FALOCI PULIGNANI, Michele
Nacque a Foligno (od. prov. di Perugia) il 9 luglio 1856, da Biagio Faloci, che si era trasferito a Foligno da Umbertide per esercitarvi il mestiere di orologiaio e orefice e che, per la sua integrità e serietà, aveva ottenuto in sposa Ubaldina Pulignani, di un'antica famiglia patrizia folignate (in seguito il F. aggiunse il cognome materno, quasi a sottolineare la sua appartenenza alle tradizioni della città cui dedicherà tutti i suoi studi e la sua attività politica e pastorale).
Il F. passò l'infanzia in casa Pulignani, presso la quale la nuova famiglia si era stabilita, ed ivi ricevette privatamente, insieme con i fratelli minori Alfredo e Carlo, la prima istruzione. All'età di undici anni ottenne un posto semigratuito nel seminario locale presso il convento dei servi di Maria a S. Giacomo. Il 5 dic. 1868 perdette repentinamente la madre: il padre si risposò nel 1870 con Maria Benedetti, dalla quale ebbe altri figli, fra cui Luigi, che sarà sempre molto vicino al Faloci. Nel 1873 il F. ebbe una crisi di vocazione che supererà con l'aiuto del padre e dei maestri, specialmente del canonico F. Spezi.
Fin da allora dimostrava interesse per la storia locale, e per questo si trovò in corrispondenza con M. Santoni, storico di Camerino, e con il conte G. B. Rossi Scotti di Perugia. Nell'ottobre 1876, essendosi reso vacante un posto spettante alla diocesi di Foligno nel seminario Pio di Roma, vi fu ammesso con "felicissimi esami": ivi ebbe come rettore T. Tosa, come direttore spirituale G. Cressedi e come prefetti agli studi successivamente mons. L. Nina poi cardinale (1876-77), mons. P. Delicati (1877-79), mons. L. Pallotti (1879-81), mons. D. Jacobini (1881-82) e mons. S. Talamo (1882-83). Il 15 nov. 1876 prese a frequentare i corsi di teologia e di diritto canonico e civile del pontificio ateneo di S. Apollinare, sotto U. Ubaldi, G.R. Pennacchi e F. Cavagnis, poi cardinale, ottenendovi la" laurea in sacra teologia il 28 luglio 1880 e quella in utroque il 27 giugno 1883, avendo avuto come condiscepoli e amici i futuri cardinali G. Giustini, F. Ragonesi e D. Svampa. Nel frattempo aveva esteso le sue corrispondenze di studio a M. Guardabassi di Perugia, ad A. Cristofani di Assisi ed al noto archeologo G. B. De Rossi, che frequentò a Roma. Il 12 apr. 1879 era stato ordinato sacerdote in S.Giovanni in Laterano dal cardinale vicario R. Monaco La Valletta, celebrando la prima messa a S. Apollinare.
Sebbene avesse allettanti prospettive in Roma il F. (secondo il giuramento che tutti gli allievi del seminario Pio allora pronunciavano, di tornare al servizio del proprio vescovo al termine degli studi) rientrò immediatamente a Foligno, dove il 28 marzo 1883 era stato elevato a canonico onorario della cattedrale e dove ebbe subito l'incarico di insegnare storia ecclesiastica nel seminario vescovile, pur assumendo, fino al dicembre 1886, la rettoria della parrocchia di S. Biagio di Pale, circa 10 km a nord della città. Non fu un impegno solo nominale, ché si occupò attivamente della cura d'anime, dedicandole anche una pubblicazione, La chiesa di S. Lucia al Ponte presso il castello di Pale, Foligno 1885. Inoltre, dal febbraio 1884, il vescovo V. Serarcangeli lo volle cancelliere della curia. Da tempo era iniziata poi la serie delle sue pubblicazioni, all'inizio quasi tutte di storia e agiografia locale, o dì storia ecclesiastica.
Impossibile elencare qui tutta la sua produzione giovanile (nel 1888 aveva pubblicato già 58 opere). Basterà citare: L'arcipretura della cattedrale di Foligno (Foligno 1875); Di Giovanni Elisei di Foligno (ibid. 1875), Ricerche storico-artistiche della basilica di S.Maria infra portas (ibid. 1876); Frammenti di cronaca folignate al XIII secolo (ibid. 1876); Dell'eremo diS. Maria Giacobbe presso Foligno (ibid. 1880); La prima edizione della Divina Commedia (in Il Bibliofilo, III [1882], pp. 71 s.); La zecca dei Trinci a Foligno (Camerino 1883), Sigilli di Foligno (ibid. 1885); La chiesa e il convento di S. Giacomo in Foligno (Foligno 1885); Le iscrizioni medioevali di Foligno (in Arch. stor. per le Marche e per l'Umbria, I [1884], pp.20-63, 188-93); Le concessioni del card. Vitelleschi al Comune di Foligno (Foligno 1887), fino al più maturo e articolato Le arti e le lettere alla corte dei Trinci di Foligno (ibid. 1888).
In quello stesso periodo si era assunto un altro gravoso impegno: avendo il 15 ott. 1884 il vescovo riscattato dal Comune la biblioteca del seminario (già Biblioteca Jacobilli), ricca di circa 8.000 volumi e 600 manoscritti, il F. la riordinò e sistemò, curandone anche i locali e le scaffalature e dotandola di un catalogo, che per i manoscritti sarà pubblicato (Descrizione bibliografica dei 600 codici della Biblioteca del Seminario di Foligno, Firenze 1929). Aveva allora già iniziato la raccolta di una sua personale biblioteca ed ampliato ulteriormente la sua rete di corrispondenze (il suo carteggio già citato è costituito da oltre 13.000 lettere), comprendendo tra gli altri R. Renier, F. Novati, l'abate L. Tosti, il card. A. Capecelatro, C. Cantù, A. Ceruti ed E. Stevenson. Nel quadro della storiografia locale diede anche vita, con il Santoni e G. Mazzatinti di Gubbio, ad una pubblicazione trimestrale, L'Archivio storico per le Marche e per l'Umbria, il cui primo numero uscì il 10 genn. 1884, e di cui fu direttore, amministratore, gerente e correttore di bozze, anche se la rivista ebbe poca fortuna e cessò nel 1886, avendo però già fornito quattro volumi di interessanti materiali.
Inizialmente egli si era avvicinato all'attività pubblicistica spinto dal desiderio di dare più facile sbocco ai risultati dei suoi studi storico-locali, ma poi l'esigenza di avere uno strumento per rintuzzare l'anticlericalismo, che aveva raggiunto in Umbria e specialmente a Foligno punte di grande asprezza, prese il sopravvento, e la passione politica il primo posto. Il noviziato lo aveva fatto collaborando ancora seminarista al perugino Il Paese, e poi a Il Topino, settimanale fondato a Foligno da G. Tomassini il 5 genn. 1885, che il F. diresse con l'avv. G.A. Pierani fino al 9 maggio, abbandonandolo perché l'impegno programmatico del giornale escludeva ogni polemica politica, in contrasto col suo punto di vista. Così fondò, all'inizio del 1886, il settimanale (ma per qualche periodo fu bisettimanale, mercoledì e sabato) Il Giornale di Foligno, che ebbe subito successo distinguendosi per la sua vivacità spesso anche rissosa (Leone XIII lo leggeva con divertimento), e che il 31 marzo 1888 cambiò il titolo in La Gazzetta di Foligno e continuò (salvo brevi interruzioni, la più lunga quella fra il 1889 e il '90) fin oltre la morte del fondatore che lo diresse fino al 1906. È di questo periodo una fitta corrispondenza con mons. G.M. Radini Tedeschi, che trattò in particolare il problema di quale forma avrebbero dovuto assumere le associazioni cattoliche in campo politico e sociale, e con mons. U. Benigni di Perugia, che lo spinse ad organizzare il comitato diocesano dell'Opera dei congressi in Foligno, di cui fu presidente.
Per rendere il clima in cui il F. si muoveva nell'ambito politico locale basterà elencare i titoli di alcune sue pubblicazioni polemiche di quegli anni (edite a Foligno), molte delle quali riproducono articoli dei giornali citati: Chi vota pel sindaco Fazi è un eretico (1893), Le bestemmie del sindaco di Foligno (1893), Il clero di Foligno e il matrimonio civile (1893), o Religione e Patria (1897), discorso pronunciato nella cattedrale di Nocera Umbra il 25 aprile, per l'inaugurazione di quel comitato parrocchiale dell'Opera dei congressi cattolici.
Tuttavia questa attività politica, che si manifesterà anche più vivacemente in seguito, non gli impedì di conservare e coltivare interessi storico-religiosi e perfino mistici, che il suo vivissimo amore per il francescanesimo e le ricerche ad esso connesse da un lato e gli studi di storia locale da un altro avevano sempre stimolato. Questi due filoni si fusero nella fondazione e direzione di un periodico bimestrale (dal 1933 trimestrale), che avrà risonanza nazionale, la cui durata e diffusione risulteranno notevoli: la Miscellanea francescana di storia, lettere ed arti..., il cui primo numero apparve nel febbraio 1886 presentato da un articolo di F. Ehrle, e che trovò consensi anche in ambienti culturali laici (cfr. R. Bonghi, in La Cultura, n. 5-6 del 15 maggio 1886, p. 176). Della storiografia francescana e della sua ortodossia il F. fu veramente un fervente cultore e un vero esperto, come dimostrano oltre 120 articoli sull'argomento da lui pubblicati nella Miscellanea francescana, in aggiunta a numerosissime pubblicazioni specifiche. Una certa eco ebbe la querelle sorta fra lui e Paul Sabatier quando apparve lo Speculum Perfectionis di quest'ultimo, che sembrò una totale adesione al modernismo e che il F. ritenne la biografia di "un S. Francesco luterano". Per confutarlo pubblicò Osservazioni sopra il volume intitolato ... e Nuove osservazioni... (entrambi Foligno 1898), S. Francesco d'Assisi secondo Paul Sabatier (ibid. 1903) e altri lavori fortemente polemici.
Desideroso di dedicarsi anche alla cura d'anime, nel 1889 ottenne dal nuovo vescovo mons. F. Federici la rettoria della parrocchia di S. Eraclio presso Foligno, e lì si prodigò, sistemando la chiesa e la canonica, fondando un asilo e una banda musicale, risanando terreni, ecc.; nel 1900 ebbe inoltre l'incarico di cappellano curato della parrocchia rurale di S. Maria in Campis. Con bolla 24 febbr. 1886 era stato nominato decano del capitolo della cattedrale e con r. d. 7 dic. 1886 socio ordinario della Deputazione di storia patria per la Toscana, l'Umbria e le Marche, mentre le ascrizioni alle più svariate accademie non si contano. Dopo la rinuncia del vescovo mons. A. A. Pardini, successo il 16 genn. 1893 a mons. Federici assassinato il 6 ag. 1892, i canonici lo elessero all'unanimità vicario capitolare (22 dic. 1894); nel 1896 il nuovo vescovo C. Bertuzzi lo volle vicario generale.
Il F. aveva dedicato molte ricerche ed oltre 25 pubblicazioni alla cattedrale di S. Feliciano; avendone coltivato da tempo l'idea, una volta divenuto vicario diocesano, promosse un ambizioso piano di restauri che riuscì a portare avanti fra grandi difficoltà e opposizioni, a partire dal novembre 1902, sulla base dei progetti dell'architetto V. Benvenuti. Tutto avrebbe dovuto essere completato per il settembre 1903 centenario di s. Feliciano, ma nel pomeriggio del 5 agosto si verificò un grave incidente, con la caduta di alcune pietre della facciata sulle impalcature che causò la morte di cinque operai. Il F., processato per omicidio plurimo colposo, benché assolto dal tribunale di Perugia il 18 febbr. 1904, si vide però coinvolto in una campagna diffamatoria; ciò nonostante i lavori furono completati. Ma gli strascichi delle polemiche passate, l'insoddisfazione dei subordinati per il carattere non facile e l'asprezza dei modi del F., l'impostazione non proprio ortodossa dell'amministrazione dei fondi per i restauri lo avevano messo in una posizione difficile; vari ricorsi presentati contro di lui alla S. Sede finirono col provocare nel 1905 l'invio da Roma di un visitatore apostolico. Costui compilò una relazione piuttosto sfavorevole al F., cosicché il 12 settembre egli venne esonerato dall'incarico di vicario generale. Fu un colpo duro, e incresciose furono le polemiche connesse, anche se la commissione cardinalizia incaricata dichiarerà il 6 marzo 1906 l'infondatezza delle accuse, ed il vescovo di Spoleto mons. D. Serafini con gesto significativo lo volle subito vicario generale della sua diocesi (lo sarà fino al 1912, con lunghi soggiorni a Spoleto), mentre Leone XIII lo aveva nominato cameriere segreto soprannumerario dal 1895, Pio X prelato domestico dal 1904, con un'annua pensione di 1.000 lire dal 1908 e l'invio il 1° sett. 1909 di un chirografo di soddisfazione.
Nel 1912, lasciato l'incarico a Spoleto, il F. diede mano ad una nuova iniziativa editoriale fondando il periodico trimestrale Archivio per la storia ecclesiastica dell'Umbria, che raccolse lavori di studiosi per lo più ecclesiastici che illustrassero eventi e monumenti ecclesiastici della regione; la rivista uscì in cinque volumi dal 1913 al 1919, e finì per mancanza di finanziamenti, nonostante un sussidio di 3.000 lire di Benedetto XV. Le elezioni del 1913, che videro per la prima volta i cattolici apertamente in campo, furono un momento intenso per il F., che si batté per il candidato cattolico moderato del collegio dì Foligno-Gubbio A. Theodoli, creando per l'occasione il settimanale Il Costituzionale (2 sett. 1913-12 luglio 1914). Il tono delle polemiche elettorali fu asperrimo e la battaglia dura: comunque la coalizione sostenuta da Il Costituzionale ebbe la meglio e il Theodoli fu eletto.
Sempre nel campo delle iniziative politiche il F. (che aveva già fatto un tentativo di tal genere nel 1901-1904 col circolo di S. Feliciano) nel 1919 fondò la sezione di Foligno del Partito popolare italiano e una Unione del lavoro, che si prefiggeva l'assistenza religiosa, morale e sociale degli operai, ma che avrebbe dovuto anche creare un'alternativa politica al socialismo predominante fra il proletariato folignate, e che ottenne l'aiuto finanziario del Vaticano. Fu su questo campo che, spinto dalle violente reazioni dei "sovversivi" all'iniziativa, il F. sì trovò per la prima volta a fianco dei fascisti in una collaborazione che diverrà sempre più stretta, fino ad un inserimento vero e proprio "per controllare il movimento dal di dentro". Nel 1925 si schierò definitivamente, fondando un altro periodico, La Fiamma, di non dubbia intonazione fascista, e pubblicando a Roma Religione e fascismo. Lettere del dr. M. Faloci-Pulignani. La conciliazione del 1929, da lui vivamente auspicata, venne a rafforzare questa sua adesione. Nelle prime elezioni amministrative dopo la marcia su Roma, nel 1923, il F., sostenuto da Il Costituzionale riesumato per l'occasione (18 dic. 1922-9 marzo 1923, era stato eletto consigliere comunale con 5.262 voti su 5.897 votanti, e subito fu nominato assessore alla Pubblica Istruzione. Delle sue nuove funzioni pubbliche si servì sopratutto per riprendere con energia il discorso sul restauro dei monumenti cittadini, questa volta indirizzandolo alla costruzione della facciata della canonica di S. Feliciano, che completò, ed alla ristrutturazione del palazzo Trinci, già oggetto di tanti suoi studi, che era stato riscattato dal Comune nel 1927. L'importante edificio fu ripristinato sotto la sua supervisione (dal 1927 il F. era anche membro della commissione per la conservazione dei monumenti della provincia di Perugia, in polemica collaborazione con il sovraintendente A. Bertini Calosso), e fu in gran parte destinato ad ospitare l'importante biblioteca costituita dalla fusione di quella comunale già esistente con la sua personale, donata al Comune nel 1936, ricca di 8.000 volumi, 12.000 opuscoli e 365 manoscritti di cui molti preziosi e circa 100 suoi autografi. Il F. curò personalmente l'installazione e la catalogazione nei nuovi locali.
Sofferente di una grave forma di arteriosclerosi, il 9 nov. 1939 ebbe un attacco apoplettico, dal quale si riprese solo in parte: morì pochi mesi dopo a Foligno, il 1° ott. 1940.
Fonti e Bibl.: La maggior parte dei manoscritti e carteggi del F. si trovano presso la Biblioteca comunale di Foligno (una piccola parte è presso la Biblioteca dei Seminario, già "Jacobilli"). La bibliografia delle oltre 500 opere edite è stata più volte pubblicata in Miscellanea francescana, XXXI (1931), 1-2, pp. V-XIII; ibid., LII (1952), 5-6, pp. 422 s. (aggiornamento); L'opera letteraria di mons. F. priore della cattedrale di Foligno, Città di Castello 1934; 2 ediz. a Foligno 1939; esiste inoltre un opuscolo dello stesso F. dal titolo Storia, arte e letteratura. Indice degli articoli pubblicati da mons. F. nei periodici di Foligno dal 1886 al 1935, Foligno 1937. Su di lui: E. Santoni, M. F., in Frate Francesco, II (1928), pp. 99-103; A. Gemelli, Il francescanesimo, Milano 1932, pp. 327-44; La "Miscellanea francescana", in La Civiltà cattolica, LXXXIII (1932), 3, pp. 363-66; Pubblicazioni recenti di mons. F., ibid., LXXXV (1934), I, pp. 504-509; G. Trabalza, Mons. M. F., in Bollettino di Foligno, III (1940), pp. 186-92; O. Montenovesi, La morte di un amico degli archivi, in Archivi, s. 2, VII (1940), pp. 240 s.; B. Nogara, Mons. M. F. commemorato alla Pontificia Accademia romana di archeologia il 19 dic. 1940-XIX, Roma 1940; L. Fausti, Mons. dott. comm. M. F., in Bollett. Della Deput. di st. patria per l'Umbria, XXXVIII (1941), pp. 228-32; Don Petronio [G. De Luca], Memoria di mons. F., in L'Avvenire, 10 genn. 1942; A. Messini, La vita e gli scritti di mons. M. F. (1856-1940), in Miscellanea francescana, XLI (1941), pp. 227-47, 464-501; N. Santovito Vichi, M. F., in Accademie e biblioteche d'Italia, XVIII (1950), 1-3, p. 175; P. G. Stano, Mons. M. F. il cittadino, il sacerdote, lo scrittore, Roma 1953; A mons. M. F. nel primo centenario della nascita, Bologna 1956; A. Gambasin, Il movimento sociale nell'Opera dei congressi, 1874-1904, Roma 1958, passim; G. Raponi, Nascita e primi sviluppi del movimento operaio a Foligno, in Bollett. d. Deput. di st. patria per l'Umbria, LXII (1965), pp. 5-49 passim; G. Odoardi, Un illustre studioso e bibliotecario, mons. M. F., in Almanacco dei bibliotecari italiani, XIV (1965), pp. 143-49; P. Borzornati, La "Nuova juventus" in Italia e le origini del movimento cattolico in Umbria, in Italia sacra, II, Padova 1969, pp. 705-94; M. Casella, Mons. Radini Tedeschi e l'Opera dei congressi nelle Marche e in Umbria, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XXIX (1975), pp. 173-96; L'Umbria e l'Opera dei congressi. Le ragioni di un rifiuto, in Atti del X Convegno di studi umbri, Gubbio 1978, pp. 289-97; E. Cavalcanti, Lineamenti di vita ecclesiale in Umbria tra Otto e Novecento. L'esempio di Foligno, ibid., pp. 299-312; Cattolici e fascisti in Umbria, a cura di A. Monticone, Bologna 1978, pp. 113-30, 343-58; L. Proietti Pedetta, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, III, 1, Casale Monferrato 1984, pp. 346 s., (con bibliogr.); L. Palpacelli, Corrispondenti francesi di M. F., I, L'epistolario di Edouard d'Alençon, in Bollett. stor. d. città di Foligno, XIII (1989), pp. 468-547; Enc. cattolica, V, col. 968.