ADANSON, Michel
Botanico francese, nato a Aix in Provenza il 7 aprile 1727. Fu allievo di Antoine e Bernard de Jussieu. Nel 1748 partì per il Senegal, dove rimase cinque anni; tornato poi a Parigi pubblicò la Histoire naturelle du Sénégal, Parigi 1757, di cui la seconda parte (Histoire des coquillages) gli valse la nomina a membro dell'Accademia, a soli 30 anni. Poco dopo pubblicò le Familles des plantes, Parigi 1761, tosto seguita da una seconda edizione, col titolo: Méthode nouvelle pour apprendre à connaître les différentes familles des plantes, Parigi 1764. In quest'opera usò una grafia semplificata, sostituendo ad alcune consonanti e gruppi di consonanti, altre lettere dello stesso suono, come q con k, ph con f, semplificando le doppie, ecc. Il nuovo metodo consisteva nell'esaminare separatamente ogni organo di una pianta, compararlo con gli omologhi delle altre, fino a costituire, in base a un solo organo, un sistema di tutte le piante. Ripetendo la stessa operazione per molti altri organi separatamente, si otteneva una serie di sistemi, fondati ciascuno su di un sol carattere, e contenenti ognuno tutte le piante. È chiaro, affermava l'autore, che le piante che in nessuno dei sistemi sono separate, cioè stanno nella stessa classe, hanno un alto grado di affinità; quelle che in qualche sistema stanno in classi differenti, hanno qualche organo diverso, e sono quindi meno prossime; infine, quelle che in tutti i sistemi stanno in classi diverse, non sono legate da alcun vincolo di parentela.
Nel 1774 l'A. propose all'Accademia un vasto disegno di un'opera in 27 volumi, in cui ogni ramo dello scibile, non escluse le scienze dello spirito, doveva essere esposto secondo il sistema da lui adottato per le piante. L'Accademia non credette opportuno accogliere il progetto. Allora la pubblicazione della grande opera divenne un'idea fissa per l'A., che vi consacrò gli ultimi anni della sua vita, nonostante i patimenti e le persecuzioni sofferte durante la rivoluzione. Nel 1798, quando l'Institut riorganizzato lo chiamò a far parte dei suoi membri, egli non aveva scarpe per recarsi alla seduta. Gli fu allora assegnata una pensione, che gli permise di curarsi (era sofferente di carie ossea), ma dopo pochi anni, in cui si acutizzò in lui l'idea fissa della pubblicazione della grande opera, morì, il 3 agosto 1806, esclamando: adieu, l'immortalité n'est pas de ce monde!
Aveva pubblicato anche pregevoli studî botanici e zoologici, come quelli sulla Teredo (1759), sul Baobab (1761), sulla Conferva, che fu poi detta Oscillatoria Adansonii (1769), sulla scossa elettrica del siluro, ecc.