SAGRAMOSO, Michele Enrico
– Nacque a Verona il 22 agosto 1720 dal marchese Orazio e dalla contessa Sofia Orsini di Bar-Hannover.
Nel 1732 iniziò gli studi a Bologna e nel 1739 partì da Verona alla volta dell’isola di Malta per prestare giuramento ed entrare nelle file dei cavalieri dell’Ordine melitense. Ebbero così inizio gli anni di formazione e servizio sulle galere dell’Ordine che portarono Sagramoso a Costantinopoli e a soggiornare in Spagna e Portogallo, toccando i maggiori porti del Mediterraneo. L’iniziazione melitense si concluse nel 1745 quando rientrò a Verona via Genova. A testimonianza dell’interesse di Sagramoso verso le scienze naturali, disposizione che conservò per tutta la vita, prima della fine dell’anno si avventurò in una spedizione sul ghiacciaio di Talèfre sul monte Bianco per raccogliere cristalli e minerali.
Questi dovettero costituire soltanto il nucleo iniziale della sua collezione personale che nel corso degli anni si andò arricchendo anche di esemplari notevoli, come la porzione di una massa ferrosa di origine meteoritica donatagli da Peter Simon Pallas in uno dei tanti soggiorni di Sagramoso in Russia: «di codesto ferro [...] conserva nella sceltissima sua collezione di minerali il signor Balio Marchese di Sagramoso, che ne’ suoi viaggi non mai trascurò gli oggetti istruttivi a qualunque classe appartenessero» (G. Gioeni, Saggio di litologia vesuviana, Napoli 1791, p. 217)
L’anno seguente ebbe inizio il grand tour europeo che sarebbe durato fino al 1753. In quest’arco di tempo visitò le province tedesche per poi recarsi in Danimarca e Svezia. In terra svedese strinse amicizia con Linneo, dal quale ricevette lezioni di botanica e con cui s’intrattenne in conversazioni e studi presso la residenza a Uppsala. Oltre all’amicizia, i due si scambiarono reciproci favori tanto nel commercio librario quanto nell’acquisto di oggetti da collezione e studio: «il Linneo avealo incaricato di ricercare per lui alcune produzioni vegetabili e animali assai rare» (Bertola de’ Giorgi, 1793, pp. 57 s.).
Nel 1748 si imbarcò su una nave da guerra incaricata di rilevare e costruire una carta nautica delle coste della regione finlandese della Uusimaa e approdò a Vyborg, in Carelia. Sagramoso raggiunse quindi Pietroburgo per svolgere la prima missione diplomatica affidatagli dal gran maestro Manuel Pinto de Fonseca. Grazie a numerose lettere di raccomandazione riuscì a stringere con l’imperatrice Elisabetta i necessari rapporti diplomatici per ottenere il suo appoggio nelle trattative con Federico II di Prussia per l’esonero dalle tasse dei possedimenti dei Cavalieri di Malta in Slesia.
Dopo circa cinque mesi di permanenza, lasciò la Russia per riprendere il grand tour; si diresse dapprima in territorio svizzero e nel 1750 raggiunse le Province Unite. Concluse quindi il suo viaggio per l’Europa imbarcandosi nel mese di agosto alla volta di Londra e visitando le università di Oxford e Cambridge; qui ricevette attestati di stima e riconoscimento anche per l’amicizia con l’illustre concittadino Scipione Maffei. La permanenza in Inghilterra durò circa un anno e mezzo, cui seguì un soggiorno presso Parigi e il tour delle maggiori città francesi.
Al rientro in Italia nel 1753 seguirono anni caratterizzati da piccoli spostamenti e incarichi diplomatici di rappresentanza, come quello alla corte di Vienna ove venne ricevuto dalla sovrana Maria Teresa. Anche in questo frangente Sagramoso non smise di progettare nuovi viaggi con l’ambizione di spingersi oltre i confini dell’Europa. Progetti e intenzioni, tuttavia, non trovarono fortuna, come scrisse all’amico Linneo dopo essere stato costretto a rinunciare a una spedizione orientale che lo avrebbe condotto anche in Egitto: «i confini dell’Europa sono per me le colonne d’Ercole [...]. Che io non abbia potuto vedere la Persia e le Indie dopo essermi apparecchiato di partire per quelle regioni, voglio darmi pace» (Bertola de’ Giorgi, 1793, pp. 115 s.). Trasferitosi a Venezia, dal 1760 al 1762 ricoprì l’incarico di vicericevitore dell’Ordine melitense. Strinse importanti contatti con i maggiori esponenti della società veneziana e nell’esercizio delle sue funzioni prese parte alla stipula di un trattato di commercio tra Malta e Venezia.
Terminato il biennio veneziano, visitò le maggiori città italiane ricevendo gli onori dovuti alla sua crescente fama e alle potenti amicizie che andava stringendo. Nel 1769 si portò nuovamente a Malta per ricevere dall’Ordine un incarico diplomatico di grande rilievo. La missione consisteva nel recarsi presso le principali corti europee e imbastire una rete di consenso necessaria per poter procedere al recupero delle terre di Ostrog, che i Cavalieri melitensi avevano perso da oltre un secolo e di cui, alle soglie della prima spartizione della Polonia, intendevano riappropriarsi. Per questo l’Ordine cercò di guadagnare il sostegno diplomatico nella scena politica affidandosi alle abilità di Sagramoso, che dapprima si recò in Francia per poi imbarcarsi a Calais alla volta dell’Inghilterra; qui nel 1772 venne nominato ministro plenipotenziario dell’Ordine di Malta. Ottenuta quindi l’autorizzazione a procedere da parte delle corti di Parigi e Londra, nel dicembre dello stesso anno si recò a Varsavia, vero centro delle trattative tra Austria, Prussia e Russia per il destino della potenza polacca. Sagramoso procedette assicurandosi i favori di Giuseppe II e di Federico II di Prussia. Il tassello mancante era dunque l’appoggio della Russia. La conoscenza profonda della corte di Pietroburgo e l’amicizia con Caterina II rappresentarono un vantaggio notevole per l’Ordine di Malta nella conduzione delle trattative. Recatosi nella capitale russa, verso la fine del 1773 Sagramoso riuscì finalmente a ottenere anche il sostegno dell’imperatrice. Nell’aprile del 1774 la delegazione delle principali potenze europee completò i lavori – ritardati dall’ostilità che animava la Repubblica polacca – e Sagramoso vide accolte le richieste portate, non senza astuzia e abilità politica, a nome dei Cavalieri melitensi.
Grazie alla missione per il recupero delle terre di Ostrog, la sua fama crebbe notevolmente tanto che Giuseppe Garampi, nunzio apostolico a Varsavia, individuò nel marchese di Verona il soggetto ideale per una delicata missione per conto della S. Sede presso la corte di Caterina II. Accettato l’incarico, partì nell’agosto 1775 nuovamente alla volta di Pietroburgo. Lo scopo della missione consisteva nel persuadere Caterina ad applicare alcuni punti relativi alla situazione dei cattolici nell’Impero: non permettere che i cattolici passassero alla religione greca orientale, aumentare da uno a due il numero dei vescovi per ogni rito cattolico nella Russia Bianca, riconsegnare i beni e i possedimenti alle chiese cattoliche che ne erano state private a seguito della spartizione della Polonia, infine estendere anche al territorio russo la soppressione dell’Ordine dei gesuiti. Fin dagli inizi Sagramoso incontrò grandi ostilità da parte della corte di Caterina e, nonostante la felice disposizione della sovrana nei suoi confronti e la buona reputazione di cui godeva tra gli esponenti dell’aristocrazia russa, a dicembre una lettera del ministro degli esteri Nikita I. Panin lo invitò a lasciare il Paese.
Con la missione russa del 1775 si concluse la carriera diplomatica europea di Sagramoso. Con un ultimo, breve tour delle corti di Varsavia e Berlino si congedò dalle amicizie strette in anni di viaggi e incarichi di rappresentanza. Rientrò in Italia nel 1776 e ricevette la dignità di balì dell’Ordine di Malta. Si recò un’ultima volta nell’isola prima di rientrare a Verona e preparare il suo ritiro.
Nel 1778 scelse di trasferirsi definitivamente a Napoli, dove dimorò in una villa sulla riviera di Portici. Non smise tuttavia di viaggiare, limitando il raggio dei suoi spostamenti a mete vicine quali Messina e Siracusa. Pur restando defilato rispetto alle vicende politiche di respiro europeo, la sua fama e le sue conoscenze lo resero una figura strategica nei rapporti tra l’Ordine melitense e la corte di Napoli. In particolare, il gran maestro Emmanuel de Rohan-Polduc lo considerò uno strumento prezioso per monitorare la caotica situazione che caratterizzò in quegli anni il Regno di Napoli. Dapprima fu inserito nelle trattative che seguirono l’allontanamento, voluto da John Acton all’interno della crescente onda politica antispagnola, del balì Pasquale Gaetani d’Aragona quale ricevitore a Napoli. Il nome di Sagramoso fu, tra settembre e ottobre 1784, in cima alla lista dei sostituti proposti dal gran maestro ad Acton, ma l’avvicendamento non ebbe luogo. Sempre negli anni 1783-88 il marchese fu anche coinvolto nella delicata gestione dei rapporti diplomatici tra Malta, Francia e Russia che portarono il gran maestro a rifiutare un’alleanza con Caterina II contro i turchi; proprio su suggerimento di Sagramoso, la massima carica dei Cavalieri melitensi preferì non legarsi a una potenza che mirava a ottenere un’influenza sull’isola per questioni puramente strategiche. Negli anni napoletani ci fu spazio per un ultimo incarico ufficiale per conto dell’Ordine di Malta come inviato straordinario presso la S. Sede, formalizzato nel 1784.
Morì a Napoli il 9 marzo 1791.
Fonti e Bibl.: Il corpus del carteggio sagramosiano è conservato a Verona, Biblioteca civica, Carteggio M. E. S., bb. 86-87; Biblioteca capitolare, Carte C. G. B. Giuliari, Carteggio Maffei-Sagramoso; Forlì, Biblioteca A. Saffi, Fondo Piancastelli, Sez. Carte Romagna-Fondo Piancastelli.
Per ricostruire le vicende biografiche si prendano a riferimento: G. Celestri, Elogio storico del balì F. Michele Errico di Sagramoso, Napoli 1791; A. Bertola de’ Giorgi, Vita del marchese M.E. S. balì del S.M. Ordine di Malta. Parte 1, Pavia 1793; S. Curtoni Verza, Ritratti di alcuni illustri amici, Verona 1807, pp. 22-26; C.G. Giuliari, Lettera del Signor Marchese M.E. S. al Conte Ignazio Zanardi di Mantova, in Nuova serie di aneddoti, XVIII, Venezia 1877, pp. 7-18; L. Messedaglia, M.E. S. e Giambattista Morgagni, Verona 1915; G. Gasperoni, Scipione Maffei e Verona settecentesca, Verona 1955, pp. 329-345; F. Riva, Il carteggio di M.E. S. diplomatico e cosmopolita veronese, Firenze 1961; S. Pagnini, Il carteggio Sagramoso alla Biblioteca Capitolare di Verona, in Vita veronese, XXX (1977), pp. 311-322; Id., Viaggi in Russia ed in Polonia del conte M.E. S., ibid., XXXII (1979), pp. 25-33, 86-92, 142-150, 213-220; E.M. Luzzitelli, Ippolito Pindemonte e la fratellanza con Aurelio de’ Giorgi Bertola tra Scipione Maffei e M.E. S., Verona 1987; M. Ferrazzi, M.E. S. un cavaliere di Malta veronese alla corte di Elisabetta e Caterina, in Pietroburgo capitale della cultura russa, a cura di A. d’Amelia, I, Salerno 2004, pp. 109-130; C. Wis, I viaggi nordici di M.E. S., in Settentrione. Nuova serie, 2006, n. 18, pp. 365-380; R.G. Mazzolini, Linnaeus and M.E. S., knight of the Order of Malta, in Linnaeus in Italy. The spread of a revolution in science, a cura di M. Beretta - A. Tosi, Sagamore Beach 2007, pp. 61-75; G.P. Romagnani, Un mondo in cambiamento. Quadro degli avvenimenti storici e sociali, in Il Settecento a Verona, a cura di F. Magani - P. Marini - A. Tomezzoli, Verona 2011, pp. 19-29; F. Chesi, M.E. S. Il carteggio, i viaggi, la massoneria, Verona 2012; Id., L’importazione della massoneria: peculiarità, legami con il teatro e declino, in Storia di Parma, a cura di A. Mora, V, I Borbone: fra illuminismo e rivoluzioni, Parma 2015, pp. 181-191.