CROZIER, Michel
Sociologo francese, nato a Sainte-Menehould (Marna) il 6 novembre 1922. Dopo aver compiuto soggiorni-studio negli USA (1947-48) e in Gran Bretagna (1950), si è laureato in giurisprudenza all'università di Lille. Nel 1963 ha ottenuto, a Parigi, l'abilitazione in sociologia e l'anno seguente la nomina a direttore di ricerca al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS). Fondatore e direttore, nel 1961, del Centre de sociologie des organisations, fellow al Center for advanced study in the behavioral sciences della Stanford University, professore di Sociologia all'università di Nanterre (fino al 1968), tiene il corso superiore di Sociologia all'Institut d'études politiques.
Studioso autorevole del fenomeno burocratico, ha incentrato le sue ricerche prevalentemente sull'analisi dei fenomeni di mobilità professionale, nonché dei fattori di resistenza al cambiamento. Secondo C. i processi lavorativi subiscono una tendenziale, decisa standardizzazione da parte dei progressi tecnologici. In alcuni tipi di organizzazione, definiti da C. "stagnanti" e "non competitivi", l'interesse dei "vertici", al fine della conservazione del potere, è volto a mantenere tecniche produttive antiquate, esattamente il contrario di quanto avviene in organizzazioni più competitive, dove l'adozione di tecniche d'avanguardia si coniuga con l'acquisizione di maggior potere da parte dei dirigenti.
Le phénomène bureaucratique (1963; trad. it., 1969) analizza a livello microsociologico la concentrazione del potere nell'organizzazione burocratica, rilevando come la frattura tra "vertici" e "base" sia imputabile, principalmente, alla discrezionalità, a vantaggio dei primi, dell'applicazione di norme e regolamenti. Da qui il suggerimento d'introdurre procedure in grado di rendere imparziale l'applicazione delle norme, al fine anche di elasticizzare le strutture.
Rilevante il suo contributo all'orientamento della sociologia francese da un indirizzo filosofico a uno empirico, strettamente connesso con la sfera dell'applicazione pratica. A parere di C. la sociologia non deve limitarsi all'analisi della società, ma deve anche orientare l'ambito delle decisioni politiche. In questa direzione si colloca il suo impegno (1969-72) nella politica delle riforme di Chaban-Delmas.
Tra gli altri suoi scritti ricordiamo: Usines et syndicats d'Amérique (1951); Petits fonctionnaires au travail (1956); Le monde des employés de bureau (1965; trad. it., 1975); La société bloquée (1970); L'acteur et le système, in collaborazione con E. Friedberg (1977; trad. it., 1978); On ne change pas la société par décret (1979); Le mal américain (1980).