Tomskij, Michail Pavlovic
(pseud. di M.P. Efremov) Rivoluzionario russo (n. 1880-m. Mosca 1936). Operaio tipografo, bolscevico dal 1904, fu più volte arrestato e poi condannato alla deportazione e ai lavori forzati. Come presidente (dal 1918) della confederazione sindacale favorì il processo di assorbimento dei sindacati nella struttura amministrativa dello Stato, pur sforzandosi di garantire a essi un relativo margine di autonomia. Nel 1929 si schierò, con A.I. Rykov e N.I. Bucharin, nella cosiddetta opposizione di destra e fu allontanato dalla guida dei sindacati. Nel 1932 gli fu affidata la direzione dell’Azienda editoriale di Stato. Durante il processo (1936) contro Trockij, Zinov′ev, Kamenev, ecc. fu posto sotto accusa, ma prima di essere arrestato si uccise.