CANTONE, Michele
Nacque a Palermo il 12 agosto del 1857 da Giuseppe e da Vincenza Rolleri. Compì gli studi secondari e il primo biennio universitario nella città natale; conseguì la laurea in fisica a Roma nel 1880. Fu assistente, dapprima, nella scuola, d'ingegneria di Roma e, dal 1884, nell'istituto di studi superiori di Firenze. Nel 1885 ottenne per concorso la cattedra di fisica nel liceo "Umberto" di Palermo, dove rimase, esercitando anche l'incarico di assistente nell'istituto di fisica, sino al 1898, quando passò all'università di Pavia. Nel 1904 fu chiamato alla cattedra di fisica dell'università di Napoli: vi rimase per tutta la vita, dedicandosi, oltre che alla ricerca scientifica, alla riorganizzazione dell'istituto di fisica, divenuto sotto la sua direzione un fiorente centro di studi sperimentali e teorici. Fu socio dell'Accademia dei Lincei e di altre accademie italiane (Pontaniana, dei Quaranta, di Torino, di Milano, di Palermo). Morì a Napoli il 26 marzo 1932.
Il C. condusse ricerche sperimentali e teoriche in molti campi della fisica: così nel 1884 studiò il comportamento del coefficiente di viscosità del vapore alle alte temperature, nel 1888 effettuò delle ricerche che lo condussero all'invenzione di un metodo per computare le frange di interferenza anche quando il loro spostamento è troppo rapido o troppo grande per essere seguito, nel 1891-92 effettuò studi di notevole importanza sulla variazione della resistività elettrica del ferro e del nichel in funzione della magnetizzazione, e tra il 1894 ed il 1900 studiò l'isteresi elastica dei metalli sperimentando dalla temperatura ambiente fino a 250 ºC e ponendo in relazione i fenomeni di attrito interno con il lavoro dissipato nei cicli di isteresi. Nel corso di lavori sperimentali rivolti a verificare la teoria di G. Kirchhoff sull'elettrostrizione e la magnetostrizione, eseguiti con metodi interferenziali e volumetrici sul ferro e sul nichel, riuscì a determinare le due costanti di Kirchhoff; introducendo le costanti elastiche della sostanza esaminata, calcolò per un ellissoide allungato le variazioni relative del volume e del diametro massimo per effetto della magnetostrizione longitudinale.
Dovette inoltre determinare il coefficiente di Poisson (rapporto tra la contrazione trasversale e la dilatazione lineare) per il vetro, allora ancora in discussione, e forse queste ricerche lo portarono ad occuparsi, tra il 1893 e il 1897, dei fenomeni elastici che non obbediscono alla legge di Hooke, già studiati da altri fisici e in particolare da G. Wiedemann. Ma il C. preferì ispirarsi ai lavori di J. A. Ewing, il quale nel 1892 aveva scoperto che la magnetizzazione del ferro non dipende soltanto dall'intensità del campo, ma anche dalle forme di magnetizzazione subite, cioè dalla "storia" del campione in esame: al complesso di questi fenomeni Ewing dette il nome di "isteresi magnetica".
Anche il C. trovò che la deformazione elastica non dipende soltanto dalle sollecitazioni cui il corpo è soggetto, ma anche dalla sua storia. In generale egli trovò una perfetta analogia tra i fenomeni d'isteresi magnetica e il complesso di fenomeni elastici da lui studiati, che pertanto chiamò di "isteresi elastica", introducendo una nuova espressione rimasta nel linguaggio scientifico. I risultati sperimentali lo portarono a ipotizzare tra forze elastiche e magnetiche un intimo legame, da lui non precisato, interpretato più tardi dalla teoria quantistica. Per l'insieme di questi lavori l'Accademia dei Lincei gli conferì nel 1900 il premio reale per la fisica.
Vanno anche ricordati gli studi sperimentali condotti dal C. nel 1930 per stabilire la dipendenza della costante di Hall dalla intensità del campo magnetico, nonché i trattati di fisica per le università e per le scuole secondarie, non molto diffusi forse a causa di una certa durezza nella forma espressiva.
Opere. Tra le numerose memorie elencate dal Carrelli segnaliamo: Influenza dei processi di deformazione nelle proprietà elastiche dei corpi, in Rend. della Reale Acc. dei Lincei, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali II (1893), 2, pp. 246-53, 295-302, 339-45; Sull'accomodazione elastica,ibid., pp. 385-93; Influenza delle scosse sulla durata d'azione delle forze sui cicli di deformazione,ibid., III (1894), 1, pp. 26-33; Sui cicli chiusi di deformazione e sull'attrito interno,ibid., pp. 62-69.
Bibl.: Rendic. delle adunanze solenni dell'Acc. dei Lincei, II (1902), pp. 25-27; G. Polvani, M. C., in Rend. del R. Ist. lomb. di scienze e lettere, s. 2, LXV (1932), pp. 307 s.; E. Perucca, Per la morte del socio naz. non residente prof. M. C., in Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche, mat. e nat., LXVII (1931-32), pp. 558-65; A. Carrelli, In memoria di M. C. in Il Nuovo Cimento, n. s., X (1933), pp. 45-51; J. C. Poggendorff, Biographisch-literar. Handwörterbuch zur Geschichte der exacten Wissenschaften, IV, V, VI, sub voce; Enc. It., VIII, p. 805; App., II 1, p. 501.