DE LIPARI (Delipari), Michele
Nacque a Gallipoli (Lecce) nella seconda metà del sec. XVI. L'atto di battesimo non è stato rinvenuto, ma il luogo di nascita viene tuttavia confermato da vari elementi, tra cui le numerose indicazioni riportate, e nel frontespizio dell'unica opera a noi pervenuta, e quelle esistenti nell'archivio parrocchiale del duomo di Gallipoli, in cui si conservano alcuni atti di matrimonio riguardanti la famiglia De Lipari da tempo residente nella città pugliese di cui molto probabilmente era originaria (cfr. Mele, p. 26 n. 40). Nessuna notizia è pervenuta sulla formazione musicale del D. e mancano dati sulla sua vita, almeno fino al 1630, anno in cui risulta essere in servizio quale maestro di cappella presso la collegiata di Piove di Sacco (Padova). Questa notizia è confermata dalla dedica a Bernardo Soranzo riportata sul frontespizio della sua unica opera pervenuta. Non si hanno altre notizie biografiche e sconosciuti sono il luogo e la data di morte, avvenuta probabilmente intorno alla metà del sec. XVII.
Compositore dotato di grande sensibilità e di sicura tecnica espressiva, il D. è ricordato soprattutto per una sua raccolta di madrigali ispirati a temi amorosi e tutti permeati di quel gusto barocco tipico dell'epoca in cui furono composti. Nel 1630 fu pubblicata a Venezia presso Bartolomeo Magni la raccolta I Baci. Madrigali a due, tre e quattro voci, concertati su l'istromento. Libro Primo. Essa comprende venti madrigali su testi di G.B. Marino e G.B. Guarini e uno di essi, "Occhi, stelle d'amore, segni eterni" è dello zio Donat'Antonio Cuti, musicista anch'egli. L'opera, conservata in sei volumetti nella Christ Church Library di Oxford e nella British Library di Londra (Mus. C, 5, a), comprende le parti di canto, quinto, alto, tenore e basso, oltre a quella di partimento; di esse, le parti del canto e del quinto sono per voce di soprano, quella di alto per voce di contralto, quella di tenore e basso per le voci corrispondenti.
La produzione madrigalistica del D. è particolarmente importante per la presenza di un accompagnamento strumentale che sostiene le voci, una pratica musicale nuova per quei tempi e che prelude a nuove forme musicali come la "cantata" e il "duetto da camera". Sotto questo aspetto, l'intuizione del D. assume un significato singolare, soprattutto se si tiene conto della ricca produzione del genere che numerosi musicisti affronteranno dopo di lui. I suoi madrigali sono frutto di una profonda esperienza tecnica e stilistica e, come afferma G. A. Pastore, si rivelano come opera che mostra "la mano sicura di chi ha già raggiunto una maturità artistica". Ed è proprio dalla constatazione di questa maturità che si è potuto collocare la data di nascita del D. nella seconda metà del XVI secolo e non, come da alcuni sostenuto, nella prima metà del XVII.
Purtroppo la mancanza di altre opere, forse conservate manoscritte in archivi padovani, secondo quanto sostenuto da D. Mele, non consente di seguire l'evoluzione artistica di questo compositore che, comunque, nell'ampio panorama madrigalistico italiano, giunse a risultati particolarmente significativi e fu in ogni caso al passo con i tempi; secondo il Pastore, che ha dedicato al D. un saggio in cui viene riportato per intero il madrigale "Taci bocca deh taci, che s'egli avien" su poesia di G. B. Marino, il compositore pugliese fu non trascurabile anticipatore e rivelò, pur nell'esiguità della sua produzione, ottime doti di gusto e di stile.
Bibl.: S. A. Luciani, Opere a stampa dei compositori pugliesi, in Japigia, II (1931), p. 417; V. Raeli, Dai miei appunti di musicologia salentina, in Arch. stor. pugliese, IV (1951), pp. 104, 106; G. A. Pastore, Un madrigalista del sec. XVII: M. D., in Studi salentini, XIV (1962), pp. 385-96; P. Sorrenti, I musicisti di Puglia, Bari 1966, p. 76; E. Vogel-A. Einstein-F. Lesure-C. Sartori, Bibliografia della musica italiana vocale profana pubblicata dal 1500 al 1700, I, Pomezia 1977, p. 461; D. Mele, I musicisti italiani dei secc. XV-XVII, in Rass. salentina, n. s., VI (1981), pp. 26 ss.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 248; R. Eitner, Quellen Lex. der Musiker, III, p. 168; The New Grove Dict. of music and musicians, V, pp. 337 s.; Répertoire intern. des sources musicales. Einzeldrücke vor 1800, a cura di K. H. Schlager, II, p. 332.