Cammarano, Michele
Pittore (Napoli 1835 - ivi 1920). Iniziò i suoi studi, nel 1853, al Reale istituto di Belle Arti di Napoli e li completò alla scuola naturalistica di Posillipo, allievo di Gabriele Smargiassi e dei fratelli Palizzi. In lui la vena naturalistica convisse con un forte sentimento di partecipazione civile agli eventi contemporanei, che si ampliò e precisò dopo il 1860. Sviluppò uno stile impregnato di realismo sociale come si riscontra nelle scene di vita popolare rappresentate nell’Episodio del terremoto di Torre del Greco nel 1862 e in Ozio e lavoro del 1863. Nel 1865 si recò a Roma e nel 1867 soggiornò a Venezia dove espose Le risorse della povera gente. Il dipinto ebbe grande successo al pari di quello presentato l’anno successivo, Incoraggiamento al vizio, opere che risultarono determinanti per il processo di rinnovamento portato avanti dai giovani artisti veneziani. Di nuovo a Roma, preparò per il Salon parigino Debito di gioco, e partì per la capitale francese nel 1870. Tornato in Italia si dedicò a soggetti militari come La carica dei bersaglieri a Porta Pia del 1871 e Il 24 giugno 1859 a San Martino, esposto alla rassegna romana del 1883. Trasferitosi a Massaua in Eritrea nel 1888, a seguito dell’incarico ricevuto dal governo italiano di dipingere una grande tela, che doveva celebrare la morte di cinquecento soldati italiani, vi rimase per alcuni anni durante i quali produsse numerosi studi e la grande opera, la Battaglia di Dogali, conservata alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Dal 1900 ottenne la cattedra di Pittura di paesaggio presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli, cattedra che era stata precedentemente di Filippo Palizzi.