondo rurale e dell'agricoltura tenutasi a Roma tra il giugno e l'ottobre del 1961 dal presidente del comitato.
Un primo disegno di legge, del novembre 1962, decaduto per scadenza della legislatura, mirava al "superamento" mediante facilitazioni all'acquisto del podere da parte del mezzadro e vincoli a carico del concedente che non aderisse alla richiesta di vendita.
Successivamente il legislatore seguì la doppia via della proroga dei contratti di m. in corso e del divieto di nuovi contratti di mezzadria. Tali innovazioni vennero introdotte nel nostro ordinamento dalla l. 15 sett. 1964, n. 756, la quale, mentre da un lato vieta la stipulazione di nuovi contratti di m., dall'altro modifica a favore dei mezzadri i contratti in corso attribuendo loro il 58% dei prodotti e degli utili, fermo restando che le spese sono a carico del concedente e del mezzadro in parti uguali, pone il principio della collaborazione del mezzadro con il concedente nella direzione dell'impresa, autorizza la modificazione della composizione della famiglia mezzadrile anche fuori dei casi previsti dall'art. 2142 cod. civ. purché non ne risulti compromessa la normale coltivazione del fondo e dà al mezzadro il potere di eseguire, previo giudizio favorevole del capo dell'ispettorato agrario e anche se il concedente si opponga, innovazioni dell'ordinamento produttivo con diritto a ottenere i contributi e le agevolazioni previste dalla legge e un'indennità da parte del concedente.
Poiché, nonostante il divieto, molti nuovi contratti di m. sono stati stipulati, la l. 4 ag. 1971, n. 592, ha assoggettato a proroga anche "i contratti di tipo mezzadrile instaurati di fatto" in data posteriore all'entrata in vigore della l. 15 sett. 1964, n. 765.
Lo sfavore per il contratto di m. si è manifestato anche con la presentazione al Parlamento, nella passata e nella presente legislatura, di vari disegni di legge che contemplano la conversione della m. in affitto.
Nel quadro del "superamento" s'inseriscono anche la politica di agevolazioni creditizie e fiscali per l'accesso dei coltivatori alla proprietà contadina, di cui è precipua applicazione la l. 26 maggio 1965, n. 590, e l'introduzione nel nostro sistema della prelazione a favore del coltivatore diretto del fondo in virtù della stessa legge e della successiva l. 24 ag. 1971, n. 817.
Bibl.: M. Bandini, Il crepuscolo della mezzadria, in Riv. pol. agr., 1954, I, p. 117; R. Battistella, La mezzadria e i suoi odierni problemi, ibid., I, p. 93; E. Betti, Lezioni di diritto civile sui contratti agrari, Milano 1957, p. 261. Sulla nuova disciplina della mezzadria, cfr. principalmente L. Mosco, Mezzadria e colonia parziaria, Milano 1969; A. Carrozza, in Enc. del dir., vol. XXVI (1976), sub v. mezzadria.