miccianza
La voce, che riproduce il francese antico mescheance, ricorre tre volte nel Fiore (di cui due nel pittoresco eloquio della Vecchia), sempre nell'espressione ‛ dar m. ', " dar male ", " dar la mala ventura ": Pietate e Franchezza dear miccianza / a quello Schifo che sta sì 'norsato, LXXXIV 7 (cfr. Roman de la Rose 10737-38 " Franchise e Pitié s'offerront / Contre Dangier e l'asserront "); perciò che lo me' cor sì m'indovina / che tu darai lor ancor gran miccianza / a que' ribaldi, CLII 4 (cfr. Roman de la Rose 12880-82 " Pour ce, beauz fiz, vous endoctrine / Que, quant endoctrinez sereiz / Des ribaudeaus me venchereiz "); sì fa' che 'nverso lor sie ben sentita, / e presta di dar lor pen' e miccianza, CLXII 12.
Le tre citazioni sono indipendenti dal Roman de la Rose, dove tuttavia mescheance è frequente (cfr. in particolare grant mescheance ai vv. 14437 e 5127, come in Fiore CLII 4). Il prestito è attestato anche in altri testi (Giovanni e Matteo Villani), ma doveva conservare un sapore esotico se lo usa con intenzione caricaturale, per caratterizzare la parlata di Neri tornato di recente dalla Francia, Cecco Angiolieri in Quando Ner Picciolin tornò di Francia 5 " Ed usava di dir: - Mala mescianza / possa venir a tutti mie' vicini "; e funzione analoga esso avrà nel Sacchetti (Trecento-novelle XXIX e LXXXVII).