MILOCCO, Michele Antonio
MILOCCO (Miloc), Michele Antonio. – Nacque a Torino tra il 1686 e il 1690, figlio primogenito di Vittoria Caterina Gregori e di Carlo Vercellino, cuoco di Emanuele Filiberto Amedeo, principe di Carignano. Nel censimento della popolazione torinese del 1705 il M. risultava residente in famiglia, con i fratelli Anna Caterina, Ignazio e Giuseppe Tommaso (Gli artisti a Torino …).
Fu a Roma almeno dal 1710, anno in cui ottenne il primo premio nella seconda classe del Concorso Clementino indetto dall’Accademia di S. Luca (I disegni di figura …). Nel 1719 era ancora nella capitale pontificia in qualità di pittore del principe Livio II Odescalchi (Schede Vesme, p. 699).
Sino a ora non è emersa testimonianza dell’attività artistica romana; tuttavia il lungo soggiorno, unitamente alle influenze classiciste che il M. poté assimilare nella città natale, in particolare dall’attività per il palazzo cittadino dei principi di Carignano di Stefano Maria Legnani (1695-98 e 1700-03), determinarono scelte stilistiche e compositive pienamente allineate con la produzione di Carlo Maratti e dei suoi allievi. Nel Battesimo di Cristo della sacrestia di S. Giovanni a Racconigi il M. ripropose, con minime varianti, la tela di soggetto analogo eseguita da Maratti a Roma in S. Maria degli Angeli.
Rientrato a Torino nel 1720, ricevette le prime commissioni da casa Savoia nel 1723. Dovuta all’intermediazione della corte è la presenza del M. nel 1726-27 nella parrocchiale di Campertogno in Valsesia, erroneamente ritenuta sua terra d’origine. Nel 1727 si emancipò dalla tutela paterna; nel 1729 ricoprì per la prima volta la carica di priore della Compagnia di S. Luca in Torino, titolo di cui sarà nuovamente insignito nel 1760. Tra il terzo e il sesto decennio del Settecento fu impegnato per lavori di diversa entità per le residenze di corte, talvolta a completamento di interventi diretti dal primo pittore di corte, Claudio Francesco Beaumont, non sempre apprezzabili, a seguito delle trasformazioni ottocentesche subite dagli ambienti, in particolare in palazzo reale a Torino. Di maggiore respiro sono la decorazione della volta della cappella di villa della Regina e l’affresco con il Mito di Diana nell’appartamento del re nella palazzina di Caccia di Stupinigi (1731), raro esempio di opera a soggetto profano, unitamente all’affresco sullo scalone di palazzo Perrone di San Martino di Torino con l’Apoteosi della casata e figure mitologiche del 1738. Nel 1740 ottenne la commissione per la decorazione del palco reale e del sipario (sostituito nel 1756 con un lavoro dei fratelli Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio Galliari) del nuovo teatro Regio in collaborazione con Sebastiano Galeotti (Tamburini, 1991, pp. 127 s.). Dagli anni Venti del Settecento, il M. avviò una vasta produzione di opere di soggetto sacro, sia su tela sia ad affresco, spesso in collaborazione con quadraturisti.
L’attività non conobbe flessioni o interruzioni significative sino a tutta la prima metà degli anni Sessanta del XVIII secolo. Sebbene il catalogo presenti numerosi interventi documentati, la quantità di lavori appare decisamente maggiore a un ancora parziale censimento nel Piemonte occidentale. Per soddisfare in tempi relativamente rapidi e a un costo concorrenziale una variegata committenza, il M. elaborò un repertorio consolidato di soluzioni compositive e tipologiche che vennero costantemente replicate, attraverso l’uso dei medesimi cartoni, applicandovi poi minime varianti, come hanno dimostrato i recenti restauri della cupola della chiesa della Visitazione, cappella del Seminario Metropolitano e sacrestia del Santuario della Consolata a Torino (Facchin, 2003).
A Torino, tra le opere documentate, ma perdute, eseguì la Crocifissione per l’altare maggiore dei Ss. Martiri (1728: Signorelli), gli affreschi per le chiese di S. Carlo (1736) e S. Antonio Abate (Facchin, Bernardo …, 2005, p. 139). Il più vasto ciclo, in situ, fu la decorazione della chiesa del Ss. Sudario (Schede Vesme, p. 701). Cospicua l’attività a Moncalieri (Sartori, 1995, pp. 85-87): affreschi e tele in S. Teresa (1738), cupola della chiesa del Gesù (1741-49), quattro dipinti nel presbiterio di S. Maria della Scala (1748-56). Intorno alla metà degli anni Cinquanta lavorò in S. Croce. Priva di datazione è l’Immacolata Concezione in S. Francesco di cui si è conservato anche il bozzetto preparatorio (Cavanna). Al 1744 è datata la pala dell’altare maggiore della parrocchiale di San Sebastiano Po. Fu presente ad Asti dal 1731-33 circa con gli affreschi della cappella di S. Francesco di Sales in cattedrale. Nel 1750 circa fu con i Giovannini all’Annunciata, e nel 1760 alla Trinità. Distrutto il ciclo del coro e del presbiterio della chiesa dei Ss. Giacomo e Filippo nella certosa di Valmanera realizzato in collaborazione con i Pozzi (Asti, Biblioteca consorziale astense). Lo stesso quadraturista Pietro Antonio Pozzi lo affiancò negli affreschi, perduti, della chiesa del Carmine. Nel Biellese inviò al santuario di Graglia la Sacra Famiglia con s. Anna, s. Gioacchino e Dio Padre (1742), opera apprezzata e replicata quattro anni più tardi per la confraternita di S. Elisabetta a Occhieppo Superiore (Natale). Rilevante il numero di opere documentate nel Cuneese: al 1738 risalgono i lavori per la confraternita della Ss. Trinità in Fossano. Nella stessa città gli si possono attribuire gli affreschi in S. Filippo. Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Cinquanta decorò la chiesa della Confraternita della Ss. Annunziata di Guarene. Nel 1747-48 affrescò cupola e pareti della Confraternita della Pietà a Savigliano. Nel 1760-61 si collocano gli interventi, in collaborazione con Gallo Barelli, nella cappella di S. Teobaldo della cattedrale di Alba (Restauri in Piemonte …, p. 115). Nella stessa città il M., presumibilmente tra il 1744 e il 1746, aveva già dipinto la cupola della chiesa della Maddalena (Facchin, La decorazione …, 2005, pp. 34-44). Nel 1761-62 operò a Carrù nella parrocchiale dell’Assunta e per la Confraternita di S. Giovanni Battista. Tra le opere più tarde (1765) si colloca l’intervento in S. Ambrogio di Cuneo. Per il santuario della Madonna degli Angeli nella stessa città il M. aveva stimato, insieme con Beaumont i dipinti raffiguranti Angelo Carletti per il processo di beatificazione e nel 1753-56 aveva eseguito la decorazione della cappella a lui intitolata (Sartori, 1996).
Il M. si sposò almeno due volte: in prime nozze con Elisabetta Maria Martini (deceduta dopo il 1752) e il 23 apr. 1766 con la pittrice Anna Maria Pittetti detta Palanca (Cifani - Monetti, pp. 16 s.).
Morì a Torino il 7 ag. 1772.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Uffici di insinuazione, Tappa di Torino, 1727, l. 5, cc. 461 s.; Asti, Biblioteca consorziale astense, G.S. De Canis, Descrizione statistica della Provincia d’Asti (Astigiana Moderna) dell’avv. Gian Secondo De Canis, c. 340; G. Ghezzi, Roma tutrice delle belle arti pittura, scultura, e architettura, Roma s.d. [ma 1710]; I. Nepote, Il Pregiudizio smascherato da un pittore, colla descrizione delle migliori pitture della real città di Torino, Venezia 1770, ad ind.; F. Bartoli, Notizia delle pitture, sculture ed architetture, che ornano le chiese, e gli altri luoghi pubblici di tutte le più rinomate città d’Italia, I, Venezia 1776, ad ind.; O. Derossi, Nuova guida per la città di Torino, Torino 1781, ad ind.; G. Della Valle, Notizie degli artefici piemontesi (1794), a cura di G.C. Sciolla, Torino 1990, p. 83; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia …, Bassano 1798, p. 256; M.V. Paroletti, Turin et ses curiosités ou Description historique de tout ce que cette capitale offre de remarquable dans ses monuments …, Torino 1819, ad ind.; Schede Vesme, II, Torino 1966, pp. 699-701; L. Tamburini, Le chiese di Torino dal Rinascimento al barocco, Torino s.d. [ma 1968], ad ind.; L. Lanzi, Viaggio del 1793 pel Genovesato e il Piemontese. Pittori specialmente di questi due Stati e qualcosa dei suoi musei, a cura di G.C. Sciolla, Treviso 1984, ad ind.; I disegni di figura nell’Archivio storico dell’Accademia di S. Luca, a cura di A. Cipriani - E. Valeriani, II, Roma 1989, pp. 129 s.; E. Ballaira, in La pittura in Italia. Il Settecento, II, Milano 1990, pp. 847 s.; L. Tamburini, Il teatro fra innovazione e tradizione, in Il teatro Regio di Torino: 1740-1990 (catal.), a cura di A. Basso, Torino 1991, pp. 127 s., 132; E. Pianea - S. Sartori, L’attività del M. e della scuola beaumontiana a Moncalieri, in Studi e restauri per Moncalieri (catal.), Moncalieri 1995, pp. 85-87, 97-99; G. Merlo et al., Gli artisti a Torino dai censimenti 1705-1806, Cavallermaggiore 1996, p. 32; S. Sartori, in Angelo Carletti tra storia e devozione (catal.), Cuneo 1996, pp. 201 s.; Restauri in Piemonte: 1996, a cura di C.E. Spantigati, Torino 1997, p. 115; E. Filippi, La Confraternita della Ss. Annunziata a Guarene d’Alba, in Alba Pompeia. Rivista … di studi storici, artistici e naturalistici per Alba e territori connessi, XIX (1998), pp. 47 s.; A. Cifani - F. Monetti, I capolavori della parrocchiale di Sant’Ambrogio, Sant’Ambrogio di Torino 2000, pp. 16-19; B. Signorelli, Una chiesa per maggior servitio di Dio …, in I Santi Martiri: una chiesa nella storia di Torino, a cura di B. Signorelli, Torino 2000, p. 219; L. Facchin, La cappella del Seminario metropolitano di Torino e la sua decorazione pittorica, in Studi piemontesi, XXXII (2003), pp. 57-73; Savigliano. Itinerari nell’arte del Seicento e Settecento, a cura di C. Lanzi - S. Lombardo, Caraglio 2004, p. 19; V. Natale, La pittura del Settecento nel Biellese, in Arti figurative a Biella e a Vercelli. Il Seicento e il Settecento, a cura di V. Natale, Biella 2004, pp. 120 s.; A.M. Cavanna, L’Immacolata, in Casa Zuccala in Marentino. Una residenza borghese nella provincia sabauda, Savigliano 2005, pp. 74-78; L. Facchin, Bernardo Antonio Vittone, la pittura ed i pittori, in Il voluttuoso genio dell’occhio. Nuovi studi su Bernardo Antonio Vittone, a cura di W. Canavesio, Torino 2005, pp. 131-163; Id., La decorazione pittorica della chiesa …, in La gloria della beata Margherita di Savoia. Restauri e studi per la chiesa di S. Maria Maddalena ad Alba, a cura di W. Accigliaro - L. Facchin - M. Rabino, Alba 2005, pp. 29-54; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 571.
L. Facchin