BIANCHI, Michele
Uomo politico italiano, nato a Belmonte Calabro (Cosenza) il 22 luglio 1883, morto a Roma il 3 febbraio 1930. Militò giovanissimo nel partito socialista, lasciando la redazione dell'Avanti! per dirigere in Liguria La lotta a tendenza antiritormista. Passò quindi a Napoli, al Divenire sociale di Enrico Leone, promosse in quella città i primi gruppi sindacalisti e fu segretario della Borsa del lavoro. Trasferitosi nel 1910 a Ferrara, fu direttore della Scintilla e partecipò attivamente all'organizzazione delle masse come segretario della Camera del lavoro. Nel 1912 fu al Piccolo di Trieste, ma la sua azione, ispirata a vivi sentimenti d'italianità, gli valse un decreto d'espulsione dal governatore, principe Hohenlohe. Scoppiata la guerra, il B., che aveva organizzato con Benito Mussolinì i "fasci interventisti", partì volontario e fu combattente valoroso.
Dopo la guerra fu tra i primissimi fondatori dei fasci di combattimento, alternando la sua attività sperimentata di organizzatore con quella di redattore del Popolo d'Italia. Costituito nel 1921 il Partito nazionale fascista, il B. fu nominato segretario generale, e in questa qualità compì opera laboriosissima e difficile, affrontando ostacoli morali e materiali d'ogni sorta. Decisa la marcia su Roma, il B. appartenne, insieme con Balbo, De Vecchi e De Bono, al Quadrumvirato che Mussolini volle compartecipe del supremo comando della rivoluzione.
Giunto il fascismo al potere, il B. fu dapprima segretario generale al Ministero dell'interno. Nel 1924 studiò la legge elettorale che portò alla Camera la prima maggioranza fascista e, eletto deputato, fu segretario di questa maggioranza. Nell'ottobre del 1925 fu nominato sottosegretario ai lavori pubblici. Nel 1927 fu sottosegretario di stato all'interno, e ritornò nel 1929 ai lavori pubblici, come ministro. Uomo di attività infaticabile nonostante la malferma salute, seguitò a lavorare sino a pochi giorni dalla morte.
Bibl.: P. Gorgolini, M. B., Torino 1926.