BERTOLAMI, Michele
Nato a Novara di Sicilia il 15 ott. 1815, compì gli studi nei seminari di Patti e di Santa Lucia del Mela, e quindi all'università di Palermo, ove conseguì la laurea in giurisprudenza. Fu avvocato a Palermo e segretario della Cassa di corte a Messina; ma ebbe maggiore interesse per la poesia e per la politica che per le leggi. Attorno al 1835 cominciò a comporre versi e prose di carattere encomiastico, collaborando ai periodici di Palermo, le Effemeridi e la Ruota, ed entrò in relazione con V. Bellini, G. Pacini e G. Leopardi. Fu tra i promotori del moto siciliano del gennaio 1848: il 5 gennaio G. La Masa fu ospite, a Messina, nella sua casa. Il B. fu anche membro del Comitato cittadino di Messina insorta, e deputato di Novara al Parlamento siciliano, ove si adoperò molto efficacemente per una maggiore unione tra Messinesi e Palermitani. Al Parlamento siciliano fece parte della maggioranza moderata.
Ripristinato il potere dei Borboni in Sicilia, il B. andò esule, prima nell'isola di Malta e poi a Genova, dove ebbe, al Collegio di marineria, la cattedra di letteratura italiana, che conservò sino al 1860. A Genova riprese la sua attività letteraria, componendo versi d'ispirazione religiosa e manzoniana, e svolse opera di propaganda politica. Fece parte, con altri esuli politici di ogni parte d'Italia, della Società per il bene e dell'esecutivo del Comitato di soccorso per l'emigrazione italiana, istituito nel 1850 per venire in aiuto dei profughi delle varie regioni. Si tenne inoltre costantementein contatto con gli esuli siciliani, che appoggiò nell'azione cospirativa, e partecipò alle riunioni che prepararono l'impresa di Pisacane. Nella città ligure strinse amicizia con patrioti e letterati genovesi, fra cui E. Celesia, G. Papa, G. B. Cevasco e D. Morchio. Nel 1860 fece ritorno in Sicilia, ove visse, a eccezione dei periodi in cui fu temporaneamente al nord per l'attività parlamentare, sino alla morte. Nel 1861, alle elezioni per l'VIII legislatura, fu eletto deputato nel collegio di Patti, e confermato nelle tre legislature seguenti, nel 1865, nel 1867 e nel 1870. Legato alla Destra, partecipò assiduamente alle sedute della Camera, ma intervenne raramente nelle discussioni.
Appoggiò il governo Ricasoli, avversò quelo Rattazzi e criticò la convenzione di settembre. Si oppose pure alle proposte Lanza-Sella per l'aumento delle imposte. I suoi più importanti interventi alla Camera furono sulle leggi speciali di Pubblica Sicurezza e sulle condizioni della Sicilia (11 giugno e 8 dic. 1863). Egli si distinse, dagli altri deputati siciliani ammettendo senza riserve le gravi condizioni dell'isola, che erano secondo lui conseguenza della tirannide borbonica e invocando anche l'uso della forza per estirpare i mali esistenti. Approvò così l'energica azione di repressione militare contro il brigantaggio decisa dal governo, e rese omaggio all'abnegazione dell'esercito piemontese che compiva un penoso dovere. Nel 1866 votò, con la maggioranza della Camera, per l'annullamento della elezione di Mazzini.
Il B. morì a Roma il 5 ag. 1872.
Fra i suoi scritti sono: Messina nel 6 gennaro 1848, in L'Aquila siciliana, Messina, 17 febbr. 1848; Versi (Torino 1858); Commemorazione di Ruggero Settimo (Torino 1863); Poesie e lettere edite e inedite (postume, Palermo 1879).
Fonti e Bibl.: Genova, Arch. d. Università, Lettere ad Emanuele Celesia, 1862-1864; Ibid., Arch. d. Ist. Mazziniano, Lettere a G. B. Cevasco, cartella 26, e Lettere a Daniele Morchio, cartella 60; G. La Farina, Istoria documentata della rivoluz. siciliana, Capolago 1850, p. 299 e passim; M. Amari, Carteggio, a cura di A. D'Ancona, Torino 1896, I, p. 505; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Roma 1896, p. 120; G. Arenaprimo, La rivol. del 1848 in Messina, in Mem. della rivol. sicil. dell'anno 1848, Palermo 1898, pp. 9, 10; G. Lucifora, Ricordi della rivol. sicil. del 1848, dal 13 gennaio al 15 maggio, ibid., pp. 41, 47, 110; G. Mestica, Studi leopardiani, Firenze 1901, pp. 396, 465; Le Assemblee del Risorgimento, Roma 1911, La Sicilia, I, II, III, XII, XIII, XIV, ad. Indices; R. Barbiera, I poeti ital. del sec. XIX, Milano 1912, pp. 102 ss.; M. Mazziotti, La reazione borbonica nel Regno di Napoli, Milano-Roma-Napoli 1912, p. 378; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1913, I, pp. 691, 706 s.; II, p. 1083; G. Gentile, La cultura in Sicilia, in La Critica, XIII,2 (1915), pp. 136 ss.; F. Guardione, Cinque memorie, Palermo 1931, pp. 35-50; F. Brancato, La Sicilia nel primo ventennio del Regno d'Italia, Bologna 1956, p. 136; F. Poggi, Dall'armistizio Salasco al proclama di Moncalieri, in L'emigr. Polit. in Genova ed in Liguria dal 1848 al 1857. Fonti e memorie, Modena 1957, II, pp. 277, 301; M. Ciravegna, L'emigr. polit. a Genova dalla caduta della Repubblica Romana al moto di Milano del 1853, ibid., III,p. 474; L. L. Barberis, Dal moto di Milano del febbraio 1853 all'impresa di Sapri, ibid., III,pp. 493, 497, 498, 523, 614, 625; L. A. Pagano, Un patriota e poeta ital. del Risorgimento, M. B., in Studi in onore di R. Filangieri, III, Napoli 1959, pp. 435-439; L. Tomeucci, Messina nel Risorgimento, Milano 1963, pp. 94, 95, 145, 520.