Ballhaus, Michael
Direttore della fotografia tedesco, nato a Eichelsdorf il 5 agosto 1935. La sua carriera risulta divisa fra cinema tedesco low-budget e importanti produzioni hollywoodiane, ricalcando lo stesso percorso dei grandi operatori della Repubblica di Weimar, attirati oltreoceano dalla libertà d'espressione e da interessi economici. Con i colori pastosi della sua fotografia, B. ha dato corpo dapprima all'iperrealismo di Rainer Werner Fassbinder, mediante raggelate rappresentazioni di interni borghesi, e successivamente alle più allucinate ossessioni di Martin Scorsese, soprattutto alle visioni di The last temptation of Christ (1988; L'ultima tentazione di Cristo), che resta il suo capolavoro. In patria ha ottenuto due volte il Bundesfilmpreis: nel 1973 per Die bitteren Tränen der Petra von Kant (1972; Le lacrime amare di Petra von Kant) e nel 1978 per Despair (1977), entrambi di Fassbinder. Negli Stati Uniti è stato candidato due volte all'Oscar, nel 1988 per Broadcast news (1987; Dentro la notizia) di James L. Brooks e nel 1990 per The fabulous Baker boys (1989; I favolosi Baker) di Steve Kloves.Conclusi gli studi, intraprese la carriera di fotografo di scena. Ventenne, sul set del film Lola Montès (1955), diretto da Max Ophuls, rimase affascinato dal lavoro dell'operatore Christian Matras e decise che quella sarebbe stata la sua strada. Quattro anni più tardi entrò quindi come capo-cameraman negli studi televisivi della Südwestfunk di Baden Baden. Negli anni Sessanta firmò le immagini di prodotti di routine e di film televisivi degli autori dello Junger deutscher Film, come Abschied (1965) di Peter Lilienthal. L'incontro professionale più importante della sua carriera avvenne alla fine degli anni Sessanta allorché, grazie all'attore Ulli Lommel, conobbe il giovane Fassbinder, reduce dal grande successo di critica di Katzelmacher (1969; Il fabbricante di gattini). Dopo aver diretto un documentario televisivo sul regista (Fassbinder produziert: Film N. 8), trasmesso nel 1971, B. iniziò con lui una lunga e intensa collaborazione, firmando fra il 1970 e il 1979 ben quattordici film, fra i quali spiccano titoli come Warnung vor einer heilegen Nutte (1971; Attenzione alla puttana santa), Die bitteren Tränen der Petra von Kant, Satansbraten (Nessuna festa per la morte del cane di Satana) e Chinesisches Roulette (Roulette cinese) del 1976, Despair e Die Ehe der Maria Braun (Il matrimonio di Maria Braun) del 1979.Rotto il sodalizio con Fassbinder, B. ha lavorato con altri registi tedeschi della nuova generazione. Dear Mr. Wonderful (1982) di Lilienthal, film girato in gran parte negli Stati Uniti, ha dato al direttore della fotografia tedesco l'opportunità di entrare in contatto con le strutture produttive del cinema americano. Ne è derivato Baby, it's you (1983; Promesse, promesse) di John Sayles; ma a farlo conoscere è stato Death of a salesman (1985; Morte di un commesso viaggiatore) dall'omonimo dramma di A. Miller, girato per una rete televisiva americana dal tedesco Volker Schlöndorff, con Dustin Hoffman e John Malkovich. L'anno successivo B. ha dato corpo, con stile espressionistico, alle fantasie notturne di After hours (1985; Fuori orario) di Scorsese, regista con il quale ha iniziato una fruttuosa collaborazione, che lo ha condotto a firmare le immagini di molti dei suoi film, come The color of money (1986; Il colore dei soldi), Goodfellas (1990; Quei bravi ragazzi) e il raffinato The age of innocence (1993; L'età dell'innocenza). B. ha riversato, nel cinema di Scorsese e in genere in quello statunitense degli anni Novanta (The mambo kings, 1992, I re del mambo, di Arne Glimcher; Quiz show, 1994, di Robert Redford; Air Force One, 1997, diretto da Wolfgang Petersen), i risultati di un'intensa ricerca figurativa, innestandovi alcuni tratti della cultura visiva tedesca, erede della tradizione espressionista, evidenti, per es., nelle tinte barocche di Bram Stoker's Dracula (1992; Dracula di Bram Stoker) di Francis Ford Coppola. Fra i registi con i quali ha lavorato, oltre ai già citati Brooks, Redford e Petersen (suo connazionale e anch'egli emigrato a Hollywood) è da ricordare Mike Nichols, per il quale ha illuminato, tra gli altri,Working girl (1988; Una donna in carriera). All'inizio degli anni Novanta, B. ha ipotizzato di passare alla regia, preparando un film intitolato Lenya, progetto poi abbandonato. Il regista Chris Schwotzer ha realizzato un documentario sulla sua attività artistica, intitolato Michael Ballhaus ‒ Begegnung mit dem Auge Hollywoods (2001).
I. Katsahnias, L'Amérique dans l'objectif européen, in "Cahiers du cinéma", 1987, 397, pp. vi-vii.
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S. Pizzello, Cinematic invention heralds 'The age of innocence', in "American cinematographer", 1993, 10, pp. 34-46.
V. Lueken, In Bildern erzahlen, Emotionen wecken, in "EPD Film", 1994, 3, pp. 23-27.
G. Turner, Revenge served cold, in "American cinematographer", 1996, 10, pp. 34-38, 40 e 42.