Cacoyannis, Michael
Nome anglicizzato di Michalis Kakoghiannis, regista cinematografico e sceneggiatore greco, nato a Limassol (Cipro) l'11 giugno 1922. È stato il primo regista greco ad acquistare una grande notorietà a livello internazionale, in particolare con Alexis Zorbas, noto come Zorba the Greek (1964; Zorba il greco), per il quale ottenne le nominations all'Oscar nel 1965 per la regia e la sceneggiatura. Il suo modo di fare cinema si è contraddistinto per la freschezza del racconto (alimentata dall'esperienza fatta in Inghilterra dove stava per affermarsi il Free Cinema), per l'efficacia del linguaggio visivo e la padronanza nella direzione degli attori, che gli hanno consentito il controllo di intrecci melodrammatici. Tali tratti stilistici hanno contrassegnato sia le sue storie contemporanee sia gli adattamenti di tragedie classiche ambientate in paesaggi naturali.
Dopo aver frequentato il liceo in Grecia, venne mandato dal padre, avvocato e uomo politico cipriota, a studiare giurisprudenza al Gray's Inn Law School di Londra per seguire la tradizione giuridica di famiglia. Scoppiata la Seconda guerra mondiale, C. rimase in Inghilterra, dove produsse programmi in lingua greca per la BBC e studiò (1944) recitazione al Central School of Dramatic Art e regia (1946) all'Old Vic School, presso la quale esordì come attore in Salomè di O. Wilde, nel ruolo di Erode. Fu poi protagonista e coregista del Caligula di A. Camus. Tornato a Cipro nel 1953, strinse amicizia con gli attori Dimitris Horn, Elli Lambetti e Ghiorgos Papas, che lo presentarono a un produttore e interpretarono il suo film d'esordio, Kyriakatiko xypnima (1954, Risveglio domenicale), una commedia influenzata dalle atmosfere del cinema francese contemporaneo e apprezzata al Festival di Edimburgo del 1954. L'anno successivo, il suo secondo film Stella (Stella cortigiana del Pireo) rivelò un'attrice ricca di temperamento, Melina Mercouri, che vi interpreta una cantante di rebetiko (la canzone popolare urbana), legata alla malavita, pronta a sfidare le regole della morale e a pagare con la vita la sua audacia morendo tra le braccia dell'amante. Seguì To koritsi me ta mavra (1956; Ragazza in nero), racconto del tragico amore tra una ragazza ateniese e un ragazzo dell'isola di Hydra attraverso cui il regista analizza le ossessioni e i tabù presenti nella società del suo Paese. To telefteo psema (1958, L'ultima bugia) mescola invece drammi personali a situazioni locali di sapore documentaristico (qui una processione religiosa). Dopo aver diretto Eroica (1959), una storia basata sul mondo degli adolescenti, adattamento del romanzo di K. Politis e prima sceneggiatura scritta dal regista, realizzò nel 1961 Il relitto, sceneggiato in collaborazione con Suso Cecchi d'Amico, una coproduzione italo-greca girata in Italia, rivelatasi però un insuccesso, in cui, attraverso dei flashback, un miliardario ripensa alla sua vita mentre aspetta i soccorsi durante un naufragio. Rientrato quindi a Cipro, lasciò le tematiche contemporanee per Elektra (1962; Elettra), interpretato da Irene Papas, che affronta la tragedia di Euripide attraverso la rappresentazione della violenza e la desolazione del paese dove la protagonista si isola. In quello stesso anno mise in scena a New York Le Troiane, ancora di Euripide. Dal viaggio negli Stati Uniti nacque la possibilità di produrre il suo film più famoso: Alexis Zorbas dal romanzo di N. Kazantzakis, ambientato a Creta, dove uno scrittore inglese (Alan Bates) diventa amico di un isolano fiero e sensibile, Alexis Zorba (interpretato da Anthony Quinn). Il film risultò la versione, adatta al gusto di un pubblico internazionale, di una Grecia travolgente e venata di esotismo, all'interno della quale viene disegnata un'indimenticabile icona cinematografica. La colonna sonora di Mikis Theodorakis contribuì a lanciare oltre i confini greci il sirtaki. È forse il film che meglio indica le caratteristiche del suo autore, la sua formazione, la disponibilità alle produzioni industriali, ma anche l'attenzione e la cura artigianali della scrittura e del montaggio. Otan ta psaria vyikan stin steria, noto anche come The day the fish came out (1967; Il giorno in cui i pesci uscirono dal mare), una coproduzione anglo-greca, è invece una commedia nera di fantapolitica che mette in guardia contro il pericolo atomico e che però si rivelò un altro insuccesso commerciale per il regista. Di produzione anglo-americana è The Trojan women (1971; Le Troiane), ancora un adattamento da Euripide, interpretato da prestigiose attrici internazionali quali Katharine Hepburn, Vanessa Redgrave, Geneviève Bujold, Irene Papas, e caratterizzato da un deciso pacifismo di fondo. Il regista prese invece un'esplicita posizione politica quando, con il lungometraggio Attila '74 (1974), che fu in Grecia il più importante successo commerciale dell'anno, volle mobilitare l'opinione pubblica contro l'invasione dell'isola di Cipro da parte dei turchi. Tre anni dopo realizzò invece il terzo film della trilogia euripidea, Iphigeneia (1977; Ifigenia).
Sono seguiti Glykia patrida, noto anche con il titolo Sweet country (1987), una coproduzione greco-statunitense, che affronta anche il tema civile della dittatura cilena con personaggi che portano la loro testimonianza diretta nel raccontare i metodi di tortura dei regimi dittatoriali, e Pano, kato kai paghios, noto anche come Up, down and sideways (1993), una parodia della vita contemporanea nella capitale greca, salutata in Grecia come un ritorno del regista alle sue tematiche. Così come un ritorno al mai sopito amore per il teatro è stato O vissinokipas, noto anche come Varya (1999), trasposizione di Il giardino dei ciliegi di A.P. Čechov, una coproduzione cipriota-greco-francese interpretata da Charlotte Rampling, Alan Bates e, nel ruolo di Varya, da Katrin Cartlidge, film sulla fine della nobiltà e sull'ingresso trionfante della borghesia mercantile sulla scena del 20° secolo.
Y. Soldatos, Istoria tou ellenikou kinematografou, Athine 1982; Il cinema greco, a cura di V. Camerino, S. Demetriou, Manduria 2002; Michael Cacoyannis. Grecia cinema, a cura di I. Kanarà, A. Morini, Porretta Terme 2002.