GAISSMAYR, Michele
Nato a Vipiteno verso il 1480, morto a Padova nel 1530. Cancelliere del capitano del paese, segretario del vescovo di Bressanone, poi gabelliere a Chiusa, favorì con tutti i mezzi la diffusione della dottrina di Lutero e propagò fra i contadini malcontenti idee di comunismo agrario e di assoluta eguaglianza. In tal modo provocò lo scoppio della rivolta nel maggio 1525, e fu riconosciuto capo supremo dai ribelli delle valli dell'Isarco e dell'Adige. Convocò tosto un convegno generale a Merano per discutere ed imporre all'autorità civile una serie di riforme sociali e religiose con parità di diritti per tutti e abolizione di dazî e di imposte. La dieta dei contadini, convocata a Innsbruck per il 22 giugno 1525, non ebbe che vane promesse: allora il G. riaccese l'insurrezione, repressa soltanto verso la metà di settembre. Rifugiatosi a Fideris nella Svizzera per effettuare una nuova sommossa nella primavera del 1526, fece diffondere il suo Progetto di ordinamento sociale per tener deste le speranze di riscossa. Un secondo tentativo dalla parte della Pusteria ebbe pure insuccesso: riparò in territorio veneto, e aveva avuto l'appoggio dei Cantoni svizzeri protestanti per un colpo di mano, quando fu assassinato proditoriamente a Padova.
Bibl.: J. P. Pincii, De gestis ducum Tridentinorum, Mantova 1546, p. 81; J. Egger, Geschichte Tirols von den ältesten Zeiten bis in die Neuzeit, II, Innsbruck 1876, pp. 89-90, 118, 123-124; E. Auckenthaler, Michael Gaissmairs Heimat und Sippe, in Schlern, Bolzano 1928, pp. 410-13.