TONTI, Michelangelo
– Nato da umile famiglia nei pressi di Rimini nel 1566, forse a dicembre, fu avviato allo studio della musica e successivamente si addottorò in legge all’Università di Bologna. Le fonti non consentono di ricostruire con precisione l’avvio della carriera ecclesiastica di Tonti, che si trasferì a Roma appena terminati gli studi e trovò impiego come organista per la chiesa di S. Rocco a Ripetta.
Sul finire degli anni Novanta del XVI secolo entrò in contatto con Francesco Borghese, che lo introdusse presso i fratelli, Orazio e Camillo. Tonti si legò in particolare a quest’ultimo che, nominato cardinale nel 1596, lo prese a servizio presso di sé; egli iniziò quindi a curare gli interessi della famiglia Borghese, divenendone ben presto uno dei consiglieri più influenti (Cardella, 1793).
L’elezione al soglio pontificio di Camillo Borghese con il nome di Paolo V nel 1605 consentì a Tonti di compiere una brillante ascesa curiale: fu nominato uditore del cardinale nipote Scipione Borghese e nel 1607 datario, subentrando a Pompeo Arrigoni. Consacrato a Roma da Fabio Biondo il 16 novembre 1608, il giorno seguente ricevette il pallio in qualità di arcivescovo di Nazareth, un’arcidiocesi unita alla chiesa di Barletta, in Puglia, senza obbligo di residenza; il 24 novembre fu insignito della porpora cardinalizia con il titolo di Nazarenus. Dovette quindi lasciare l’incarico di uditore del cardinal nipote, che fu assegnato a Domenico Rivarola (von Pastor, 1930, pp. 241 s.). Il 10 dicembre dello stesso anno ricevette il titolo di cardinale prete di S. Bartolomeo all’Isola, mentre l’11 marzo 1609 il titolo di arcivescovo di Cesena; nel 1611 divenne arciprete della basilica di S. Maria Maggiore a Roma e nel 1621 ebbe il titolo di cardinale prete di S. Pietro in Vincoli (Eubel, 1967).
Il favore curiale di Tonti fu, tuttavia, di breve durata: le fonti sono concordi nell’attribuire il suo ritorno all’inizio del 1612 in Romagna, nell’arcidiocesi di Cesena, ai violenti contrasti sorti con alcuni personaggi molto influenti presso i Borghese, come il già citato Rivarola, i cardinali Lanfranco Margotti (segretario del cardinale Scipione Borghese), Giovanni Mellini, Luigi Capponi e Giambattista Leni (Roma, Biblioteca Vallicelliana, Manoscritti, ms. G.51, cc. 325-332, lettera del 24 dicembre 1611; von Pastor, 1930, p. 242). Altrettanto burrascosi furono i rapporti con Prospero Farinacci, nominato dal pontefice procuratore generale del Fisco nel 1606, personaggio assai disinvolto nella gestione delle controversie giudiziarie. Un Avviso del 1609 riferisce di un vivace scambio verbale tra i due: il fiscale «ha anco detto, che delli cardinali se ne fanno per favore, per fortuna, per denari, e delli indegni, e morto uno se ne fa un altro, ma che delli Farinacci non se ne trovarà un altro; e tra l’altre cose Nazaret ha detto che ha in mano tanto, che basta per farlo impiccare» (Del Re, 1975).
Ritiratosi nell’arcidiocesi di Cesena, Tonti attese dunque ai suoi doveri pastorali con assiduità, come testimonia il Ricordo [...] di quanto deuano publicare tutte le domeniche dell’anno, un agile libretto di istruzioni pastorali destinato ai parroci e ai cappellani del 1615.
Per il tramite dei Borghese Tonti entrò in contatto con alcuni dei più noti artisti dell’epoca, come Guido Reni e Antonio Carracci (nipote di Annibale), il quale tra il 1611 e il 1615 dipinse tre cicli di affreschi nella chiesa di S. Bartolomeo all’Isola a Roma su commissione del cardinale Nazareno (Malvasia, 1678). La sua antica passione per la musica trova invece riscontro nella dedica di Camillo Filippi di una raccolta di mottetti polifonici (1609) e in quella di Paolo Tarditi per l’edizione romana del 1620 dei Salmi e Magnificat con quattro antifone per i vespri (Franchi, 2006, pp. 345, 359).
Gli ultimi anni di vita di Tonti si intrecciarono da vicino con la fondazione da parte di José de Calasanz (italianizzato in Giuseppe Calasanzio) della Congregazione dei chierici regolari poveri della Madre di Dio (più noti come scolopi) nel 1602, ufficialmente approvata da papa Paolo V nel 1617. A seguito della stesura delle Costituzioni, terminata nel 1620, Calasanzio formulò la richiesta di trasformare la Congregazione in Religione dei voti solenni; il pontefice affidò allora la causa al cardinal Tonti, membro della Congregazione dei vescovi e dei regolari. All’inizio del 1621 Paolo V morì e Tonti rientrò a Roma per partecipare al conclave, che il 9 febbraio avrebbe eletto Gregorio XV, al secolo Alessandro Ludovisi; fu in questi mesi che, dopo un’iniziale diffidenza, i rapporti con la neonata Congregazione di Calasanzio divennero molto stretti. Questo legame è confermato dall’acquisto siglato il 29 gennaio 1622 di un palazzo sulle pendici del Quirinale, di proprietà di Orazio Caetani, e dal testamento, sottoscritto il 19 aprile a Roma, con il quale Tonti destinò una parte cospicua della sua eredità al collegio Nazareno (così chiamato in suo onore) perché si occupasse dell’educazione di ragazzi indigenti (Tonti, 1649, cc. 2v-3r).
Il 20 aprile, ormai gravemente infermo, ricevette, secondo alcune fonti, i voti solenni per la professione di s. Giuseppe Calasanzio e il 21 aprile morì a Roma.
Fino al 1° gennaio 1630, tuttavia, il collegio non poté essere inaugurato a causa delle aspre liti sorte in relazione all’eredità, il cui ammontare fu sensibilmente diminuito sia dal pagamento dei numerosi creditori, sia dalla ferma opposizione degli eredi del cardinale, i quali impugnarono il testamento dando origine a una lunga controversia giudiziaria che si concluse soltanto nel 1679 (Tosetti, 1852, pp. 68-71).
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca Vallicelliana, Manoscritti, ms. G.51, cc. 325-332.
M. Tonti, Ricordo alli parochi e capellani de gl’oratorii della città e diocesi di Cesena di quanto deuano publicare tutte le domeniche dell’anno mentre celebrano messa d’ordine dell’illustrissimo, & reverendissimo signor cardinale di Nazaret vescovo di detta città, Cesena 1615; L. Cesare, Signum Burghesium ex antiquitate petitum dedicat inter musicos concentus Michael Angelus Tontus Romanus illustrissimo principi Scipioni card. Burghesio, Romae 1617; M. Tonti, Testamentum et codicillus Bon. mem. eminentiss. & reuerendiss. D.D. Michaelis Angeli Tonti Ariminensis Tituli S. Petri ad Vincula S.R.E. Card. Nazareni nuncupati, ac Episcopi Caesenatensis, Romae 1649; C.C. Malvasia, Felsina pittrice, I, Bologna 1678, pp. 520 s.; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della santa romana Chiesa, IV, Roma 1793, pp. 145 s.; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, I-CIII, Venezia 1840-1861, XIV, pp. 135, 178 s.; U. Tosetti, Compendio storico della vita di San Giuseppe Colasanzio della madre di Dio fondatore delle Scuole Pie, Roma 1852, pp. 68-71, 91 s.; A. Leonetti, Memorie del Collegio Nazareno eretto in Roma da S. Giuseppe Calasanzio per volontà e per opera di M. T. cardinal di Nazaret, Bologna 1882; U. Tosetti, Piccola vita di San Giuseppe Calasanzio, Firenze 1927, pp. 80-84; L. von Pastor, Storia dei papi dalla fine del Medio Evo, XII, Roma 1930, pp. 43, 241 s.; K. Eubel, Hierarchia catholica Medii aevi, IV, Padova 1967, pp. 11, 254; N. Del Re, Farinacci giureconsulto romano (1544-1618), in Archivio della Società romana di storia patria, XCVIII (1975), pp. 135-220 (in partic. pp. 155 s.); S. Franchi, Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII, I, Roma 2006, pp. 80, 345, 359.