BATTAGLIA, Michele
Nato a Milano il 9 sett. 1800 da Giacomo e da Rosalia Pino, laureatosi in giurisprudenza nel 1923 all'università di Pavia, fu segretario della Camera di commercio di Milano dal 1825 al 1850. Ebbe modo così di seguire da vicino lo sviluppo e gli interessi dei ceti economici milanesi, facendosene poi portavoce specie quando divenne direttore del giornale Eco della Borsa.
Nel 1832, chiamato a collaborare alla Congregazione provinciale di Milano in seguito all'epidemia di colera, promosse iniziative assistenziali che superavano il quadro puramente di emergenza. Il fondo di assistenza per gli artigiani e le loro famiglie mirava infatti anche a non deprimere il commercio interno, evitando dannose conseguenze per gli operatori, in una fase di incipiente integrazione economica in cui il lavoro artigianale era però ancora fondamentale per l'intera struttura economica lombarda. Notevole anche il contributo dato alla costituzione della Società d'incoraggiamento arti e mestieri, che concretava un'esigenza espressa dai ceti economici e dai gruppi liberali, i primi per una mano d'opera qualificata, i secondi per poter superare l'incipiente pericolo del pauperismo con soluzioni diverse dalle deprecate leggi sui poveri.
L'Eco della Borsa cominciò ad uscire il 10 dic. 1836, col sottotitolo "Ricchezze territoriali. Interssi del commercio. Progressi dell'industria". Nel '33 il B. aveva dovuto rinunciare a un progetto analogo; la censura gli aveva impedito di intitolare il giornale Avvenire.
Il giornale ebbe dapprima una frequenza settimanale, poi trisettimanale: trattò svariati argomenti industriali e commerciali; dette un notiziario sulle industrie italiane ed estere; riportò le modifiche aziendali, d'esercizio o cessazione; annunziò le nomine degli operatori di borsa, i cambiamenti dei consoli commerciali, i privilegi concessi alle fabbriche; segnalò i corsi dei cambi, degli effetti pubblici e delle azioni. Fornì una rassegna delle notizie più importanti e degli atti pubblici e giurisprudenziali di maggior rilievo sul commercio interno ed estero.
Attraverso la mediazione dell'Azimonti, industriale zuccheriero, il B. ottenne la collaborazione del Cattaneo, il quale fu al suo fianco dalla fine del dicembre 1836 all'aprile 1837. Riuscì ad attuare così un piano di analisi dell'economia provinciale, anche se poi il B. e il Cattaneo intendevano l'analisi in modi diversi. Un disaccordo, e poi la rottura, si verificò a proposito delle polemiche che in quegli anni agitavano il mondo economico lombardo: il problema delle ferrovie e il problema del Monte Banco delle Sete.
Per quanto riguarda le ferrovie, il B. si fece immediatamente portavoce dell'interesse che i ceti economici nutrivano verso il recente mezzo di comunicazione. Ma quando il progetto della linea "ferdinandea" fallì, per i noti motivi di tracciato che erano anche motivi di politica degli investimenti, il B. progressivamente si convertì dall'idea dell'iniziativa privata alle richieste di intervento statale, sul modello belga, seguendo anche in ciò l'evoluzione degli interessi commerciali e finanziari del mondo economico milanese e veneto.
Anche l'atteggiamento verso l'iniziativa del De Welz, volta a modernizzare il mercato creditizio lombardo, fu sfumato e oscillante, in stretta relazione con l'ondeggiante reazione del pubblico nei confronti del Monte Banco.
Nel periodo fra il 1836 e il 1848 il giornale fu centro attivo d'elaborazione di una nuova politica economica, adatta a una struttura in crisi di ammodernamento. Anche se l'impostazione liberistica generale del B. è incerta, se viene considerata dal punto di vista della preminente urgenza di allargamento di un mercato interno, essa diviene sostanzialmente più chiara e più univoca, soprattutto riguardo all'accettazione di inserimento nello Zollverein prima, in una unione doganale di Stati italiani in seguito, e al problema dell'unità italiana infine.
Nel corso della rivoluzione del '48 il B. fece diventare il giornale portavoce ufficiale del governo provvisorio e confinò gli articoli economici in uno speciale bollettino. Nella testata, prima del sottotitolo "Giornale degli interessi politici e commerciali italiani", stampò il motto "Indipendenza. Libertà. Unione. Forza". Si avvalse in questo periodo della collaborazione di C. Cantù, soprattutto per quanto concerneva le questioni istituzionali e le riforme amministrative.
Dopo il ritorno degli Austriaci il giornale venne temporaneamente sospeso. Il B. si dedicò allora allo studio della riforma delle Camere di commercio, da cui scaturì il regolamento del 1849.
Lasciata la segreteria della Camera di commercio nel 1850, si dedicò quasi esclusivamente al giornale, che nel frattempo aveva ripreso la pubblicazione, accentuandone sempre più il carattere economico in senso liberistico; questa posizione durante la seconda guerra d'indipendenza trovò una corrispondenza nell'impostazione politica di tipo monarchico costituzionale, particolarmente caldeggiata dal redattore politico del giornale Paride Suzzara Verdi. In occasione delle prime elezioni del parlamento italiano il giornale fu però favorevole a una candidatura Cattaneo-Ferrari, entrando in polemica col Piccolo Corriere d'Italia (espressione della Società nazionale italiana di G. La Farina). Dal 31 marzo 1860 l'Eco della Borsa cessò le pubblicazioni, confluendo nella Perseveranza, alla quale il B. vendette la proprietà del giornale. Ritiratosi a vita privata, morì a Milano il 17 dic. 1870.
Fonti e Bibl.: Oltre alla raccolta del giornale, si vedano: Milano, Ufficio anagrafico comunale; Milano, Archivio della Camera di commercio, cart. 48 n. 1.5, cartella intestata al dott. M. B.; Milano, Civiche raccolte di storia del Risorgimento del Comune, Archivio Cattaneo, cartella IV, plico IV, num. 2; K. G. Greenfield, Economia e liberalismo nel Risorgimento, Bari 1940, pp. 278, 279, 419; C. Cattaneo, Epistolario..., a cura di R. Caddeo, I, Firenze 1949, pp. 70-74; III, ibid. 1954, pp. 242, 296; IV, ibid. 1961, pp. 540, 585 ss.; L. Ambrosoli, La formaz. di C. Cattaneo, Milano-Napoli 1959, pp. 80, 92, 104, 105, 111, 114, 154, 157-159, 166.