Gelovani, Michail Georgievič
Attore e regista cinematografico georgiano, nato in una località rurale nei pressi di Kutaisi il 6 gennaio 1893 e morto a Mosca il 21 dicembre 1956. La somiglianza con I.V. Stalin lo rese per oltre un quindicennio indiscussa icona cinematografica del dittatore sovietico, che impersonò in undici film, per quattro dei quali fu insignito del premio di Stato; un ruolo condiviso con altri meno noti 'sosia', fra cui l'attore Aleksej D. Dikij (1889-1955), e non privo di rischi in quei tempi di terrore, nonostante il ferreo controllo ideologico esercitato dagli organi competenti su ogni film che avesse come protagonista Stalin. G. iniziò la carriera di attore in teatro, nel 1913 (Baku, Kutaisi); quindi dal teatro Rustaveli di Tbilisi passò al Vtoroj Moskovskij Chudožestvennyj Akademičeskij Teatr (Secondo teatro d'arte accademico di Mosca) per approdare nel 1925 sugli schermi (Tri žizni, Tre vite, di Ivan N. Perestiani). Fino al 1934 lavorò nella sua regione con registi di rilievo come, oltre a Perestiani, Michail E. Čiaureli, Nikolaj M. Šengelaja e Georgij A. Makarov. Sin dai primi ruoli da caratterista si fece notare per il temperamento appassionato e la carica di vivace umorismo, che contraddistinguevano la sua recitazione nel complesso tradizionale. Per alcuni anni fu attivo anche come regista: tra i suoi film si ricordano Zloj duch (1928, Spirito maligno), diretto con Patvakan A. Barchudarjan, Molodost′ pobeždaet (1929, La gioventù trionfa) e Nastoja-ščij kavkazec (1934, L'autentico caucasico).
Nei successivi film in russo interpretò solo il personaggio di Stalin, con cui agli occhi del pubblico finì quasi con l'identificarsi. Iniziò con una breve apparizione in Vozvraščenie Maksima (1937, Il ritorno di Maksim) di Grigorij M. Kozincev e Leonid Z. Trauberg, seconda parte di una trilogia completata da Vyborgskaja storona (1939, Il quartiere di Vyborg), in cui G. interpretò sempre lo stesso ruolo. Ma dovette la sua celebrità ai quattro film di Čiaureli, tanto roboanti e trionfalistici quanto privi di ogni qualità cinematografica, in cui la storia russa veniva riscritta secondo i dettami di Stalin, motore sia dei fatti storici sia delle azioni dei personaggi. Vestito come lui, con medaglie e decorazioni, truccato con baffi e pipa, addestrato a esibire una forte inflessione caucasica, G. divenne Stalin. La serie si aprì con Velikoe zarevo (1938, La grande aurora), sulla rivoluzione del febbraio 1917; in una successiva trilogia l'attore passava dal giuramento di Stalin nel 1924 davanti alla salma di V.I. Lenin in Kljatva (1946; Il giuramento), al giocatore accorto sullo scacchiere mondiale nonché trasvolatore della Berlino sconfitta e contadino che pianta simbolicamente un albero dopo la guerra in Padenie Berlina (1949; La caduta di Berlino), fino allo Stalin degli inizi, asso del controspionaggio e salvatore della patria, in Nezabyvaemyj 1919-j god (1952, L'indimenticabile 1919), sulla Pietrogrado del 1919. G. impersonò Stalin anche per altri registi, tra cui Sergej I. Jutkevič (Čelovek s ruž′ëm, 1938, L'uomo con il fucile), Michail I. Romm (Lenin v 1918 godu, 1939, Lenin nel 1918), Michail K. Kalatozov (Valerij Čkalov, 1941) e Gregorij N. e Sergej D. Vasil′ev (Oborona Caricyna, 1942, La difesa di Caricyn).
Kino. Enciklopedičeskij slovar′, Moskva 1987, ad vocem.
Il cinema dei dittatori, a cura di R. Renzi, Bologna 1992, passim.
G. Buttafava, Il cinema russo e sovietico, Venezia 2000, pp. 80, 86-87.
Le luci dei maestri dimenticati. Cinema georgiano 1908-1999, a cura di F. Rancati, Roma 2000, p. 95.