Amari, Michele
Patriota, storico e arabista (Palermo 1806 - Firenze 1889). Fratello di Emerico, tramite il padre, Ferdinando, venne fin da giovane a contatto con l’ambiente dei democratici palermitani di cui condivise inizialmente le aspirazioni separatiste. Nel 1820, per contribuire al mantenimento della famiglia, iniziò la carriera di impiegato ministeriale, ma dopo la pubblicazione della sua opera La Guerra del vespro (cui la censura impose il generico titolo Un periodo delle istorie siciliane del secolo XIII), sgradita al governo di Napoli, fu costretto ad andare in esilio in Francia (1842). A Parigi frequentò l’ambiente degli esuli italiani; conobbe tra gli altri Mazzini e cominciò a maturare un’impostazione politica del problema siciliano inserita in un quadro di generale rivolgimento della penisola. Dopo l’insurrezione di Palermo del 1848 e la costituzione di un governo provvisorio, rientrò in patria e fu nominato ministro delle Finanze. Il ritorno dei Borboni, tuttavia, lo costrinse di nuovo a rifugiarsi a Parigi dove intensificò i rapporti con Mazzini, collaborando alla sua attività propagandistica. Rientrò in Italia nel 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala e, pur restando fautore di un sistema di largo decentramento, appoggiò la linea cavouriana e fu tra sostenitori dell’annessione immediata al Piemonte. Nel 1861 fu nominato senatore e dal 1862 al 1864 fu ministro della Pubblica istruzione. Successivamente ricoprì altri incarichi di rilievo: fu membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione, del Consiglio superiore degli archivi, dell’Istituto storico italiano e di varie altre commissioni. Dal 1860 al 1873 insegnò Lingua e cultura araba all’Istituto di studi superiori di Firenze. A lui si deve l’organizzazione degli studi orientali in Italia ai quali diede un rilevante contributo con gli scritti sulla Sicilia musulmana.
Tra le sue opere principali: Storia dei musulmani di Sicilia (3 voll., 1854-1872); Biblioteca arabo-sicula ossia raccolta di testi arabici che toccano la geografia, la storia, le biografie, e la bibliografia della Sicilia (1857); Le epigrafi arabiche di Sicilia trascritte, tradotte e illustrate (1875-85, in tre parti).