Sociologo francese (Sainte-Menehould, Marna, 1922 - Parigi 2013), ha insegnato alla Harvard University (1966-67 e 1968-70), alla Université de Nanterre (1967-68) e alla University of California, Irvine (1982-89). Ha fondato e diretto il Centre de sociologie des organisations (1961-93) ed è stato direttore del corso superiore di sociologia dell'Institut d'études politiques di Parigi (1975-92); è membro dell'Académie des sciences morales et politiques di Parigi (dal 1999). Studioso del fenomeno burocratico, ha dedicato le sue ricerche prevalentemente all'analisi dei fenomeni di mobilità professionale e dei fattori di resistenza all'innovazione. Nella sua opera più significativa (Le phénomène bureaucratique, 1963; trad. it. 1969) ha analizzato a livello microsociologico la concentrazione del potere nell'organizzazione burocratica, rilevando come la frattura tra vertici e base sia imputabile, principalmente, alla discrezionalità, a vantaggio dei primi, dell'applicazione di norme e regolamenti. Di qui il suggerimento di introdurre procedure in grado di rendere imparziale l'applicazione delle norme, al fine anche di elasticizzare le strutture. Tra le altre opere: Petits fonctionnaires au travail (1956); Le monde des employés de bureau (1965; trad. it. 1985); La société bloquée (1970); L'acteur et le système (in collab. con E. Friedberg, 1977; trad. it. 1978); Le mal américain (1980); État modeste, état moderne. Stratégie pour un autre changement (1987; trad. it. 1988); La crise de l'intelligence (in collab. con B. Tilliette, 1995; trad. it. 1996); Quand la France s'ouvrira (in collab. con B. Tilliette, 2000). In Ma belle époque (2002) e A contre-courant (2004) sono raccolte le sue memorie.