MICHELE da Firenze
MICHELE da Firenze. – Nacque a Firenze intorno al 1385 da tal Niccolò. Nominato da Vasari lo Scalcagna, M. è noto anche come Michele Dini, la cui dizione finale è però da considerare errata, in quanto arbitraria e derivata da una trascrizione scorretta dal latino (Berardi, p. 9 n. 1); è citato invece in alcuni documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Modena editi da Giovannini (pp. 63 s.), da cui si evince che il nonno era notaio; non si hanno notizie che riguardino la madre, il cui nome rimane pertanto sconosciuto.
Compiuto il suo primo apprendistato artistico a Firenze nella bottega di oreficeria dei Ghiberti, l’attività di artista versatile di M. è documentata a partire dal 1403, quando con Donatello partecipò alla realizzazione della decorazione della porta nord del battistero di Firenze, il cui appalto fu affidato al capo cantiere e maestro Lorenzo Ghiberti nel 1401.
La fase giovanile – prettamente fiorentina, vicina alla maniera ghibertiana (Gentilini, p. 29) e segnata dall’iscrizione del giovane artista all’arte della scultura e della plastica nel 1417 (Milanesi) – è documentata in modo continuativo fino al 1421, quando collaborò alla stagione di costruzione della cupola di S. Maria del Fiore a Firenze in qualità di «intagliator lapidum» prima (1419), presentando al vaglio della équipe di architetti che se ne occupava un modello della cupola (Guasti, p. 25 n. 41), e consulente ingegnere poi (1421), prendendo parte al consiglio dell’Opera del duomo che andava definendo i particolari della progettazione e programmazione della copertura della chiesa fiorentina.
Allo stesso periodo sono riferibili anche due rilievi con Madonna con Bambino e angeli (Berlino, Bode Museum), una Madonna con Bambino e angeli (Londra, Victoria and Albert Museum) e un Santo vescovo proveniente da Arezzo e ora conservato a Berlino (Bode Museum).
I documenti che fanno riferimento al censimento della città di Firenze dell’anno 1427 testimoniano l’assenza di M. dalla città; e la Madonna con Bambino (1427), eseguita per il portale della cattedrale della città di Ferrara e a lui attribuita, porta a ipotizzare la sua presenza nella città emiliana, anche se per breve tempo. Infatti, opere aretine come la Madonna delle Lacrime, nella chiesa della Ss. Annunziata dal 1424 per dono di Carlo Marsuppini (Tafi, p. 400), due rilievi marmorei con le Storie di s. Domenico (1429) per il fonte battesimale del duomo e il sepolcro per il giurista padovano Francesco Roselli (1431), nella chiesa di S. Francesco (Gentilini, p. 33), certificano che M. fu per diversi anni di nuovo in Toscana.
Dal 1433 M. fu sicuramente a Verona, dove lavorò alla composizione dell’apparato fittile in terracotta con Storie del Nuovo Testamento che ricopre tutt’oggi le pareti della cappella Pellegrini nella chiesa di S. Anastasia.
Il complesso, sebbene ricondotto alla paternità fiorentina da Bode nel 1889, venne attribuito a M. da Fiocco nel 1932 e si articola in: Natività, Adorazione dei Magi, Entrata in Gerusalemme e Ultima Cena nella parte di sinistra; i santi Giovanni Battista, Michele Arcangelo e Leonardo sulla lesena sinistra; Lavanda dei piedi, Cristo nell’orto, Orazione nell’orto, Deposizione dalla croce e Deposizione nel sepolcro nell’abside; Andrea Pellegrini, i santi Domenico e Pietro Martire sulla lesena destra; Bacio di Giuda, Flagellazione, Cristo deriso, Calvario, Giudizio di Cristo davanti a Pilato e Crocifissione sulla parte destra (Pietropoli, p. 82). Sempre di ambito veronese è la statua di S. Leonardo che M. eseguì per l’omonima chiesa retta dalla Congregazione di S. Giorgio in Alga, il cui stemma è stato applicato alla mano destra del santo scolpito.
In S. Anastasia M. lavorò insieme con il figlio Marsilio. Nato presumibilmente intorno al 1410 e avviato alla carriera paterna, fu ben presto attratto più dalla pittura, date le assidue frequentazioni delle botteghe e dei laboratori dei pittori presenti nelle città del centro e nord Italia (Berardi, pp. 23 s.); non conosciamo di lui la data di morte, come ancor più difficile da ricostruire è il suo catalogo di artista poliedrico; gli possono dunque essere attribuiti solamente i lavori realizzati in collaborazione con il padre M. dagli anni Trenta in avanti, anche se sono state avanzate alcune ipotesi riguardo ad alcuni dei suoi interventi, in qualità di garzone, nelle Storie di s. Giorgio realizzate da Pisanello (Antonio di Puccio Pisano) nella chiesa di S. Anastasia tra il 1436 e 1438 (ibid., p. 25).
Dal 1440 M. fu a Modena, dove scolpì l’Altare delle statuine destinato al duomo: un’ancona che egli ripropose identica nella fattura a quella, sicuramente precedente di qualche tempo e destinata alla chiesa di S. Maria degli Angeli a Belfiore, per cui venne pagato da Niccolò III d’Este (ibid., p. 16).
Le ultime testimonianze dell’attività di M. lo vedono ancora attivo nel Ducato estense e nel Polesine di Rovigo tra il 1444 e il 1447; eseguì tre altari per le chiese di Adria, ora in stato frammentario e conservati presso il duomo della stessa città, il Museo civico Luigi Bailo di Treviso e il Kunstmuseum di Heidelberg; ancora l’Altare di Raccano di Polesella (ora presso l’Accademia dei Concordi di Rovigo), l’Altare della chiesa di S. Maria delle Grazie a Gavello, la Madonna col Bambino della chiesa di S. Adriano a Spilamberto (Ericani, p. 357), l’Arca di S. Terenzio a Pesaro (1447-53) in collaborazione con Antonio di Francesco da Venezia.
Sconosciuti sono luogo e data di morte di Michele da Firenze. Si può tuttavia ipotizzare che il maestro, vecchio e malato, sia deceduto intorno alla metà degli anni Cinquanta a Firenze, dove sarebbe tornato forse già nel 1453, come evidenzia uno dei documenti pesaresi che ne attestano la presenza nella città marchigiana fino a quella data (Pesaro, Biblioteca Oliveriana, Archivio storico del Comune di Pesaro, Liber Sancti Terentii, c. 18r).
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le vite … (1550), a cura di L. Bollosi - A. Rossi, I, Torino 1986, p. 263 n. 1; G. Milanesi, in G. Vasari, Le vite… (1568), II, Firenze 1878, p. 255, n. 4; C. Guasti, La cupola di S. Maria del Fiore, Firenze 1857, pp. 25, 27; W. Bode, Luca della Robbia e i suoi precursori a Firenze, in Archivio storico dell’arte, II (1889), 3-4, pp. 127-133; A. Venturi, Storia dell’arte italiana, VI, La scultura del Quattrocento, Milano 1908, pp. 109-117; C. Cipolla, Ricerche storiche intorno alla chiesa di S. Anastasia in Verona, in L’Arte, XVII (1914), p. 406 e passim; G. Fiocco, M. da F., in Dedalo, XII (1932), pp. 542-563; M. Salmi, Civiltà artistica della terra aretina, Novara 1971, pp. 76 s.; L. Bellosi, Ipotesi sull’origine delle terrecotte quattrocentesche, in Jacopo della Quercia fra gotico e Rinascimento. Atti del Convegno di studi, Siena … 1975, a cura di G. Chelazzi Dini, Firenze 1977, pp. 163-179; A. Tafi, Immagine di Arezzo. Guida storico-artistica, Arezzo 1978, pp. 399 s.; C. Giovannini, L’altare delle statuine, in Il duomo e la torre di Modena, a cura di O. Baracchi - C. Giovannini, Modena 1988, pp. 53-56, 63 s.; G. Gentilini, M. di Niccolò Dini, detto M. dello Scalcagna o M. da F., in Da Biduino ad Algardi. Pittura e scultura a confronto (catal.), a cura di G. Romano, Torino 1990, pp. 25-37; A. Galli, M. da F.: i problemi dell’attività giovanile, in Prospettiva, 1992, n. 68, pp. 13-29; G. Ericani, M. da F., in Pisanello. I luoghi del gotico internazionale nel Veneto (catal., Verona), a cura di F.M. Aliberti Gaudioso, Milano 1996, pp. 356s.; F. Pietropoli, Verona. Chiesa di S. Anastasia, ibid., pp. 82-84; M. Ferretti, Nota su M. da F. (e Nanni di Bartolo), in Scritti per l’Istituto germanico di storia dell’arte di Firenze: settanta studiosi italiani, a cura di C. Acidini Luchinat et al., Firenze 1997, pp. 103-110; P. Berardi, Marsilio di M. da F., in Pesaro città e contà. Link, I (2000), pp. 9-17, 23-25; C. Camaiti, Donatello e M. da F. nel «fonte» del duomo di Arezzo, in Bollettino d’informazione (Brigata aretina degli amici dei monumenti), XLI (2007), 84, pp. 17-32; E. Napione - A. Galli, L’altare in terracotta della cappella Pellegrini: frammenti di M. da F., in Verona illustrata, XXI (2008), pp. 43-67; M. Molteni, M. da F., intaliator, in Diz. anagrafico degli artisti e artigiani veronesi nell’età della Serenissima, a cura di P. Brugnoli - L. Olivato, I, Verona 2007, p. 415.
E. Bellazzecca