AMADEI, Michele
Nacque a Roma da famiglia patrizia nel 1839. Giovanissimo militò nelle file del movimento liberale romano ricostituitosi dopo il1849. Nel 1859 fu tra gli organizzatori più scaltri e audaci del passaggio al nord dei volontari dello Stato romano. Sospettato e sorvegliato dalla polizia, fu, poco dopo, costretto a esulare e a trasferirsi in una proprietà presso Prato. Si strinse allora in affettuosa amicizia con P. Cironi, del quale tessé un commosso necrologio nel giornale fiorentino Il Progresso (I, 1864, nn. 141-143), ristampato, poi, in opuscolo (Prato 1864). Nel 1866 accorse a combattere con Garibaldi e si distinse con le Guide a Condino e a Bezzecca. Terminata la guerra, tornò a Prato, dove fondò e diresse, con Giuseppe Mazzoni, nel 1867, un giornale liberale, L'Eco del Bisenzio, e partecipò alle locali vicende economico-amministrative, accettando per tre volte l'ufficio di consigliere comunale. Rientrato a Roma dopo il 20 sett. 1870, al seguito dell'esercito italiano, fu tra i testimoni alla consegna del plebiscito della Città Leonina. Consacratosi alla vita pubblica, fu costantemente, per circa vent'anni, a partire dal 1875, membro del Consiglio comunale della capitale, facendo parte di diverse commissioni tecniche, della Giunta di statistica municipale e della Congregazione di carità. Frutto di questa attività fu la Relazione sul riordinamento degli archivi comunali (Roma 1884).
Contemporaneamente l'A. svolse una notevole azione anche sul piano politico nazionale. Subito dopo il '70 si adoperò molto per l'elezione a deputato di G. Mazzoni, che egli persuase a pronunciare il richiesto giuramento. Nel 1874 fu egli stesso eletto deputato per il collegio di Poggio Mirteto (cfr. il suo discorso Agli elettori di Poggio Mirteto,Roma 1876).
Nel 1875 pronunziò alla Camera un forte discorso contro i provvedimenti eccezionali in Sicilia; prese pure la parola a favore dei movimenti di parte democratica e del riconoscimento dei garibaldini. Si dedicò con amore allo studio delle condizioni agricole italiane e dal Cairoli, con il quale strinse salda amicizia, fu nominato segretario generale per l'Agricoltura, industria e commercio, primo deputato romano assurto al ministero (1879). A lui spettano alcune provvide leggi contro la fillossera che si era abbattuta sopra i vigneti lombardi.
Assorbito il collegio di Poggio Mirteto dal 2° di Perugia, l'A. divenne rappresentante di questo fin dal 1882. Durante la XV legislatura (1882-1886) ebbe una parte molto attiva nel sostenere gli interventi finanziari dello stato a favore della capitale. Vicino al Crispi durante un lungo periodo di opposizione parlamentare, con lui entrò, poi, nella maggioranza. E dal 4 genn. 1889 al 6 febbr. 1891 fu sottosegretario di stato per l'agricoltura con L. Miceli.
Giornalista e scrittore facile e vigoroso, collaborò a vari periodici, segnatamente alla Riforma,dando prova di larga cultura classica e filosofica e di seria preparazione economico-politica, doti attestate anche dal suo volume Discorsi commemorativi (Roma 1889), nel quale raccolse gli elogi da lui pronunciati in varie occasioni, del Sella, di Garibaldi, del Mazzoni, di Vittorio Emanuele, del Mamiani e del Cairoli.
Morì, a Roma, il 4 luglio 1906.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma, Fondo Pianciani,b. 1; E. Arbib, Sommario degli atti del Consiglio comunale di Roma dal 1870 al 1895,Roma 1895,pp. 20, 58, 62, 88, 95,108, 213-14 e passim;T. Sarti, Il parlamento subalpino e nazionale,Roma 1896, p.43; G. Leti, Roma e lo Stato pontificio dal 1848 al 1870,II, Roma 1911, pp. 391, 399; Dizion. del Risorgimento nazion.,II, p. 55.