PLATINI, Michel
Francia. Joeuf, 21 giugno 1955 • Ruolo: interno • Squadre di appartenenza: 1972-79: Nancy; 1979-82: St.-Étienne; 1982-87: Juventus • In nazionale: 72 presenze e 41 reti (esordio: 27 marzo 1976, Francia-Cecoslovacchia, 2-2) • Vittorie: 2 Campionati italiani (1983-84, 1985-86), 1 Coppa Italia (1982-83), 1 Coppa dei Campioni (1984-85), 1 Supercoppa Europea (1984), 1 Coppa Intercontinentale (1985), 1 Coppa delle Coppe (1983-84), 1 Mundialito Clubs (1983), 1 Campionato francese (1980-81), 1 Coppa di Francia (1977-78), 1 Campionato d'Europa (1984), 3 Palloni d'oro (1983, 1984, 1985) • Carriera di allenatore: nazionale francese (1988-92)
È stato il calciatore francese più forte di tutti i tempi, un giocatore dalle qualità straordinarie: l'essenzialità, la semplicità, la ricerca della giocata più facile possibile, che poteva essere sia pescare l'uomo a 50 metri sia, se necessario, toccare il pallone per il compagno più vicino; a questo si aggiungeva un piede destro che ha avuto pochi eguali nella storia del calcio per facilità di battuta e precisione estrema, in corsa, al volo, da vicino, da lontano. Per non parlare delle famose punizioni, preparate per ore e ore con le sagome, contro le quali ai tempi d'oro della Juventus le difese avversarie studiarono ogni genere di contromossa: alla Cremonese fece gol fintando il solito pallonetto aereo e inducendo gli avversari a saltare tutti insieme per poi calciare raso terra sotto le loro scarpe; al Torino, che aveva piazzato sul palo coperto dalla barriera il libero Galbiati, pronto a saltare, riuscí a segnare infilando il pallone 20 centimetri esatti sopra la testa dell'avversario. I suoi primi tempi in bianconero furono durissimi, per una pubalgia acuta e per la freddezza di alcuni compagni nostalgici di Brady, ceduto per far posto all'asso voluto dall'avvocato Agnelli. Dopo solo tre mesi, quella Juventus, in cui giocavano sei campioni del mondo più Boniek, era ai piedi del giocatore francese, che pure non perdeva occasione di sfoggiare la proverbiale grandeur, né di distribuire battute. Alla Francia Platini regalò l'Europeo del 1984, disputato in casa, giocando, per necessità, anche da attaccante puro. Se davanti a quel centrocampo ‒ Platini, Giresse, Tigana e Fernandez ‒ ci fossero stati gli attaccanti della generazione attuale o quelli del 1958, la Francia non avrebbe dovuto attendere il 1998 per vincere il Mondiale, che Platini festeggiò invece da presidente del comitato organizzatore sfoggiando, la sera della trionfale finale con il Brasile, la maglia della nazionale sotto la grisaglia da manager. Da allora la carriera dirigenziale di Platini si è svolta nell'ambito della FIFA.